I ritardi nei servizi irrigui pesano sul Pnrr

Il Governo Meloni chiede l’invio della terza tranche della prevista quota del Next Generation Fund, ma secondo il monitoraggio “civico” di Openpolis il nostro Paese sconta ritardi in 14 dei 55 obiettivi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza entro fine 2022. E per l’agricoltura a segnare il passo è l’impegno per i servizi idrici integrati

Italia in ritardo con le scadenze del Pnrr.

Ogni sei mesi il nostro Paese deve inviare a Bruxelles il resoconto sull’avanzamento degli interventi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Il 30 dicembre scorso l’Italia ha inviato a Bruxelles la richiesta - la prima del governo Meloni - per ricevere la terza tranche di risorse dal Next Generation Fund. Nella relazione che accompagna la richiesta il Governo italiano segnala il completamento delle scadenze europee previste per la fine dell'anno.

L’impegno del data journalism

Un raggiungimento del target smentito dal monitoraggio “civico” di OpenPolis.  Nel sito della fondazione indipendente e senza scopo di lucro che promuove progetti per l'accesso alle informazioni pubbliche, la trasparenza e la partecipazione democratica attraverso data journalism e campagne di attivismo civico si legge infatti che l’Italia è in ritardo su 14 dei 55 obiettivi tracciati dal Pnrr.

La maggior parte per motivi legati alle tempistiche burocratiche e amministrative. Mentre per 4 scadenze le mancanze sono più gravi perchè si registra la mancata realizzazione di interventi concreti.

Irrigazione, manca un decreto

Per quanto riguarda il comparto primario pesano in particolare i ritardi nell’entrata in vigore della riforma volta a garantire la piena capacità gestionale per i servizi idrici integrati, che era prevista entro il terzo trimestre 2022. Una mancanza su cui peserebbero gli indugi nell'adozione del previsto decreto interministeriale tra i ministeri dell'economia, dell'ambiente e della sovranità agroalimentare.

Ritardi che non dovrebbero compromettere la concessione della terza rata del piano, visto che finora l'operato dell’Italia è stato valutato con flessibilità.

Quasi un “piano Marshall” per il Belpaese

L’alta attenzione di Bruxelles nei confronti dell’Italia è però giustificato dall’ampia fetta di risorse destinata al nostro Paese, ovvero 191,5 miliardi di euro, di cui 68,9 di sovvenzioni a fondo perduto e 122,6 di prestiti (a cui vanno aggiunti i 30,6 miliardi del piano nazionale complementare) sul totale complessivo europeo di 672,5.

Significa che il nostro Paese è il primo destinatario con poco meno di un terzo dell’impegno complessivo dell’Unione europea (il Piano Marshall del 1948-1951, per fare un esempio, ci destinava solo il 10% delle risorse, mentre la fetta maggiore era stata destinata alla Gran Bretagna, ora fuori gioco causa Brexit).

Gli impieghi dei Green Bond

La Commissione Europea segue in tempo reale l’avanzamento della spesa e ha di recente messo online una dashboard digitale per monitorare gli impieghi dei Next Generation Green bond per i diversi obiettivi e nei diversi Paesi membri.

I ritardi nei servizi irrigui pesano sul Pnrr - Ultima modifica: 2023-01-17T01:19:26+01:00 da Lorenzo Tosi

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome