Monitorare l’afidone corticicolo prima del risveglio vegetativo

Colonia svernante di afidone delle drupacee
Tra gli afidi che infestano le drupacee c'è un ospite particolarmente ingombrante e vistoso: l'’afidone corticicolo (Pterochloroides persicae) si è diffuso da qualche decennio soprattutto nel meridione. L'inverno è il periodo giusto per monitorarlo e organizzare le contromisure

L’afidone corticicolo (Pterochloroides persicae) delle drupacee è un insetto presente nel nostro Paese da qualche decennio ma è soprattutto nel meridione che si è insediato, poichè il clima mite gli consente di svernare con femmine partenogenetiche.

Vistose colonie su branche e rami

Queste affrontano l’inverno in colonie di individui strettamente riuniti sulla parte inferiore di branche o rami.

In questo periodo, l’eventuale presenza di colonie è facilmente evidenziabile perchè, alla base delle piante, i residui fogliari in corrispondenza delle colonie appaiono anneriti dalla fumaggine che si sviluppa sulla melata prodotta dagli afidi.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Raramente l’afidone è presente diffusamente negli impianti; più spesso la sua presenza è limitata su poche piante e non giustifica interventi generalizzati.

Per evitare che l’infestazione possa interessare i germogli alla ripresa vegetativa, quindi, si potrà intervenire sulle piante infestate con un trattamento aficida localizzato in considerazione della possibilità di individuare facilmente le colonie durante le operazioni di potatura (un nastro segnaletico legato al tronco aiuterà a localizzare le piante da trattare).

Vista ventrale di un afidone corticicolo: da notare il lungo e robusto rostro

Altri afidi e cocciniglie

Per gli altri afidi che infestano le drupacee, il trattamento fondamentale resta quello nella fase di bottone rosa, contro l’uovo durevole dell’afide verde (Myzus persicae), con prodotti registrati per l’uso in questa delicata fase fenologica per tutelare gli insetti pronubi facilmente esposti ad insetticidi residuali in fase di fioritura.

cocciniglia delle drupacee su ramo
Cocciniglia grigia su rametto di pesco

Negli impianti con attacchi diffusi di cocciniglia bianca (Pseudaulacaspis pentagona), che sverna come femmina adulta, e soprattutto di cocciniglia di S. José (Comstockaspis perniciosa), la quale sverna come neanide di I e II età, è ancora possibile eseguire un trattamento con oli minerali o oli vegetali con zolfo. Il trattamento anticoccidico, comunque, potrebbe anche essere posticipato alla fase di gemma gonfia quando gli insetti aumentano la loro attività e sono di conseguenza più esposti agli insetticidi.

Nel caso di attacchi di cocciniglia bianca limitati a pochi alberi, buoni risultati si ottengono ricorrendo anche alla spazzolatura delle colonie che distruggono meccanicamente alcuni individui della colonia ed espongono gli altri all’azione degli antagonisti e degli agenti atmosferici.

Trattamenti dopo la potatura

Dopo la potatura invernale, nel pieno riposo vegetativo delle principali specie di drupacee è prassi consolidata intervenire con un trattamento anticrittogamico, in particolare su pesco, per abbattere i propaguli di bolla (Taphrina deformans) e corineo (Coryneum beijerinckii).

I prodotti utilizzabili sono ziram, captano, difenoconazolo, tebuconazolo + zolfo o rame, quest’ultimo con maggiore cautela per i possibili effetti fitotossici. In realtà il trattamento “al bruno” si rende necessario solo in quei frutteti in cui, per motivi diversi, non si è riusciti a intervenire tempestivamente nella fase di caduta foglie. In condizioni normali, pertanto, la difesa contro le due crittogame potrà essere rinviata alla fase fenologica di gemma gonfia quando il trattamento preventivo è considerato indispensabile.

Negli impianti in cui si sono insediati funghi agenti di cancri rameali (Leucocytospora leucostoma, Fusicoccum amygdali, Eutypa armeniacae, Botryosphaeria dothidea, ecc.) è consigliabile sostituire i prodotti citati contro bolla e corineo con tiofanato-metile, eventualmente in miscela con ziram, in modo da sfruttare la capacità sistemica di questi prodotti e la loro azione più diretta contro i funghi che causano i cancri rameali. Si ricorda che il permesso europeo alla commercializzazione del tiofanato-metile è scaduto nel novembre e, pertanto, il prodotto potrà essere utilizzato in campo non oltre il 19 novembre 2021.

Monitorare l’afidone corticicolo prima del risveglio vegetativo - Ultima modifica: 2021-01-22T00:23:54+01:00 da K4

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