Biotecnologie, il futuro è già qui e l’agricoltura è in prima fila

I metodi avanzati di indagine genomica e la capacità di sequenziare/risequenziare l’intero genoma delle specie di interesse, insieme alla possibilità di intervenire con le tecniche precise di genome editing, hanno aperto scenari promettenti per migliorare la produzione agro-alimentare. L’analisi presentata all’assemblea annuale di Assobiotec svoltasi oggi a Roma.

«Il biotech è innovazione e futuro sostenibile, ed è già qui. E ancora di più vorrà e potrà esserci in futuro se tutto il sistema saprà accompagnarlo e sostenerlo, facendo correre l’Italia all’interno e non ai margini del cambiamento globale». Questo, l’appello lanciato dal presidente di Assobiotec Riccardo Palmisano nel corso dell’Assemblea Assobiotec-Federchimica che si è tenuta oggi a Roma e che ha visto la riconferma della carica di Palmisano per il triennio 2019-2022.

Riccardo Palmisano

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«Progressi importanti nell'ambito delle innovazioni biotecnologiche - incalza Palmisano - sono stati fatti nel settore agroalimentare. Le grandi opportunità offerte dalle ‘forbici molecolari’ del Crispr-Cas9 rendono oggi per la prima volta possibile tagliare con estrema precisione sequenze di DNA e inserire, eliminare o sostituire porzioni di queste. Una tecnica che, se applicata al mondo vegetale, permette di preservare e rendere più resistenti le varietà esistenti, aspetto chiave per un’agricoltura, come quella italiana, con un ricco patrimonio di bio-diversità, ma anche di contenere l’utilizzo delle risorse ambientali, acqua e suolo in primis».

Biotecnologie utili per produrre di più e in modo sostenibile

La sfida che la produzione agricola globale deve affrontare per rispondere alla domanda di cibo sufficiente e sicuro per tutti, con un valore nutritivo più elevato e produzioni più sostenibili per l’ambiente, è critica per l’intera umanità. Una popolazione mondiale che aumenta, saremo circa 10 miliardi nel 2050, chiede all’agricoltura di produrre il 70% in più di quanto fatto fino ad oggi. Una risposta che le biotecnologie, con la genomica e le tecniche di editing genetico, possono offrire.

Per queste ragioni, l’Italia, sostiene Assobiotec, non può sottrarsi alla necessità di garantire sostenibilità e competitività al proprio modello agroalimentare molto diversificato per colture, ambienti di crescita e specificità dei prodotti, e per farlo deve puntare sull’innovazione continua.

geni

La questione normativa

La sentenza della Corte di Giustizia europea che lo scorso luglio ha omologato dal punto di vista normativo gli organismi ottenuti mediante gli strumenti di estrema precisione del genome editing, che evitano l’inserimento di DNA estraneo in una coltura, agli ormai vecchi Ogm, ha rallentato il lavoro di miglioramento genetico.

«A seguito di questa sentenza - sottolinea Palmisano -, gli strumenti di estrema precisione di questa tecnologia, si trovano a dover seguire un processo di autorizzazione penalizzante, in termini di costi, complessità delle procedure e di tempi di valutazione, allontanandoci di fatto dal futuro».

Penalizzate le forme di agricoltura specializzate e innovative

L’attuale situazione normativa colpisce duramente le forme di agricoltura specializzate, di elevata qualità e orientate all’innovazione, come quelle che caratterizzano il Made in Italy. «A causa di questa sentenza – dice Palmisano –, la ricerca italiana, che per competenza e avanzamento degli studi, sarebbe perfettamente in grado di valorizzare le biotecnologie sostenibili del genome editing, rischia di non poter utilizzare sul campo il lavoro fin qui svolto, con ripercussioni sulla parte più avanzata e moderna dell’agricoltura nazionale».

Biotecnologie a garanzia della sicurezza alimentare

«Innovare in questo settore – conclude Palmisano - significa anche garantire la sicurezza e le caratteristiche peculiari delle nostre produzioni alimentari, tanto apprezzate dai consumatori. Grazie alla capacità di indagine basata sulla caratterizzazione del profilo genetico di colture e alimenti possiamo, infatti, offrire garanzie sulla salubrità degli alimenti, sulla loro provenienza e sull’assenza di contaminazioni che i metodi tradizionali non riuscivano a dare. Dei passi avanti sui quali proprio la ricerca italiana ha dato un contributo decisivo con la mappatura genica delle più importanti varietà vegetali».

I tre punti cardine per un’agricoltura sostenibile e competitiva secondo Assobiotec:

Una politica di sostegno alla ricerca che comprenda e promuova i più recenti progressi della genetica vegetale, orientandola coerentemente alle necessità prioritarie di sviluppo di mercato e affermazione del Made in Italy agroalimentare;

Il sostegno nazionale allo sviluppo di una politica comunitaria coerente con questi obiettivi, evitando che approcci legislativi riduttivi riguardino i miglioramenti ottenibili con il genome editing;

La promozione di una corretta informazione per il pubblico dei consumatori basata sulla realtà dei fatti e sulla presentazione dell’innovazione nella sua giusta prospettiva.

L’Italia del Biotech in cifre (dati 2018 Assobiotec – Enea)

641 imprese, 13 mila addetti e 11,5 miliardi di euro di fatturato.

Il panorama delle imprese che operano nell’area agricoltura e zootecnia in Italia rappresenta il 9% del totale delle imprese biotech e generano l’8% del fatturato totale.

Negli ultimi tre anni +16% del fatturato, +17% investimenti in R&S.

+15% addetti al biotech nelle imprese dedicate alla R&S biotech a capitale italiano.

L’insediamento delle imprese è localizzato per oltre l’80% nel centro-nord del Paese.

Quasi il 90% del fatturato realizzato da attività biotech si concentra in sole tre regioni: Lombardia, Lazio, Toscana.

Biotecnologie, il futuro è già qui e l’agricoltura è in prima fila - Ultima modifica: 2019-05-16T20:56:42+02:00 da Laura Saggio

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