«Affrontare la questione dei migranti, oltre all’inclusione e l’inserimento lavorativo di soggetti con diversi tipi di disagio, sono temi che riguardano da vicino quello che l’ASes (Agricoltori Solidarietà e Sviluppo) ha rappresentato fino ad oggi: una Ong rivolta al sostegno di popolazioni e persone indigenti in ambito rurale tramite progetti di cooperazione internazionale. Da questa base parte un nuovo progetto». Così, la presidente di Ases Cinzia Pagni ha aperto il convegno: “Agricoltori, solidarietà e sviluppo: un nuovo welfare di comunità”, svoltosi a Roma il 27 giugno. Il progetto si chiama “agricoltura sociale”. La presentazione del nuovo programma dell’organizzazione no profit della Cia, che per l’occasione ha rinnovato statuto e mission, ha infatti messo in evidenza la scelta di includere l’agricoltura sociale nelle finalità istituzionali della Ong. Un vero e proprio ampliamento di attività e di scopo che coinvolgerà in percorsi di multifunzionalità le aziende agricole associate alla Cia, con l’obiettivo di creare un unico grande polo che interpreti l’agricoltura come forma di riscatto sociale ed economico. L’Italia, con oltre 3mila progetti e pratiche di agricoltura sociale all’attivo, si colloca ai primi posti nello scenario europeo. Sono tantissime le aziende che hanno già avviato questo nuovo modo di fare agricoltura, contribuendo a rafforzare quello che sta diventando un vero e proprio fenomeno in continua espansione. A oggi, infatti, sono circa 4 mila gli addetti che operano su tutto il territorio nazionale, per un valore complessivo della produzione di 200 milioni di euro. «Quella con ASes - ha concluso il presidente della Cia Dino Scanavino - è una sfida sociale ed economica in cui noi vogliamo giocare un ruolo da protagonisti. Il welfare di comunità è un’esigenza sempre più sentita e rilevante nel mondo rurale e civile».
La Cia lancia un nuovo progetto per l’agricoltura sociale
Rinnovato anche lo statuto e la mission di ASes (Agricoltori solidarietà e sviluppo) la Ong della Cia