Tea: «Bene l’accelerazione italiana. Ora avanti in Europa»

All'interno dell'articolo video intervista alla ricercatrice dell'Università di Milano Vittoria Brambilla

«Siamo ad un punto che fino a qualche anno fa sarebbe stato difficile da immaginare visto l'ostracismo e la poca attenzione che il Parlamento aveva manifestato verso i temi della ricerca e della scienza applicata all'agricoltura. Ora, anche a livello europeo, si intraprenda un iter normativo che possa definire il percorso con cui gli agricoltori utilizzeranno le Tecniche di evoluzione assistita»: l’appello del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti

«Siamo ad un punto che fino a qualche anno fa per gli agricoltori sarebbe stato difficile da immaginare visto l'ostracismo e la poca attenzione che il Parlamento aveva manifestato verso i temi della ricerca e della scienza applicata all'agricoltura. Oggi questo grande risultato ottenuto nella discussione in Senato dà finalmente speranza di poter iniziare a ragionare da qui a breve sulla possibilità di utilizzare le Tea in pieno campo: è un grande successo. Ora mi auguro che anche a livello europeo si arrivi alla pianificazione di un iter normativo che possa definire il percorso con cui poi noi agricoltori utilizzeremo le Tea».

È l’appello che il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha lanciato nel corso del confronto sulle Tea organizzato a Roma a Palazzo della Valle con istituzioni e mondo della ricerca, all'indomani dell’approvazione del provvedimento sulle Tea nel dl Siccità che dà una svolta alla ricerca e rappresenta un importante passo avanti per l’agricoltura italiana.

«Il Parlamento europeo e il Consiglio Ue lavorino in stretta collaborazione per arrivare a una codecisione entro i primi mesi del 2024»

«Abbiamo poco tempo per approvare la proposta di regolamento sulle tecniche genomiche che la Commissione Ue presenterà il prossimo 5 luglio. Il Parlamento europeo e il Consiglio Ue – ha proseguito – devono lavorare in stretta collaborazione per arrivare a una codecisione entro i primi mesi del 2024, altrimenti si rischia di bloccare l’iter del dossier. La campagna elettorale europea del prossimo anno ritarderebbe infatti la procedura di adozione posticipandola al 2025, con tutte le conseguenze che ne deriverebbero per la produttività e la competitività dell’agricoltura italiana».

La sfida, ha ribadito Giansanti, è «accelerare, far avviare nel semestre spagnolo l'approvazione del percorso delle Tea a Bruxelles e chiudere l'iter autorizzativo legislativo nazionale per fare veramente sperimentazioni in pieno campo».

Tea, il nodo etichettatura

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Herbert Dorfmann.

A livello europeo, nel testo potrebbe emergere l’ipotesi di un’etichettatura per i nuovi prodotti derivanti dalle Tea. «Qualora ci fosse bisogno di una rintracciabilità – ha affermato l’europarlamentare Herbert Dorfmann - questa deve avvenire tramite il materiale di propagazione, ad esempio sulla barbatella o sulla pianta da melo, e non sull’alimento finale».

«Qualora il quadro regolamentare venisse armonizzato per il meglio – ha concluso Giansanti - sarà poi necessario affiancare all’apertura normativa un significativo piano di investimenti pubblici e privati per implementare il processo produttivo di un’agricoltura del futuro».

La scienza è pronta

Presenti all’incontro Riccardo Velasco, direttore del Centro di Ricerca Viticoltura ed Enologia del Crea, e Vittoria Brambilla, biotecnologa e ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Agrarie e ambientali dell’Università degli Studi di Milano, che hanno illustrato gli studi che stanno svolgendo grazie all'editing, ma anche i vantaggi di queste tecniche utili ad affrontare le questioni del cambiamento climatico e della sostenibilità.

Brambilla: «Le piante che metteremo nei campi sperimentali saranno frutto della ricerca pubblica italiana, no di multinazionali»

«Non si sa ancora quando saranno messe in campo le piante fatte con la tecnologia di evoluzione assistita, al momento mancano i dossier per fare la domanda per testarle fuori dai laboratori e i protocolli, li attendiamo, sono in via di definizione. Ma c’è volontà di fare queste sperimentazioni - ha puntualizzato Brambilla -. In regione Lombardia, per esempio, c’è l'intenzione chiara di sperimentarle in campo, anche grazie a un decreto di fine 2022 che designa un possibile sito sperimentale: l’azienda agricola Riccagioia in provincia di Pavia che dipende da Ersaf».

Tea e opinione pubblica, cosa potrebbe succedere quando avremo piante in campo a scopi sperimentali?

«Le Tea non sono Ogm, quindi non sono distinguibili dalle piante prodotte con il miglioramento genetico classico, anche facendo analisi di genetica molecolare. Questo le proteggerà da chi è contrario. Anche se nell’opinione pubblica trovo apertura verso l’utilizzo di queste tecnologie. Ricordo inoltre che le piante che metteremo nei campi sperimentali saranno frutto della ricerca di università pubbliche italiane, no piante di multinazionali».

Piovan: «Con le Tea piante più resistenti alle avversità»

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Deborah Piovan.

La presidente della Fnp Proteoleaginose di Confagricoltura, Deborah Piovan, ha spiegato l’utilità della Tea per l’agricoltura e le sue imprese: «Il cambiamento climatico espone le piante coltivate a fenomeni meteo estremi, le temperature sono più alte e le colture che usiamo sono state selezionate quando il clima era più freddo. Questi cambiamenti incidono anche sulle popolazioni di insetti nocivi e sulle malattie che attaccano le piante.

Ci sono poi temi di sostenibilità economica delle aziende agricole, che operano su mercati internazionali esposti alle incertezze che derivano da situazioni di crisi in diverse parti del mondo. Infine, le politiche agricole spingono verso standard di sostenibilità ambientali sempre più alti, per ottenere i quali è necessario che si effettuino valutazioni di impatto ex ante e che richiedono un approccio basato sempre su dati scientifici.

Per rispondere a tutte queste sfide le imprese devono poter accedere a ogni strumento messo a disposizione dall'innovazione, al fine di salvaguardare la tipicità dei prodotti per cui l'agroalimentare italiano è apprezzato».

Tea nel mondo

Come Italia e come Unione Europea siamo già in ritardo. Nel resto del mondo, come evidenziato da Confagricoltura, lavorano sulle Tea da diversi anni.

In Cina, a seguito delle nuove linee guida emanate all’inizio del 2022 circa lo snellimento delle procedure di approvazione di specie editate geneticamente, di recente è stata approvata la sicurezza di una soia geneticamente modificata ed eliminato il gene responsabile della crescita delle spine intramuscolari di un pesce di acqua dolce (carpa), dando vita a una specie senza spine.

Negli Stati Uniti, il Dipartimento dell’Agricoltura (Usda) è ad uno stato avanzato di regolamentazione dell’editing genetico (mutagenesi mirata e cisgenesi), dopo che il Segretario Tom Vilsack ha mobilitato un’ingente quantità di investimenti e supporti istituzionali per incentivare l’innovazione in agricoltura su scala globale.

In sostanza, i più grandi esportatori di prodotti agricoli su scala mondiale, dagli Stati Uniti, al Brasile, all’Argentina, fino alla Cina, stanno puntando sul loro utilizzo e diffusione, determinando in Italia una condizione di disparità rispetto alle importazioni da Paesi terzi.

 

Tea: «Bene l’accelerazione italiana. Ora avanti in Europa» - Ultima modifica: 2023-06-08T11:50:31+02:00 da Laura Saggio

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