Se non ci saranno improbabili ripensamenti, il 2020 dovrebbe essere l’ultimo anno in cui sarà ancora consentito utilizzare in pieno campo i cannoni, cioè le macchine irroratrici a lunga gittata che – come è noto – creano una notevole deriva della miscela fitoiatrica. Nel luglio scorso è stata licenziata la prima bozza ufficiale del nuovo Piano di azione nazionale (Pan) per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari che avrà validità per il prossimo quinquennio. Il nuovo Pan dedica ai cannoni uno specifico capitolo i cui contenuti mettono in forte discussione queste attrezzature.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Vietati in pieno campo
L’uso del cannone per i trattamenti in pieno campo è destinato a essere vietato, dopo un periodo di transizione con qualche limitazione rispetto l’attuale situazione, perché esiste la valida alternativa delle barre irroratrici che sono facilmente regolabili, precise nella distribuzione ed estremamente meno soggette alla deriva.
Ammessi in serra
L’uso del cannone per trattare le serre ed i tunnel dall’esterno, invece, non dovrebbe essere messo in discussione, sostanzialmente per la mancanza di alternative economicamente valide. Ovviamente il fuori bersaglio nella distribuzione della miscela con il cannone è assai alto e si accetta la contaminazione delle superfici.
Interessante la misura di mitigazione prevista per i trattamenti alle serre, consistente nel chiudere la parte opposta dei tunnel trattati. Questo accorgimento indubbiamente riduce la deriva fuori dal tunnel ma, da un punto di vista dell’efficacia della distribuzione, riduce anche l’uniformità di distribuzione sulle piante più vicine all’estremità chiusa, per effetto di una controcorrente che tende a respingere la miscela in arrivo. Del resto, è per questa ragione che in genere si tratta con entrambe le estremità aperte, non certo per buttare fuori del prodotto fitoiatrico, ma la deriva c’è comunque.
L’uso su colture ad alto fusto
Un ulteriore aspetto da considerare è la tempistica prevista per la definizione delle misure specifiche per l’uso del cannone sulle colture ad alto fusto e per le eventuali ulteriori misure per le serre.
Secondo quando riportato dalla bozza del Pan, entro sei mesi dalla sua entrata in vigore ben tre Ministeri dovrebbero concordare ed emanare un decreto contenente le misure specifiche. Potrebbe trattarsi di norme tecniche, di linee guida o di qualcosa di più vincolante.
Considerando che nel precedente Pan diversi importanti provvedimenti, come la costituzione di un registro nazionale delle macchine irroratrici controllate, erano previsti con una tempistica di sei mesi ma che dopo sei anni non sono ancora stati emanati, è lecito dubitare che la regolamentazione dell’uso del cannone per le colture d’alto fusto e per le serre veda la luce in tempi brevi.