Dopo la potatura invernale, nel pieno riposo vegetativo delle principali specie di drupacee è prassi consolidata intervenire con un trattamento anticrittogamico, in particolare su pesco, per abbattere i propaguli di bolla (Taphrina deformans) e corineo (Coryneum beijerinckii). I prodotti utilizzabili sono ziram, tiram, captano o rame, quest’ultimo con maggiore cautela per i possibili effetti fitotossici. In realtà il trattamento “al bruno” si rende necessario solo in quei frutteti in cui, per motivi diversi, non si è riusciti ad intervenuti tempestivamente nella fase di caduta foglie, che nello scorso anno è stata ritardata a causa di un clima piuttosto mite che ha mantenuto attiva la vegetazione delle piante più del solito.
Se il trattamento a caduta foglie è stato eseguito correttamente, pertanto, la difesa contro le due crittogame potrà essere rinviata alla fase fenologica di gemma gonfia quando il trattamento preventivo è indispensabile a garantire una buona protezione da bolla e corineo alla nuova vegetazione.
Negli impianti in cui si sono insediati funghi agenti di cancri rameali (Leucocytospora leucostoma, Fusicoccum amygdali, Eutypa armeniacae, Botryosphaeria dothidea, ecc.) è consigliabile sostituire i prodotti citati contro bolla e corineo con tiofanato-metile – in miscela con ziram o ditianon – in modo da sfruttare la capacità sistemica di questi prodotti e la loro azione più diretta contro i funghi che causano i cancri rameali.
Afidi e afidoni
In inverno, con le piante completamente spoglie è possibile osservare con facilità i sintomi di eventuali infestazioni dell’afidone corticicolo (Pterochloroides persicae), presente soprattutto sul pesco. Questo afide, giunto in Italia da qualche decennio, si è insediato nel meridione, dove il clima è più mite e gli consente di svernare con femmine partenogenetiche che si riuniscono in colonie di individui strettamente riuniti sulla parte inferiore di branche o rami.
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