L’irrigazione del pomodoro da industria ormai da anni fa rima con irrigazione a goccia e fertirrigazione, la tecnica che razionalizza l’utilizzo dell’acqua e in molti casi coniuga irrigazione e fertilizzazione con risparmi economici e notevoli progressi sulla strada della sostenibilità.
Tra le realtà che hanno fatto scuola per quanto riguarda l’irrigazione a goccia e la fertirrigazione (partendo proprio dal pomodoro da industria), c’è il Consorzio agrario Terrepadane, che serve un territorio molto vocato alla coltivazione del pomodoro da industria, a partire dalla provincia di Piacenza, sede del quartier generale della storica cooperativa e prima della classe in Nord Italia per questa coltura, con più di 11mila ettari investiti nel 2020.
«Il consorzio lavora da quasi 30 anni con l’irrigazione a goccia e la fertirrigazione, con la quale siamo partiti proprio dal pomodoro – spiega il responsabile water management e sviluppo nuovi prodotti di Terrepadane Matteo Scaglioni –. I risultati ottenuti sono molto buoni, tanto che in provincia di Piacenza la coltura è irrigata per oltre il 90% con questa tecnica. Ovviamente oltre alla tecnologia sempre d’avanguardia a livello mondiale, forniamo ai nostri soci un servizio di assistenza tecnica completo, in modo da calare tecniche e tecnologie nella realtà di ogni singola azienda».
Problemi e soluzioni
Negli anni sono stati affrontati e risolti i vari problemi che emergevano nella gestione della tecnica, sempre puntando a difendere e ad accrescere il reddito dell’agricoltore e allo stesso tempo a favorire l’adozione e lo sviluppo di soluzioni sostenibili.
Uno dei problemi più diffusi per gli agricoltori che utilizzano l’irrigazione a goccia è quello dei danni che alcuni insetti – particolarmente gli elateridi – possono causare all’ala gocciolante, soprattutto nei casi in cui si adotti la tipologia di manichetta leggera, ossia a spessore inferiore (8 mils o meno: ossia 0,2 mm, poiché 1 mils equivale a 0,0254 mm). Gli elateridi appartengono a una famiglia di coleotteri diffusa in tutto il mondo e molto rappresentata in Italia, dove addirittura sono presenti oltre 200 specie. Si tratta di insetti polifagi, che risultano soprattutto legati alle graminacee e ai medicai, ossia a colture che si trovano tipicamente inserite nella rotazione prima del pomodoro.
Questi insetti – che si caratterizzano per un ciclo pluriennale – sono fortemente legati al terreno, poiché qui vivono le larve (i cosiddetti ferretti). Dal terreno poi fuoriescono gli adulti che dovranno alimentarsi per accoppiarsi e deporre le uova.
Per fronteggiare questo problema tradizionalmente si interviene utilizzando geo disinfettanti durante il trapianto del pomodoro e successive applicazioni in manichetta di insetticida liquidi, ma di recente è stata proposta una nuova manichetta dotata di repellente che allontana gli insetti senza ucciderli.
Sostenibile ed economica
«L’ala gocciolante con effetto repellente – chiarisce Scaglioni – è una soluzione sostenibile ed economica che tra l’altro evita all’agricoltore una serie di problemi nell’individuare la molecola adeguata per il trattamento contro gli elateridi. Come è noto, infatti, uno dei principi attivi più diffusi contro gli elateridi non è più utilizzabile dal 2020 e questo rende difficile intervenire con efficacia, in quanto i prodotti attualmente disponibili hanno minore efficacia e minore persistenza. Occorre rendersi conto che i prodotti tradizionali, dotati di grande efficacia e persistenza si potranno usare sempre meno, già dai prossimi mesi: quindi è necessario rivolgersi a nuove strategie di difesa, più sostenibili, ma ugualmente efficaci. L’ala gocciolante dotata di repellente è una di queste soluzioni».
Grazie all’utilizzo dell’ala gocciolante con effetto repellente (chiamata Xpell) vengono ridotti i danni e di conseguenza gli interventi di riparazione in campo con guadagno di tempo e risparmio economico; mentre contemporaneamente è possibile utilizzare le manichette a spessore più basso con ulteriore risparmio.
