Le avversità climatiche come i colpi di freddo o le ondate di caldo possono influire negativamente sui bovini sia in termini di produttività che addirittura di sopravvivenza. È quindi molto importante che l’allevatore sappia quale sia il range di temperatura in grado d’offrire una condizione di confort.
Per quantificare la confortevolezza d’un ambiente ci si può riferire al Thi: un indice definito come il rapporto tra temperatura e umidità relativa.
Eppure il Thi non influenza solo le potenzialità produttive, ma anche la qualità della carne e può addirittura influire sulla salute del bovino, fino a comprometterne la stessa sopravvivenza. In ambienti temperati come quello italiano non si tende molto a preoccuparsi di questo problema, ma non si può ignorare che nell’Italia settentrionale in un anno il 40% delle ore vede un Thi superiore a quello limite.
Le conseguenze dello stress da caldo
Le conseguenze degli stress da caldo sono molteplici: aumento della temperatura corporea oltre i 38,9 °C, aumento della frequenza respiratoria e calo del battito cardiaco, stress ossidativi, che portano poi l’animale a essere più sensibile a problematiche di carattere infettivo, e ovviamente disidratazione. Il caldo poi provoca un aumento del consumo energetico del bovino da carne a causa dei meccanismi messi in atto dall’animale proprio per contrastare lo stress; in questo modo viene destinata energia a questi scopi anziché alle funzioni produttive.
Rischiano poi d’aumentare i disordini metabolici e si assiste a un calo del consumo di alimento; quest’ ultimo fenomeno, che può verificarsi già due giorni dopo l’ondata di calore, compromette gravemente le performance di crescita e anche quelle riproduttive. Bisogna quindi cercare di ridurre lo stress da caldo anche ricorrendo a soluzioni semplici come la creazione di zone adombrate o l’aspersione d’acqua.
In ultimo si riscontrano anche conseguenze sulla qualità della carne, che, dopo stress da caldo, può peggiorare nel gusto e nella consistenza e anche risultare meno conservabile.
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