Trissolcus mitsoukuri, uno dei parassitoidi della dannosissima cimice marmorata asiatica, è stato rinvenuto in Friuli VG, nel 2018, per la prima volta in Italia (ora diffusosi anche in Veneto, Trentino ed Emilia Romagna). Dai monitoraggi effettuati dall’Ersa, risulterebbe essere assai efficace nel contenimento della temibile cimice la quale, proprio grazie all’iperpassitizzazione causata dal T.mitsoukuri, per la prima volta dal suo arrivo in questa regione, nel 2014, ha visto ridurre significativamente la propria popolazione.
Il convegno di Villa Manin
È una delle buone notizie esposte da Iris Bernardinelli, ricercatrice dell’Ersa, emersa
durante un recente convegno tenutosi a Villa Manin di Passariano (Udine) sul tema: “La cimice asiatica marmorata: situazione attuale e scenari”, fortemente voluto dalla II Commissione consiliare regionale, presieduta da Alberto Budai.
Il T. mitsoukuri è un parente stretto di T. japonicus (la cosiddetta vespa Samurai), ha un comportamento molto simile e, pare avere la stessa efficacia nel parassitizzare le uova della cimice. Efficacia di contrasto e contenimento che, secondo l’Ersa, non hanno dimostrato finora né la distribuzione di prodotti chimici specifici, né le reti antinsetto. Anche l’esperienza del lancio del (presunto) antagonista autoctono Anastatus bifasciatus ha dato finora risultati poco soddisfacenti.
Corsa contro il tempo
Perciò, il Crea di Firenze che, recentemente è stato autorizzato dal Mipaaf a rappresentare tutte le regioni colpite dalle invasioni della cimice (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Trentino, Veneto e Friuli VG), sta predisponendo un report sul T. mitsoukuri che si affiancherà a quello già in via di redazione finale dell’attività del T. japonicus, il quale ha già una solida pubblicistica scientifica alle proprie spalle. Ora la tempistica è tutto se si vuole giungere a qualche risultato concreto di contenimento, già a partire dalla prossima stagione produttiva.
Per poter riprodurre gli antagonisti alloctoni e distribuirli nell’ambiente con un’operazione di difesa biologica su larga scala, serve l’autorizzazione del Ministero dell’Ambiente. A fianco, è necessario che tutte le strutture tecniche lavorino di concerto per produrre un numero significativo di antagonisti (i laboratori di Trentino ed Emilia Romagna si sono già resi disponibili) da liberare nelle aree rurali nel mese di marzo 2020.
La collaborazione dei cittadini
nella raccolta delle cimici
Allo scopo, inoltre, sarà necessario raccogliere quante più cimici possibili, durante questi mesi, per allevarle e far deporre loro le uova e, quindi, creare l’ambiente indispensabile allo sviluppo degli iperparassiti. Da parte di Ersa e dell’assessorato alle Risorse agroalimentari del Fvg partirà, perciò, una campagna di sensibilizzazione capillare che coinvolgerà non solo le istituzioni agricole pubbliche, ma anche le organizzazioni sindacali, i Comuni e i privati cittadini, alla quale sarà legata una efficace rete di supporto logistico.
Ma l’eradicazione è ormai impossibile
La brutta notizia uscita da convegno friulano è legata al fatto che, oramai, tutti gli esperti paiono convergere sull’idea che la cimice asiatica sia un insetto non eradicabile dal nostro territorio, con il quale bisognerà imparare a convivere, sperando di riuscire a creare, nel medio-lungo periodo, un equilibrio naturale che lo confini nell’area della minima dannosità.