Sì al siero nei biodigestori, la Lombardia non retrocede

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È con il Dgr n. XI/3021 del 30 marzo scorso che la Lombardia dice un sì definitivo al conferimento del siero di latte negli impianti di biodigestione anaerobica. Un provvedimento che ha l’obiettivo di limitare gli impatti che l'emergenza Covid-19 sta avendo sul settore lattiero caseario

Accade nei giorni scorsi in Lombardia: un decreto sblocca la possibilità di destinare il siero non collocato agli impianti di biogas risolvendo il problema dell'industria casearia. Le difficoltà legate alla carenza di personale, a causa del coronavirus, hanno infatti ridotto l'attività di alcune imprese del settore mangimistico che impiegano il siero nell'alimentazione zootecnica. Un problema per l'industria lattiero casearia che si è trovata a dover ricollocare importanti volumi di siero e ha chiesto delle alternative.

La Regione è quindi intervenuta, approvando il decreto n. 3419 del 16 marzo 2020 (e successivamente con modifiche il  n. 3471 del 24 marzo 2020) per risolvere il problema.

Il provvedimento stabilisce che con una semplice comunicazione all’Ats il siero possa essere destinato, tale e quale o concentrato, agli impianti di biogas per produrre energia elettrica da fonti rinnovabili. Sono più di 400 gli impianti in esercizio in Lombardia su un totale di 1.400 presenti a livello nazionale.

La filiera sembra molto soddisfatta e vede in questa nuova misura un'opportunità per la propria sopravvivenza in questo momento di forte crisi.

Leggi l'articolo di approfondimento pubblicato su Terra e Vita il 18 marzo scorso.

sieroMa qualche giorno dopo scatta la diffida

Tutto bene fino a quando, pochi giorni dopo l'emanazione del provvedimento, scatta una diffida di matrice ambientalista.
La diffida, inviata alla stessa Regione, al presidente Attilio Fontana, al direttore dell’Ambiente e Clima Lombardia Anna Maria Ribaudo e, per conoscenza, al premier Giuseppe Conte, oltre che ai ministeri e alle rappresentanze del mondo agricolo e lattiero caseario, cerca di bloccare il provvedimento davanti una filiera del latte compatta e pronta a sostenerlo.

Tra i firmatari della diffida ci sono la sezione cremonese di Slow Food, l’associazione ambientalista Noi, ambiente e salute di Viadana (Mn), il coordinamento No Triv Lombardia e gli Stati generali ambiente e salute di Cremona.

Con l’obiettivo di difendere l’ambiente, i rappresentanti ambientalisti hanno in realtà corso il rischio di sortire l'effetto contrario, ossia causare loro stessi un danno all'ambiente: Il siero non collocato per la ridotta capacità dello stabilimento lombardo che lo polverizzava infatti avrebbe potuto essere ipoteticamente e accidentalmente versato - operazione ovviamente vietata (perché deve essere trattato come rifiuto speciale) - nei campi o nei tombini delle fogne.

Leggi l'articolo di approfondimento pubblicato su Terra e Vita il 20 marzo scorso.

No al decreto anche dai Cinquestelle lombardi

Ma a opporsi al provvedimento lombardo non sono stati solo gli ambientalisti: i consiglieri regionali lombardi del M5s Massimo De Rosa, Roberto Cenci e Marco Degli Angeli hanno chiesto, insieme con alcuni comitati e associazioni «la revoca del decreto dirigenziale in cui Regione Lombardia autorizza l’utilizzo del siero del latte negli impianti biogas.
Il ragionamento dei rappresentanti del Movimento Cinque Stelle parte dal dato che mette in evidenza la correlazione fra alti livelli di inquinamento atmosferico e patologie respiratorie: «Ricordiamo che un impianto a biogas emette, da autorizzazione, 500 mg di NOx per NM3 emesso, contro i 20 mg di una normale centrale a turbogas. Quindi 25 volte tanto, sempre vengano rispettati i parametri. Arpa ha spesso constatato superamenti fino a 600 mg di NOx emessi per NM3. I 500 impianti a biogas lombardi emettono ogni anno oltre 5 mila tonnellate di NOx. Adesso non è il caso di incentivare la produzione di biogas, anche attraverso deroghe all’utilizzo del siero del latte».

Secondo i consiglieri pentastellati «Questo tipo di produzione non ha un ruolo strategico, dal momento che non è collegata al ciclo dei rifiuti solidi urbani e non è correlata ad auto smaltimento di reflui e autoproduzione energetica aziendale» A loro parere: «in Lombardia esistono all’incirca 500 impianti biogas, molti dei quali esercitano la propria funzione nei pressi di contesti urbani. È noto come vi sia un’incidenza maggiore del numero di polmoniti, all’interno di zone in cui i cittadini sono esposti a livelli di inquinamento sopra la media. Per questo, in un momento come questo di forte stress per il nostro sistema sanitario nazionale, riteniamo doverosa la revoca del decreto dirigenziale in cui Regione Lombardia autorizza il siero del latte nei biogas. Al fine di non aggravare ulteriormente una situazione prossima al collasso».

I rappresentanti del Movimento Cinque Stelle hanno chiesto con una nota che anche ai gestori degli impianti per la produzione del biogas sia imposta la sospensione forzata delle attività.

sieroLa Lombardia annulla il decreto ma solo per poco

Il 25 marzo scorso arriva la risposta della Lombardia che con decreto n. 3784 dispone l'annullamento d'ufficio dei due precedenti (n. 3419 del 16 marzo 2020 e 24 marzo, n. 3471) che avevano introdotto la possibilità di inviare il siero di latte all'interno degli impianti di digestione anaerobica. La scelta di annullare tali decreti si legge: è stata effettuata "in virtù di approfondimenti giuridici volti a identificare il soggetto competente a emanare le disposizioni oggetto dei medesimi e ciò al fine di evitare effetti pregiudizievoli all’interesse pubblico e alla collettività in generale che un atto illegittimo potrebbe arrecare".

Alla fine arriva il sì definitivo

Ma il dietrofront ha vita breve e il 30 di marzo, con Dgr n. XI/3021, la questione viene affrontata in maniera definitiva, anche alla luce delle precisazioni contenute in una nota del 23 marzo del Ministero della salute.

Nel documento si legge che fino al 31 maggio 2020, la Lombardia autorizza il conferimento di siero derivante dalle lavorazioni lattiero-casearie agli impianti autorizzati ai sensi del Dlgs 387/2003 e riconosciuti a sensi del regolamento europeo n. 1069/2009, in deroga alla composizione delle matrici in ingresso ai biodigestori contenuta nelle singole autorizzazioni.

Nel caso si tratti di siero pastorizzato è inoltre previsto che tali impianti debbano possedere anche i requisiti previsti dall'allegato V del regolamento europeo n. 142/2011, un'adeguata capacità di stoccaggio dei materiali in ingresso, la presenza di sistemi di raccolta di eventuali sversamenti e anche che abbiano avviato l'iter del riconoscimento condizionato ai sensi del regolamento n. 1069/2009.

La Regione precisa che sono fatte salve la potenzialità energetica e le prescrizioni contenute nelle singole autorizzazioni rilasciate agli impianti, inclusi i valori limite alle emissioni. Viene inoltre chiarito che il digestato prodotto dagli impianti rientra nella classificazione di "digestato agroindustriale".

 

Sì al siero nei biodigestori, la Lombardia non retrocede - Ultima modifica: 2020-04-07T19:54:28+02:00 da Mary Mattiaccio

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