L’Italia sta vivendo un momento critico nazionale ed è comune la sensazione che, se venissero prese decisioni adeguate e responsabili insieme ad azioni mirate, la crisi attuale potrebbe diventare una svolta epocale per uno dei settori strategici del sistema-paese, in particolare per il settore agricolo lato sensu.
Editoriale di Terra e Vita 9/2021
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Il nostro Paese ha bisogno di una nuova visione e di un’azione immediata da parte di tutti gli stakeholder, in modo da trasformare l’agricoltura in una grande opportunità, tracciandone il destino piuttosto che considerarla un settore da abbandonare al suo continuo declino.
Percorsi inclusivi d'innovazione
Tale opportunità potrà essere colta, però, solo affrontando un percorso d’innovazione e modifica che coinvolga tutti gli attori coinvolti.
Le strutture e le infrastrutture di questo sistema, comprese le associazioni e le imprese di produzione, le istituzioni politiche ed economiche, ma anche i poli scientifici e culturali, sia pubblici che privati, dovranno comunicare meglio tra loro e collaborare in modo più efficiente e coordinato.
Tutto ciò sosterrà le attività nazionali e migliorerà la competitività internazionale dell’agricoltura, dalle innovazioni agro-tecnologiche al commercio dei prodotti agroalimentari.
La solita sfida
In generale, la sfida più significativa per l’agricoltura è soprattutto quella di aumentare la produttività delle colture garantendo la sostenibilità ambientale: siamo fiduciosi che ottenere rese più elevate con una migliore qualità su spazi sempre più ridotti (“produrre di più con meno”) sia possibile, come dimostra l’esperienza di altri Paesi.
Da affrontare con nuovi strumenti
Nello specifico, il settore delle piante coltivate richiede urgentemente lo sviluppo di nuove varietà, resistenti o tolleranti ai cambiamenti climatici, adattabili ai terreni marginali, e adatte a bassi input.
Le nuove tecniche di breeding, comprese le piattaforme di editing genico e del genoma, combinate con l’agricoltura di precisione in sistemi agricoli sostenibili sono la risposta a questo bisogno specifico.
Nell’ottica dell’Agricoltura 4.0 e dell’avvento di modelli digitali per il monitoraggio del suolo, delle colture e del bestiame attraverso l’internet delle cose, l’intelligenza artificiale e il machine learning, appare evidente che il benessere degli animali d’allevamento deve necessariamente rientrare nella cosidetta “One Health”, attraverso una visione co-integrata della salute umana, animale e ambientale.
L'indispensabilità di un settore primario resiliente
La sostenibilità ambientale e la bioeconomia circolare possono diventare i nuovi paradigmi di consumo, oltre alla non più differibile necessità del recupero delle tradizioni rurali e culturali dei territori.
La pandemia Covid-19 ha sottolineato l’importanza di un settore primario robusto e di un sistema agroalimentare resiliente che funzioni in tutte le circostanze, essendo in grado di garantire l’accesso a una fornitura sufficiente di cibo a prezzi accessibili per i cittadini. D’altra parte, la strategia “Farm to Fork” è in realtà al centro del Green Deal europeo, che mira a rendere i sistemi di produzione alimentare equi, sani e rispettosi dell’ambiente.
Nuovi percorsi per arrivare alla meta
I sistemi agricoli nazionali non possono essere resilienti alle crisi come l’attuale pandemia se non sono sostenibili. Abbiamo bisogno di ridisegnare i sistemi alimentari, responsabili di quasi un terzo delle emissioni globali di gas serra, che consumano grandi quantità di risorse naturali, causano la perdita di biodiversità, hanno impatti negativi sulla salute (dovuti sia alla sotto- che alla sovranutrizione) e non permettono ritorni economici equi e mezzi di sussistenza per tutti gli attori, in particolare per i produttori del settore primario.
Mettere i nostri sistemi agroalimentari su un percorso sostenibile porterà anche nuove opportunità per gli operatori della catena del valore alimentare e nuove garanzie per i consumatori. Le nuove tecnologie e le scoperte scientifiche, combinate con la crescente consapevolezza del pubblico e la domanda di cibo sostenibile, porteranno benefici a tutti gli attori.
Paolo Sambo
professore dell’Università di Padova
paolo.sambo@unipd.it