L’insetticida con effetto repellente viene inglobato nel materiale plastico – in dose minima – al momento della produzione. In questo modo si raggiungono due obiettivi: innanzitutto quello di ottenere una lenta degradazione del principio attivo e quindi un perdurare dell’effetto per tutta la vita dell’ala. In secondo luogo – ed è l’aspetto più importante – il principio attivo è “immobilizzato”; non è solubile in acqua e non viene disperso nell’ambiente, il che mette al riparo da ogni rischio di inquinamento.
«Infine – afferma Scaglioni – l’ala può essere riciclata normalmente: i trattamenti cui vengono sottoposte le manichette per il riciclo richiedono alte temperature che degradano completamente la molecola chimica dell’insetticida».
In provincia
di Piacenza
il 90% della superficie
a pomodoro
da industria
è fertirrigata
La sperimentazione
Questa nuova tecnologia – che è prodotta con Rivulis, l’azienda israeliana con cui Terrepadane collabora da decenni – ha suscitato molto interesse. Nel primo anno di lancio il nuovo prodotto chiamato Xpell ha permesso di irrigare oltre 5.000 ha di pomodoro in Italia, ottenendo risultati veramente incoraggianti.
Per poter quantificare in modo obiettivo i vantaggi tecnici ed economici di Xpell rispetto alle manichette tradizionali, Rivulis ha incaricato un centro si saggio autorizzato (Terremerse ndr) a condurre una prova di comparizione specifica in Italia.
«Rivulis – chiarisce Scaglioni – ha condotto ricerche specifiche in un centro prove autorizzato per la sperimentazione. Il disegno sperimentale a blocchi randomizzati, prevedeva l’allestimento di due campi sperimentali delle stesse dimensioni: uno gestito con geo-disinfestante e uno senza. In entrambi i campi sono state provate diverse tipologie di manichette: una manichetta dello spessore di 8 mils provvista di repellente è stata confrontata con una dello stesso spessore, una dello spessore di 10 e una di 12 mils tutte sprovviste di repellente».
I risultati sono stati molto interessanti: infatti il numero di fori nelle parcelle gestite con repellente è passato da 245/ha con geo disinfestante e 625 a ettaro senza geo disinfestante a zero, evidenziando lo stesso risultato, indipendentemente dalla presenza o meno del trattamento di geodisinfestazione. Inoltre, lo spessore della manichetta, appare solo moderatamente utile per far diminuire il numero di fori, in quanto anche le manichette tradizionali di più alto spessore come 10 e 12 mils risultano suscettibili ai danni provocati dagli insetti.
Risparmio evidente
L’aspetto che però risulta cruciale per l’agricoltore è quello dei costi. «Utilizzando i risultati ottenuti nella prova – continua l’esperto – che mostrano una drastica riduzione dei fori – anzi un annullamento o quasi – nei casi, in cui è stato usato il prodotto Xpell ed ipotizzando un costo di manodopera necessaria per aggiustare i fori di 12 €/ora, si deduce come il risparmio economico si notevole: addirittura tra 60 e 600 €/ha a seconda dello spessore del modello usato a confronto di Xpell. Inoltre, va detto che il danno quali-quantitativo dovuto alla presenza dei fori non è stato preso in esame, anche se rappresenta sicuramente il parametro di primaria importanza per i problemi derivanti da marciume apicale e marcescenza, dovuti a un eccesso o una carenza di irrigazione».
Tra gli aspetti che meritano di essere sottolineati secondo Scaglioni c’è soprattutto quello relativo all’ottimizzazione dell’irrigazione, ossia della certezza di avere una distribuzione uniforme e costante di acqua e concime durante tutta la campagna di coltivazione e del risparmio di tempo: «In questi anni – dice – stiamo vedendo campagne del pomodoro sempre più difficili, tra condizioni climatiche avverse e necessità di conferimento alle fabbriche in tempi molto precisi: poter essere sicuri della qualità ed efficienza del proprio sistema di irrigazione non dovendo dedicare tempo e fatica a costose riparazioni, evitando nel contempo perdite di acqua e concime, è di fondamentale importanza».