Cicloconio dell’olivo si teme una stagione critica

Fase ottimale per i trattamenti con prodotti endoterapici nei confronti del cicloconio dell’olivo
Rilevato negli oliveti spia un numero significativo di macchie di cicloconio che prelude a una possibile stagione critica per quanto concerne la sua severità. I sitomi da riconoscere e le strategie di contenimento

Alto rischio cicloconio.

Da recenti osservazioni eseguite sulle foglie vecchie di alcuni oliveti interessati dalla malattia nella passata stagione vegetativa, nonostante i trattamenti autunnali e post potatura eseguiti regolarmente, sono state rilevate un numero significativo di macchie di cicloconio che prelude a una possibile stagione critica per quanto concerne la sua severità.

Risultano, pertanto, determinanti i trattamenti da eseguirsi in questo periodo di presenza delle prime foglioline, per alcune varietà particolarmente sensibili all’occhio di pavone e soprattutto per le aziende che non hanno eseguito interventi fitosanitari dopo la potatura di fine inverno/primavera.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Sintomatologia e danno

L’agente causale del cicloconio dell’olivo, noto anche come “occhio di pavone” per la particolarità della sintomatologia fogliare, è causato dal fungo Spilocea oleagina, recentemente ridefinito come Fusicladium oleaginum.

Pur potendo attaccare tutte le parti verdi della pianta, le manifestazioni più evidenti si hanno sulle foglie ove il patogeno penetra attivamente e dove è possibile osservare sulla pagina superiore tipiche aree clorotiche concentriche che, a sviluppo ultimato, possono raggiungere i 10-12 mm di diametro. Su alcune varietà sensibili all’attacco del fungo, se non opportunamente controllato, il fungo può determinare progressiva defogliazione, evidente soprattutto sulla parte più bassa della chioma, che si riflette negativamente sul vigore vegetativo della pianta.

In annate favorevoli allo sviluppo, e se l’infezione si realizza prima della differenziazione a fiore delle gemme ascellari, nell’anno successivo, si determina una sensibile diminuzione della fruttificazione. Attacchi ripetuti negli anni determinano l’indebolimento della pianta con rarefazione della chioma.

Primavera e autunno critici

L’elevata umidità (prolungata bagnatura fogliare) e temperature miti (la temperatura ottimale per la germinazione dei conidi è di circa 18-20 °C) sono condizioni ideali per l’infezione e il successivo sviluppo del fungo. Queste condizioni si verificano, generalmente, in primavera e autunno, periodi in cui, negli ambienti olivicoli dell’Italia centrale, sono concentrate le infezioni.

Grave attacco di cicloconio su foglie vecchie di cv. Dritta in fase di ripresa vegetativa

A partire dalle foglie vecchie, rimaste ancora attaccate sulle piante durante l’inverno, si sviluppano i conidi che, in condizioni favorevoli, vanno ad attaccare le giovani foglioline emesse alla ripresa vegetativa. Qui germinano e si sviluppano negli spazi sub-cuticolari.

Per riprodursi il patogeno fungino fuoriesce con rami miceliari al di fuori della cuticola ed emette dei conidiofori che conferiscono l’aspetto vellutato alle macchie fogliari. Il periodo di incubazione dipende dalle condizioni ambientali, e varia da circa due settime fino ad alcuni mesi. In condizioni di temperatura favorevole a ogni pioggia persistente può corrispondere una nuova infezione. Al fine di valutare in maniera tempestiva l’entità dell’attacco, prima che si manifestino i sintomi, si può ricorrere al metodo della soda, cioè immergendo le foglie in soluzione al 5% di idrossido di sodio alla temperatura di circa 50 °C per 2-3 minuti. In tal modo si evidenziano le macchie altrimenti non visibili.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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I fattori che maggiormente condizionano la presenza della malattia nel Centro Italia, essendo ancora poco diffusi gli impianti intensivi, sono quelli determinano una persistenza dell’umidità sulle foglie:

  • orografia del terreno (es. fondovalle)
  • potature leggere o addirittura annate senza potatura.

A ciò bisogna aggiungere un altro aspetto determinante che è la diversa sensibilità varietale; ciò rende alcune cultivar locali (Dritta, Gentile di Chieti, Tortiglione e Peranzana) particolarmente attaccate, mentre la cv. Leccino, anch’essa molto presente in impianti misti, risulta più tollerante

Metodi di contenimento

In questa fase vegetativa e nelle situazioni più rischiose (appezzamenti in fondovalle, varietà suscettibili, periodi particolarmente piovosi, ecc.) è necessario ricorrere a interventi di difesa fitosanitaria con formulati appositamente registrati per proteggere la nuova vegetazione.

I prodotti consigliabili per la loro specificità di azione, e anche al fine di ridurre eventuali fenomeni di fitotossicità sulle giovani foglie dei formulati rameici, sono quelli citotropici-translaminare (Dodina, Pyraclostrobin), citotropici-translaminare e sistemici (Azoxystrobin+Difeconazolo, Trifloxystrobin+Teboconazolo), o sistemici (Fenbuconazolo).

Cicloconio dell’olivo si teme una stagione critica - Ultima modifica: 2021-05-14T14:36:53+02:00 da K4

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