Una recente indagine svolta prima dalla Commissione europea e, ad aprile scorso, da una delegazione del Parlamento europeo, ha rilevato che 20 stabilimenti di produzione carne che esportano i loro prodotti negli Stati membri, non rispettano le norme comunitarie.
Il Copa Cogeca ha subito dichiarato il suo pieno appoggio alla decisione che la Commissione si accinge a prendere, di vietare le importazioni da 20 impianti brasiliani di lavorazione delle carni e chiedono che i risultati della recente missione del Parlamento europeo in Brasile siano analizzati con urgenza.
Il Segretario generale del Copa Cogeca, Pekka Pesonen, ha inoltre dichiarato: «Non è la prima volta che sono stati rilevati controlli insufficienti in questo paese. Non possiamo permetterci di minare le elevate norme di qualità e di tracciabilità applicate nell'Ue».
Questa richiesta fa seguito alla presentazione da parte dell'eurodeputato Michel Dantin della relazione al gruppo di lavoro "Carni bovine" del Copa Cogeca, che ha dichiarato: «Dopo la nostra missione in Brasile è chiaro che tale paese non rispetta i requisiti sanitari europei di base. I negoziatori commerciali dell'UE devono averlo ben presente prima di offrire ingenti concessioni al Brasile nell'accordo UE-Mercosur. Ne va della salute dei nostri cittadini e del futuro degli agricoltori e delle zone rurali».
Secondo il Copa Cogeca, studi dimostrano inoltre che l'UE è già autosufficiente al 102% nella produzione di carni bovine e che l'impatto cumulativo degli accordi commerciali negoziati con paesi non-UE, assieme al potenziale impatto della Brexit, porteranno ad un mercato eccedentario con un calo del 16% nei prezzi della carne bovina che metteranno a rischio la crescita e l'occupazione nelle zone rurali.
Di conseguenza, il Copa Cogeca esortano l'UE a non accordare ulteriori concessioni sui prodotti agricoli sensibili in cambio di benefici in altri settori economici nell'ambito dei negoziati commerciali con il blocco dei paesi dell'America latina (Mercosur). La maggior parte delle importazioni europee di carni bovine, zucchero, riso, etanolo, pollame e succo di arancia provengono già da questi paesi per cui ulteriori agevolazioni rischiano di mettere seriamente a repentaglio il settore agricolo europeo.