Vite, anche quest’anno peronospora protagonista

peronospora
Le caratteristiche “macchie d’olio” sulle foglie sono i sintomi di infezione primaria di peronospora. Il rischio peronosporico aumenta progressivamente dal momento in cui i germogli raggiungono la lunghezza di 5-6 cm e le prime 2-3 foglie risultano completamente distese, diventa massimo nel periodo fiorale e si riduce verso l’invaiatura
Con le prime infezioni registrate a inizio aprile, il 2024 potrà essere ricordato come l’anno più precoce. Vediamo gli step principali della classica strategia di difesa e alcuni fattori da considerare nella scelta dei prodotti

Negli areali viticoli del nord-Italia, il 2024, analogamente al 2023 può definirsi un’annata ad alta pressione peronosporica, vuoi per la precocità del risveglio vegetativo della vite, che ha portato alla produzione di germogli suscettibili a partire dai primi di aprile, vuoi per le condizioni climatiche miti e piovose dei mesi di aprile e maggio. Fra la fine di aprile e le prime due settimane di maggio è il periodo in cui, statisticamente, si verificano le prime infezioni peronosporiche primarie nel nord Italia. Il 2024 può essere ricordato come l’anno più precoce, le prime infezioni di peronospora sono avvenute il 10 aprile.

Le strategie di difesa contro la peronospora

Da germogli di 5-10 cm a prefioritura è possibile impiegare prodotti di copertura, quali metiram, dithianon o Sali di rame, eventualmente miscelati con fosetyl-al o fosfito di potassio o di sodio per consentire una migliore protezione della nuova vegetazione in una fase di rapida crescita vegetativa. Eventuali trattamenti curativi possono essere eseguiti con principi attivi translaminari come dimetomorph o cymoxanil.

Da prefioritura ad allegagione il rischio aumenta, perché i grappolini, specialmente quando ancora allo stato erbaceo, sono particolarmente suscettibili e possono essere gravemente danneggiati dalle infezioni con pesanti conseguenze sulla produzione. E’ necessario mantenere una buona copertura fungicida, utilizzando miscele di prodotti translaminari ( valiphenal, iprovalicarb, dimetomorf, mandipropamide, ametoctradine, cymoxanil) o sistemici (metalaxyl, metalaxyl-m, oxathoipiprolin) con principi attivi di copertura (folpet, cyazofamide, amisulbron zoxamide). Le miscele con fosetyl-al e i fostiti di K o Na, anche in questa fase sono in grado di migliorare le performance dei fungicidi partners sulla vegetazione in accrescimento. In alternativa al metalaxyl, candidato alla sostituzione, è possibile impiegare fluopicolide.

Dall’invaiatura in poi quando il rischio peronosporico su grappolo diminuisce è buona norma impiegare sali di rame come prodotti di copertura ed eventualmente fosfito di K, sodio o fosetyl-al per la protezione delle femminelle.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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I prodotti

Sali di Rame, Metiram e Ditianon impiegati per il controllo di peronospora risultano efficaci anche per il controllo del Black Rot mentre gli Ibe e impiegati per il controllo dell’oidio risultano anch‘essi efficaci.

È bene ricordare che per non incorrere nell’insorgenza di popolazioni di Plasmopara viticola resistente a taluni fungicidi antiperonosporici, è buona norma utilizzarli in maniera preventiva, alternarli o impiegarli in miscela con altri egualmente efficaci ma a diverso meccanismo d’azione, e seguire scrupolosamente le dosi e le limitazioni d’uso riportate in etichetta.

In biologico, è bene intervenire in previsione di pioggia con Sali di rame. L’intervento è efficace anche per il controllo di escoriosi e black rot. L’aggiunta di zolfo rende il trattamento efficace anche nei riguardi delle infezioni ascosporiche di oidio, In questa fase si consiglia di addizionare al Rame Cerevisane o Laminarina o Cos-Oga (induttori di resistenza ad azione preventiva) o Olio essenziale di Arancio dolce allo scopo di migliorare l’efficacia dell’intervento e limitare le quantità di rame distribuito.


Come scegliere i prodotti

All’interno di una strategia di difesa, la scelta dei prodotti utilizzati varia tenendo conto dei seguenti fattori:

  • Rischio peronosporico (in questo l’uso dei modelli previsionali danno un notevole contributo);
  • Fase fenologica della coltura;
  • Velocità di accrescimento della vegetazione (i prodotti di copertura non proteggono la nuova vegetazione cresciuta dopo il trattamento);
  • Caratteristiche del principio attivo:

- Efficacia;

- Resistenza al dilavamento;

- Modalità di azione;

- Traslocazione;

- Persistenza;

  • Altre avversità da contenere (vi sono principi attivi che possiedono una attività collaterale anche nei confronti di oidio e black rot).
Vite, anche quest’anno peronospora protagonista - Ultima modifica: 2024-06-17T08:00:45+02:00 da Roberta Ponci

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