Drupacee, meno principi attivi e la difesa si complica

Sintomi di corineo su foglie di pesco
Il trattamento a caduta foglie è fondamentale per prevenire infezioni fungine e batteriche che si manifesteranno con tutta la loro gravità alla ripresa vegetativa. Ma la lista dei prodotti da utilizzare si assottiglia con la revoca del tiofanate metile e con il prossimo accantonamento del mancozeb

Dopo un paio di anni in cui le piante hanno faticato ad andare in riposo vegetativo per un clima autunnale particolarmente mite, forse quest’anno le drupacee raggiungeranno senza problemi l’importante fase della “caduta foglie”, che avvia la dormienza ma anche i meccanismi biologici di accumulo delle ore di freddo essenziali all’induzione delle gemme a fiore.

Ma la fase fenologica di caduta foglie è anche un importante appuntamento fitosanitario da non perdere perché un trattamento effettuato al momento giusto e ben eseguito ha un’ottima azione preventiva verso diversi patogeni.

Perchè trattare in autunno

Scopo del trattamento in questa fase è prevenire, o almeno contrastare, l’insediamento nelle cicatrici fogliari di alcuni funghi e batteri fitopatogeni i quali manifesteranno la loro azione patogenetica solo alla ripresa vegetativa. La fase è raggiunta quando ne sono cadute circa il 50%.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Rame per tutta la caduta foglie

Nei campi che hanno subito infezioni batteriche di una certa consistenza (i batteri fitopatogeni più frequenti sono Xanthomonas arboricola pv pruni e Pseudomonas syringae pvs), soprattutto dove i danni hanno interessato i frutti e i rami, occorrerà prevedere trattamenti specifici a base di rame a inizio, piena e fine caduta foglie. È consigliabile scegliere prodotti con una buona capacità adesiva, per coprire bene le cicatrici fogliari, dove solitamente i batteri trovano ricovero e che utilizzano per penetrare e colonizzare i tessuti vegetali.

Sintomi di corineo su rametto di pesco

Eliminare i propaguli di bolla e corineo

Negli impianti che non hanno avuto problemi di batteriosi basterà prevedere il consueto trattamento preventivo contro bolla (Taphrina deformans) e corineo (Coryneum beijerinckii) quando circa l’80% delle foglie si saranno staccate.

I prodotti impiegabili sono a base di ziram, mancozeb, captano o rame, adoperando quest’ultimo con cautela su pesco ed albicocco per i quali può essere fitotossico su piante non ben lignificate. Lo scopo principale è raggiungere ed eliminare i propaguli dei due funghi prima che questi possano germinare e colonizzare le cicatrici fogliari non ancora ben suberificate. Quest’azione preventiva è particolarmente importante per il corineo mentre può essere meno rilevante per la bolla contro la quale resta fondamentale il trattamento a “gemma gonfia”, che si farà a fine inverno.

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Niente più tiofanato-metile

Negli impianti in cui si è accertata la presenza di cancri rameali da citospora (Leucocytospora leucostoma), fusicocco (Fusicoccum amygdali), botriosferia (Botryosphaeria dothidea) o altri agenti di gommosi o cancri fungini il controllo da quest’anno sarà più complicato. È scaduta, infatti, il 19 ottobre la possibilità di utilizzo del tiofanato-metile, sostanza attiva sistemica che solitamente veniva usata in abbinamento a un prodotto di contatto per ostacolare la penetrazione dei patogeni attraverso le cicatrici fogliari. Tra i prodotti disponibili restano lo ziram, il captano, il mancozeb (che andrà via il prossimo anno), alcuni IBE e una miscela di fosetil di alluminio con rame.

Drupacee, meno principi attivi e la difesa si complica - Ultima modifica: 2021-10-17T22:07:53+02:00 da K4

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