Pomodoro e peperone suscettibili in post-trapianto

Impianto di peperone in fase di post-trapianto
Prevenire moria e tracheofusariosi con la corretta strategia di difesa

L’arrivo dell’anticiclone africano Hannibal, dopo una fase fresca e piovosa per le regioni del Centro Italia, ha favorito il trapianto delle orticole in pieno campo.

Pomodoro e peperono nel corso della loro coltivazione presentano numerose problematiche fitosanitarie; pertanto è opportuno intervenire fin dalle prime fasi del trapianto per ridurre alcune malattie fungine che possono determinare sia la morte delle piantine nella fase di sviluppo post-trapianto, sia influenzare la regolare crescita e la longevità delle stesse in fase di produzione.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Prevenire moria e tracheofusariosi

Le prime patologie fungine e oomicotiche che possono interessare le giovani piante di pomodoro e peperone sono il Pythium spp., agente della moria delle piantine e il Fusarium oxisporum, agente di tracheofusariosi, malattia particolarmente presente su alcune varietà locali (es. “pomodoro a pera”).

 

tab. 1 Principi attivi utilizzabili nei confronti di Pythium spp. e F. oxysporum su coltura in atto di pomodoro e peperone
Principio attivo Pythium spp. Fusarium
Pomodoro
B. amyloliquefaciens plantarum* x x
P. oligandrum* x x
Streptomyces K61* x
T. gamsii* x
T. hartianum* x x
Bacillus subtilis* x x
Metalaxyl-m x
Propamocarb x
Peperone
B. amyloliquefaciens plantarum* x
P. oligandrum* x x
Streptomyces K61* x
T. gamsii* x
T. hartianum* x x
Propamocarb x
*Ammesso in agricoltura biologica

 

Al fine di prevenire la comparsa di problemi fitosanitari nella fase di trapianto bisogna, innanzitutto, selezionare piantine con almeno 50 giorni di vita, altezza di circa 15-20 cm con 4-5 foglie vere e aspetto robusto e sano. Anche l’epoca del trapianto è importante: evitare anticipi di trapianto che stressano le piantine e le predispongono ad attacchi di patogeni radicali. Se disponibili nelle varietà desiderate, si consiglia l’utilizzo di piantine innestate che presentano una maggiore tolleranza anche nei confronti dei nematodi.

Per quanto concerne la lotta nei confronti dei Pythium oltre a evitare eccessi idrici che favoriscono l’infezione fungina da parte delle zoospore, si possono utilizzare in maniera soddisfacente alcuni antagonisti quali il fungo Trichoderma, il Pythium oligandrum o il batterio Streptomyces griseoviridis. Tali microrganismi colonizzano il terreno e le superfici radicali e competono per lo spazio e la nutrizione con il fungo patogeno; inoltre, taluni hanno la capacità di produrre sostanze in grado di attaccare per via enzimatica le pareti cellulari dei funghi patogeni. Essi possono essere distribuiti, in via preventiva, per incorporazione nel terreno sulle file del trapianto o con fertirrigazione. In caso di manifestazione dei primi sintomi occorre intervenire con trattamenti chimici utilizzando fungicidi del gruppo dei carbammati o delle acilanine. Nei confronti dei funghi tracheomicotici si possono utilizzare varietà resistenti o piantine innestate su piede resistente. Vi è anche la possibilità di ricorrere a interventi biologici con gli stessi microrganismi antagonisti utilizzati nei confronti dei Pythium e con le stesse modalità applicative.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Pomodoro e peperone suscettibili in post-trapianto - Ultima modifica: 2022-06-07T09:13:21+02:00 da K4

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