È solo questione di “corna”, non drammatizziamo.
Dopo un anno e mezzo di forzato “parcheggio”, giovedì 20 maggio è stato approvato dal Senato il disegno di legge sull'agricoltura biologica (Ddl. 988).
Una normativa molto attesa, che introduce significative politiche in favore del biologico.
La votazione al Senato ha rappresentato però anche un precedente inedito dal punto di vista dell’attività parlamentare: il Ddl è stato infatti approvato, emendato, con 195 voti a favore, 1 astenuto e 1 solo contrario. Un isolamento che corrisponde ad una sonora sconfitta politica per la Senatrice Elena Cattaneo, unica ad avere votato contro. Sconfitta amplificata dal suo ruolo in teoria super partes di Senatrice a vita (mai successo prima).
La lettera degli “scienziati”
Una circostanza che ha fatto gridare al tradimento (“questione di corna”) l’esteso gruppo dei sedicenti scienziati (sedicenti non è un’offesa, vuol dire che si autodefiniscono così), ovvero docenti e ricercatori che si riconoscono nel contenuto della lettera inviata ai Senatori alla vigilia della votazione (e non è la prima contro il Ddl 988) e firmata da 20 nomi di riferimento della ricerca in Italia.
Estremismo contro estremismo
L’intervento in aula della Senatrice a vita ha ribadito la posizione già espressa riguardo all’inopportunità di politiche in favore del biologico (considerato dalla Senatrice un’agricoltura di nicchia) e soprattutto una critica veemente nei confronti dell’equiparazione tra agricoltura biologica e biodinamica, mettendo aspramente in rilievo l’ascientificità di quest’ultimo metodo di produzione.
Posizioni espresse con un estremismo che dovrebbe suscitare qualche dubbio anche nella comunità dei ricercatori di Scienze agrarie.
Attività scientifica o economica?
È giusto infatti considerare l’agricoltura come attività scientifica o non è piuttosto un’attività economica? Si chiama anche “comparto primario” perché è l’attività su cui si basa (e che forse ha fatto nascere) l’economia. E in economia sono i consumatori a decidere cosa vogliono mangiare e a che prezzo. In Europa i cittadini-consumatori decidono persino cosa vogliono sostenere con le sovvenzioni, infatti la politica di favore che Bruxelles propone nei confronti del bio è stata espressamente richiesta nel corso di una pubblica consultazione (quanto di più democratico possa esserci).
Un favore istituzionale che la Senatrice Cattaneo contesta e cerca di fermare in ogni modo, anche facendo leva sulle critiche al metodo biodinamico. Mettendo alla berlina la pratica di usare parti di animali (succede anche per molti concimi per l’agricoltura convenzionale) come il cornoletame (ecco le corna) per pratiche considerate esoteriche.
Uno stratagemma che ha generato l’effetto opposto: l’accanimento contro il biodinamico mostrato in aula ha fatto sembrare le posizioni della Senatrice Cattaneo frutto di un fatto personale.
Agricoltura una o trina?
Favorendo involontariamente la messa in minoranza di posizioni legittime, che ricalcano però l’equivoco che viene troppo spesso diffuso nelle aule di Scienze Agrarie delle Università italiane. Una semplificazione secondo la quale esisterebbe una sola agricoltura e che dovrebbe idealmente puntare alla soluzione del problema della fame nel mondo.
Produzione integrata, biologico, biodinamico e tutte le possibili variazioni sul tema pensate e create dagli imprenditori agricoli dimostrano invece che la differenziazione dei metodi di produzione crea valore per tutti, produttori e consumatori.
La politica di Bruxelles
L’Unione europea non vuole (più) sostenere i costi della sovrapproduzione. Le politiche agricole comunitarie mirano anche e soprattutto, da alcune programmazioni a questa parte, a favorire l’incontro tra domanda e offerta. Il fatto che i prodotti biodinamici vengano oggi pagati 5, 6, 10 volte il prezzo del convenzionale, in virtù del riconoscimento di effetti sulla sostenibilità della produzione che la Senatrice Cattaneo contesta, basterebbe da solo a mettere in evidenza uno squilibrio su cui intervenire.
Un’opportunità per la produzione agricola a costi politici decisamente contenuti (più bassi rispetto all’eventualità di sostenere pratiche agricole oggi impopolari anche perchè vengono impedite: nel nostro sistema economico non dovrebbe toccare alle istituzioni dire ai cittadini cosa mangiare e cosa no).
