Canapa, Gallinella: «Corretto trattarla come una pianta officinale»

canapa
Filippo Gallinella
Per normare la coltivazione di infiorescenze e foglie c’è una proposta di legge che però dovrà trovare i voti in aula

In questi giorni la canapa è tornata al centro del dibattito politico per il successo della raccolta firme a sostegno del referendum che vorrebbe legalizzarne la coltivazione per uso personale. Anche l’agricoltura attende norme più chiare per far decollare una filiera dal potenziale elevato. Il presidente della Commissione Agricoltura della Camera Filippo Gallinella prova a fare chiarezza sulla normativa attuale e propone la sua ricetta per superare l’impasse.

Onorevole Gallinella, si torna a parlare di canapa, può cambiare qualcosa anche per la coltivazione agricola?

«Da quando sono in Parlamento, l’argomento legalizzazione è stato sempre dibattuto con una forte contrapposizione tra le diverse forze politiche. Ritengo che questa iniziativa del Referendum possa aiutare a sbloccare la situazione di impasse tra i gruppi parlamentari. Depenalizzare per piccoli usi personali credo non faccia male a nessuno. Al contempo, questo referendum parla di un altro tipo di canapa che nulla ha a che vedere con la “canapa industriale” che viene da seme certificato, ha delle regole prestabilite e una filiera con tante opportunità già oggi possibili: dall’estrazione di sostanze attive al cibo, dalla cosmetica alle fibre. Si tratta di due argomenti che non vanno confusi».

Il mondo agricolo è rimasto deluso dalla marcia indietro del ministro Patuanelli di qualche mese fa. Quali spazi ci sono per sbloccare la situazione?

«Il decreto sulle piante officinali è un provvedimento molto importante e atteso dal settore, frutto di tre anni di lavoro ministeriale, di approfondimento e di confronto con gli operatori. Ritengo sia necessario chiudere la questione quanto prima e il blocco avvenuto prima della pausa estiva sia facilmente superabile. Il dibattito che ne è nato credo abbia solo ingenerato ulteriore confusione perché ritengo che classificare la pianta di canapa come le altre presenti nell’elenco sia una cosa corretta. Ciò non toglie che la canapa contiene parti classificate come stupefacenti, sia a livello nazionale che internazionale, quindi prevede attenzioni particolari».

Per far decollare la coltivazione della canapa in Italia resta il nodo delle infiorescenze e delle foglie. C’è una proposta di legge che porta anche la sua firma, ma che probabilità ha di essere approvata conoscendo le diverse sensibilità del Parlamento su questa questione?

«Con la canapa si possono fare tante cose e, pertanto, non è corretto legare a un solo aspetto la sua crescita. Il tema è: cosa ci vogliamo fare con le infiorescenze da canapa industriale, a seme certificato e a basso tenore di Thc, comunque classificata come stupefacente da norme sovranazionali? Per gli alimenti c’è il Regolamento Ue 258/2007 sui Novel Food. Per l’estrazione di principi attivi bisogna seguire le procedure del Ministero della Salute dettate dalla legge 309/1990. Per la cosmetica vige il Regolamento Ue 1223/2009. Un eventuale utilizzo al di fuori del percorso già normato passa dall’esclusione delle infiorescenze di canapa industriale (quindi non illegale) sotto un determinato tenore di Thc dalla Legge 309/1990 così da non considerarle stupefacenti. Ed è proprio ciò che prevede una mia proposta di legge, la 2331 depositata a gennaio 2020. Personalmente sono anche favorevole a renderla un prodotto da fumo come il tabacco, ma proprio come quest’ultimo, andrebbe gestita considerando in più che, contenendo determinate sostanze, ne andrebbero definiti i limiti».

Canapa, Gallinella: «Corretto trattarla come una pianta officinale» - Ultima modifica: 2021-09-27T21:36:53+02:00 da Simone Martarello

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