L’ordine del giorno dei lavori del Senato prevedeva per il 26 luglio la ratifica dell’accordo Ceta tra Unione europea e Canada. Le polemiche tra fautori ed oppositori che si sono infiammate nelle ultime settimane non lasciavano presagire una ratifica quasi formale ma addirittura si paventava il rischio di una bocciatura.
Ma a togliere dalle ambasce il Governo, è arrivato un provvidenziale rinvio dovuto al fatto che i lavori del Senato devono dare la precedenza alla conversione in legge dei decreti legge di prossima scadenza.
La ratifica del Ceta rimane all’ordine del giorno ma prima si parlerà e si approveranno i decreti legge sullo sviluppo del Mezzogiorno e sul salvataggio delle banche venete e quindi si ritornerà, se ancora ci sarà tempo, prima della pausa estiva, alla ratifica dell’accordo comunitario con il Canada.
Il Governo potrebbe tentare una ratifica a sorpresa nei primi giorni di agosto quando i ranghi dei senatori cominciano già a ridursi ma il fronte degli oppositori vigila su ogni eventuale colpo di mano.
Movimenti e associazioni, che da mesi si battono contro l’approvazione dell’accordo, hanno promesso che continueranno a dare battaglia finché la ratifica non sarà cancellata e registrano come una vittoria della campagna Stop-Ceta il rinvio di oggi.
Senza fretta
Il Governo comunque non appare intenzionato ad affrettare i tempi. La sensazione, condivisa e trasversale agli schieramenti, è che si arriverà a un “rinvio fisiologico” della discussione a dopo l’estate.
Anche se non sono riuscite a ottenere un rinvio ufficiale della ratifica, infatti, le organizzazioni contrarie all’accordo Ue-Canada ne hanno comunque rallentato l’iter. Con la loro pressione hanno instillato dei dubbi e convinto molti a riflettere ancora un po’ prima di dare il via libera al provvedimento. Gli osservatori politici rilevano che il risultato è che l’Mdp, che fa parte della maggioranza, si è chiamato fuori, dichiarandosi contrario alla ratifica. E anche l’alleato che in teoria potrebbe venire in soccorso, Forza Italia che ha già sostenuto l’accordo in commissione Esteri a Palazzo Madama, è alle prese con un dibattito al proprio interno, e non è detto che assicuri un sostegno compatto.
Alcuni effetti su come funzioneranno le nuove regole tra Unione europea e Canada vengono accennati dalla Coldiretti. Il Canada, ad esempio, potrà continuare a produrre e vendere sul proprio mercato il Parmesan, come anche Asiago, Fontina e Gorgonzola, ma dovrà aggiungere l’indicazione ‘made in Canada’. In cambio, potrà entrare sul mercato canadese il prosciutto di Parma Dop (fino ad ora proibito) in coesistenza, però, con il Prosciutto di Parma canadese. Nel caso di eventuali nuovi prodotti canadesi di imitazione, questi dovranno essere accompagnati dalle espressioni “tipo, stile o imitazione”.