Salute e cibo, diversità sostanziali
La senatrice Cattaneo è una risorsa della Repubblica (e in questo periodo ce n’è particolarmente bisogno). Farmacologa, biologa, accademica, nota per i suoi studi sulla malattia di Huntington e per le sue ricerche sulle cellule staminali. È però abituata ad operare in un settore diverso: la sanità è un diritto costituzionale, il cibo no. Nella prima è lo Stato che decide cosa è giusto per garantire il dovere costituzionale, nella produzione di cibo decide il consumatore.
Un’equiparazione che di fatto c’è già
Differenze fondamentali che spingono la Senatrice a trascurare alcuni elementi: non è il ddl in questione ad inaugurare l’equiparazione tra biologico e biodinamico. Gli agricoltori biodinamici ricevono già i contributi comunitari, in virtù del fatto di essere, prima di tutto, certificati come biologici, con i vincoli ulteriori di rispettare le proprie convinzioni filosofiche, giuste o sbagliate che siano.
Una posizione che viene ribadita nel testo del Ddl in uno degli articoli che a senatrice voleva emendare: «…. ai fini della presente legge, il metodo di agricoltura biodinamica, che prevede l'uso di preparati biodinamici e specifici disciplinari, applicato nel rispetto delle disposizioni dei regolamenti dell'Unione europea in materia di agricoltura biologica, è equiparato al metodo di agricoltura biologica...».
Il favore istituzionale
Il secondo aspetto che ignora è perché il bio si è conquistato il favore delle istituzioni.
E questo in virtù di un sistema che si basa su una precisa disciplina europea, anzi su un sistema normativo transnazionale, grazie al sistema delle equivalenze, e di un sistema di controllo e certificazione che mette le amministrazioni regionali al sicuro da responsabilità.
La produzione integrata in 40 anni non è stata in grado di costruire nulla di simile.
La fiducia dei consumatori
E poi c’è l’aspettò più determinante: l’agricoltura biologica e quella biodinamica hanno saputo conquistare la fiducia dei consumatori. In Germania e Francia la domanda galoppa, tutto nonostante i tentativi di diffamazione che seguono ogni presunta frode rilevata (dal sistema stesso).
Invece la fiducia su chi fa ricerca in agricoltura è purtroppo, eufemisticamente, in flessione. Per questo, prima di diffondere critiche, sarebbe meglio analizzare le possibilità di costruire sistemi alternativi con gli stessi punti di forza, altrimenti si fa solo un autogol alla nostra agricoltura.
Anche perché la scienza, a maggior ragione se applicata all’ambiente e all’agricoltura, non può ridursi a un movimento di opinione, non può basarsi sulla ricerca del consenso. La ricerca scientifica ha senso quando la capacità di analisi e di deduzione generano posizioni diverse da analizzare: la sua ricchezza sta nel rispetto dei dubbi, non nella propalazione delle verità. Dubbi che non dovrebbero mai essere tacciati di eresia.
Bisogna distinguere in modo netto tra agricoltura biologica e agricoltura biodinamica.
la prima si basa su evidenze e pratiche scientifiche, la seconda su una fede.
E’ giusto regolamentare il settore biologico, sempre in evoluzione , come lo è, in ogni caso tutta la Scienza.
Per la biodinamica bisognerebbe essere più cauti non potendo dimostrare nulla .
Nell’articolo, purtroppo si fa un miscuglio un pò confuso delle due pratiche
sono un agronomo e credo che l’agricoltura biologica abbia un valore ambientale e salutare oggettivo, non sono preclusa alla biodinamica ma sarebbe interessante avere delle evidenze scientifiche prima di promuoverla.
saluti
MLuisa Canavero
….e prima di bocciarla o definirla “una fede”
Biodinamica e omeopatia hanno avuto tutto il tempo di cercare prove atte a dimostrare la loro efficacia, invece più che chiacchiere non se ne sono viste. L’unico risultato che si è ottenuto con questo provvedimento mi sembra sia che anche il biologico venga accomunato al biodinamico finendo nel dimenticatoio, dove vorremmo finissero buona parte dei nostri onorevoli deputati e senatori, che evidentemente non leggono le leggi che approvano.
