Batteriosi da prevenire su pomodoro e peperone

Sintomi di batteriosi (Foto: Laboratoire d’expertise et de diagnostic en phytoprotection – MAPAQ)
Seme sano, magari di varietà resistenti, prevenzione agronomica, intervent fitosanitari mirati. La ricetta per fare fronte alle più temibili batteriosi di queste solanacee

Da diversi anni vengono segnalate particolari problematiche nella difesa contro le batteriosi di pomodoro e peperone in quasi tutti i comprensori orticoli della Penisola.

Per cercare di migliorare la gestione di queste patologie è necessario affrontare l’argomento analizzando non solo l’aspetto fitoiatrico ma, come bisognerebbe sempre fare, anche quello agronomico.

Quali batteri? Facciamo chiarezza

Nonostante le due colture possano essere attaccate da diversi batteri, quelli più importanti, e maggiormente riscontrati in questi ultimi anni su pomodoro, sono Pseudomonas syringae pv. tomato (bacterial speck), Xanthomonas spp. (bacterial spot), Clavibacter michiganensis subsp. michiganensis (bacterial calker) e Ralstonia solanacearum (bacterial wilt). Su peperone risultano particolarmente dannosi Xanthomonas spp. e Pseudomonas syringae. La classificazione di Xanthomonas è complessa e in continua evoluzione.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Partire dal seme sano

Per la maggior parte di questi batteri il materiale di contaminazione iniziale è rappresentato dal seme infetto (sia esternamente sia internamente), dai residui delle colture e da numerose piante spontanee.

Ralstonia solanacearum, tipico batterio delle aree a clima tropicale e subtropicale, si è acclimatato anche in paesi a clima temperato freddo, divenendo un pericoloso parassita per pomodoro e patata. Si conserva sui residui delle colture, nelle acque, su attrezzi contaminati, su piante infestanti ecc.

In generale, le forti epifizie di questi batteri hanno sicuramente una forte componente legata al cambiamento climatico, ma la diffusione di materiale vivaistico-sementiero infetto ha notevolmente complicato la difesa.

Volendo fornire indicazioni puramente pratiche, è necessario ricordare che solo la massima collaborazione fra aziende sementiere, vivai, agricoltori e aziende di prodotti fitosanitari potrà permettere una gestione più razionale e oculata dell’intero complesso delle malattie batteriche di queste due Solanacee.

È necessario analizzare il seme di base per eliminare, in partenza, qualsiasi partita infetta; occorre, inoltre, la massima igiene in vivaio e il rispetto delle rotazioni colturali in campo. Fondamentale è la scelta varietale, ponendo particolare attenzione alla selezione di quelle cultivar dotate di elevata resistenza genetica. Oggi, purtroppo, l’agricoltore riserva poca attenzione al concetto di “resistenza varietale”, commettendo così un grande errore già dal trapianto.

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Fertilizzazioni equilibrate

Le fertilizzazioni, in particolare quelle azotate, devono essere equilibrate, evitando eccessive “forzature” e ingiustificati applicazioni di biostimolanti. Occorre, infatti, ricordare che eccessivi sviluppi vegetativi riducono le risposte difensive endogene delle piante e creano condizioni microclimatiche favorevoli allo sviluppo e diffusione del batteri.

Interventi fitosanitari mirati

La difesa fitosanitaria deve essere considerata solo una parte del complesso “puzzle” della gestione fitosanitaria degli agroecosistemi colturali. Popolazioni di P. syringae pv. tomato e Xanthomonas spp. tolleranti al rame sono state identificate in tutto il mondo, suscitando interesse per strategie di controllo alternative. Esiste un numero crescente di dati su prodotti biologici (es. alcuni ceppi di Bacillus subtilis, Pseudomonas spp. ecc.), induttori di resistenza (es. acibenzolar-S-methyl, chitosano, ecc.) e altri prodotti alternativi registrati commercialmente in numerosi Paesi. Molto interessanti appaiono diversi lavori scientifici che hanno verificato l’efficacia di oli essenziali, elementi fertilizzanti (es. Zn, Mn) e nanoparticelle. Sono ormai riconosciute attività batteriostatiche/battericide allo zinco e al manganese, possibili partner del rame per ridurne le dosi e migliorarne l’efficacia.

In definitiva, la gestione delle batteriosi deve partire da una corretta profilassi agronomica, per continuare con interventi fitosanitari mirati nelle dosi e nei momenti di applicazione. Il rame, se ben dosato (piccole dosi dal trapianto), e alternato con altri prodotti, rappresenta, ancora, il cardine nella difesa fitosanitaria contro i batteri.

Batteriosi da prevenire su pomodoro e peperone - Ultima modifica: 2022-04-19T09:39:18+02:00 da K4

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