Quello che conta é il mercato ovvero la richiesta di produzioni biodinamiche. Gli agricoltori che la praticano per poter vendere sul mercato le loro produzioni devono essere certificati , quindi sottostanno a regole europee in merito a quali sostanze possono utilizzare come fertilizzanti (sono naturali) e quali fitofarmaci (solo naturali); come applicano le attività agronomiche: questo é quello che conta. Sono certificati biologici altri metodi dove il concetto di fertilizzazione non esiste proprio e le attività agronomiche di tutela della fertilità del suolo sono fondamentali. Come il biodinamico anche questa tipologia di attività produttiva di cibo é all’estremità dell’agricoltura e tutela ulteriormente il consumatore in merito alla salubrità del cibo prodotto e la totale assenza di aggiunte sia di fertilizzanti che di fitofarmaci. Perché vincolarli o differenziarli dal Biologico: così sono certificati e controllati. Le evidenze scientifiche sono determinate dai risultati che queste filosofie produttive ottengono. I tecnici (agronomi e periti agrari, agrotecnici) devono imparare a rispettare chi produce e attua effettivamente quel che afferma di fare, nel rispetto della tutela della salute del consumatore e del suolo. Questi soggetti ottengono il miglioramento della fertilità del suolo; spesso tutti gli altri non ottengono neanche il mantenimento della sostanza organica e non rispetto o migliorano i suoli che coltivano. Troppo spesso ho conosciuto tecnici che operano in agricoltura che hanno guardato le produzioni agricole dal colletto in su, senza curarsi del sottostante suolo, dimenticando si completamente dell’elemento principale: il suolo.
Mi dispiace doverle dire che il suo commento risulta oscuro.
Mi associo al commento della collega Maria Luisa Canavero.
Nell’articolo, purtroppo si fa un pò di confusione delle due pratiche. Sono anche io un agronomo e credo che l’agricoltura biologica abbia un valore ambientale e salutare oggettivo e dimostrabile. Per la biodinamica sarebbe interessante avere delle evidenze scientifiche prima di promuoverla.
Saluti
SF
Finalmente un articolo equilibrato, che fa chiarezza su di un polverone alzato inutilmente….come al solito , tanto rumore per nulla!
Ottimo articolo, chiaro e puntuale. Non è da tutti avere il coraggio di avere consapevolezza, cultura e opinione. Molto bene
“La sanità è un diritto costituzionale, il cibo no”.
Ma si è reso conto di ciò che ha scritto?
Dunque alcuni cittadini possono mangiare ed altri no?!
Gentile Aronne Galeotti, la sua indignazione le fa onore. Tuttavia nella nostra Costituzione è garantito all’art.32 il diritto alla Salute, ma non quello dell’accesso ad un’alimentazione equilibrata. Tale diritto è previsto solo dalle Costituzioni di 23 Paesi, nessuno europeo. cordiali saluti Lorenzo Tosi https://www.senato.it/…/istituzione/costituzione.pdf
Se biodinamica e biologico verranno a formare un tutt’uno per norma di legge, allora suggerisco che analogamente astrologia e astronomia rappresentino un gruppo omogeneo per finalità e fondamenti di riferimento.
La agricoltura biodinamica = un chiaro indirizzo scientifico di Agricoltura al…”massimo ribasso”. Auguri!
Bell’articolo, complimenti a Lorenzo Tosi per la competenza, l’equilibrio e l’assenza di faziosità.
Chapeau
Signor Edison, complimenti per il suo commento così breve e puntuale in merito all’articolo del Tosi, invece meno che inutile.
Ho visto ieri il filmato delle corna ed ho seguito la narrazione del sedicente narratore. Robe da matti esoterismo è dir poco, un atto di fede amplificato mediaticamente per convincere una platea sempre maggiore di persone che credono ai miracoli della natura come al terra-piattismo ed altre baggianate come fossero verità assolute.
Pensare che anche AIAB è dubbiosa sui riflessi futuri della legge …
https://aiab.it/aiab-su-legge-bio-soddisfatti-anche-se-preoccupati-per-rischio-monopoli/?utm_source=sendinblue&utm_campaign=Newsletter_AIAB_Maggio_2021&utm_medium=email
Vari giornalisti, inoltre, hanno sollevato dubbi sulla parificazione di norme di legge democraticamente accettate (regolamenti e decreti sul biologico) con un disciplinare privato che è proprietà di una multinazionale.
Nella mia breve (una decina di anni) esperienza in campo, posso dire che il conservativo “funziona” meglio del biologico nella mia zona, sia come qualità che come quantità, e soprattutto come economia aziendale. Magari sono un caso isolato …
Corrado, agricoltore del Friuli, azienda mista biologica e integrata-conservativa.
Penso che la senatrice Cattaneo non le interessi molto della drammatica depauperazione del suolo di nostra Madre Terra a partire dalla nefasta rivoluzione verde. La percentuale di humus nei terreni si e’progressivamente impoverita con un uso massiccio di fertilizzanti e fitofarmaci. Sono un piccolo agricoltore biodinamico con oltre trentanni di esperienza, mi nutro di alimenti biologici e biodinamici. Esiste un’indagine che si chiama cristallizzazione sensibile che evidenzia la presenza o meno di forze vitali in un alimento….. Purtroppo a malincuore ,parlare di forze vitali ad una Cattaneo di turno e’ come parlare di fantascienza. Il futuro della Terra sara l’agricoltura biologica ma soprattutto quella biodinamica.
Io invece sono solo un perito agrario ma quarant’anni di esperienza nelle agricolture sostenibili mi ha portato alla conclusione che mai avrei potuto apprendere tanto se non avessi avuto auna base scientifica solida quale quella datami dallo studio , sperimentazione e applicazione di metodo della agricoltura biodinamica. Spiace per lei che sia rimasta indietro ma è da lì che devi partire dal momento che proseguendo siamo arrivati all’utilizzo della omeopatia in campo agricolo con l’ottenimento di due brevetti internazionali sul metodo, il riconoscimento come Ente di Ricerca ed altro. Così solo per informare.
Giusto, parlare di fantascienza, mi fermo qui, per carità di patria.
A me non e’ piaciuto l’articolo perche’ si limita ad osservare lo status quo.
Il vero problema e’ che l’agricoltura convenzionale ha un immagine sociale compromessa a causa del fatto che il rapporto tra ruolo del commercio e quello della produzione, pende esageratamente a favore del primo. In un regime di prezzi dei prodotti agricoli basso e immorale, imposto dalla forza dei grandi commercianti, gli agricoltori pur di garantirsi un reddito minimo sono costretti ad incrementare le rese per ettaro facendo largo uso di fitofarmaci e concimi, con il risultato duplice di ottenere produzioni di minore qualita’ e di esporsi ad una pubblicita’ negativa da parte dei mass media che metteno l’agricoltura convenzionale sul banco degli imputati, come responsabile di degrado ambientale, inquinamento, produzione di CO2 ecc.
Basterebbe che questo rapporto venisse in qualche modo riequilibrato (ci vorrebbero politici coraggiosi e competenti) ed avremmo una agricoltura “onesta”, maggiormente ecosostenibile che non sfrutta la fertilita’ del suolo e che usa con cognizione ed equilibrio i presidi sanitari e i concimi.
Oggi in assenza di tutto cio’ abbiamo spesso come risposta l’agricoltura biologica contro la quale e verso chi la pratica con onesta’ non ho niente, se non contestare il fatto che essa non potra’ mai sfamare il mondo.
Aggiungo che non mi convince il sistema di certificazione delle produzioni bio, affidato a societa’ private i cui tecnici controllori sono pagati tramite le quote associative versate dagli stessi agricoltori soggeti a controllo. Non esiste che, chi controlla venga pagato dal controllato.
Della agricoltura biodinamica non spreco neanche una parola.
Condivido al 100% il suo pacato intervento.
Grazie
La senatrice Cattaneo si occupa di esperimenti riproducibili, con effetti misurabili e svolti in condizione verificate. Tutto l’opposto della biodinamica …
Anche l’agricoltura professionale dovrebbe basarsi di più sulla scienza (e sulla tecnologia), prova ne è l’espansione dell’agricoltura di precisione che utilizza al meglio le risorse riducendo l’uso della tanto vituperata chimica. La stessa chimica che ci permette di stare qui a trastullarci sulla rete invece di essere a zappare o mondare a mano le colture, o a togliere la dorifora dalle patate per avere di che mangiare il prossimo inverno …
Il fatto che alcune ricerche, dopo almeno un secolo che se ne parla, abbiano finalmente misurato (!) un qualche effetto del preparato 500 non conferma (né smentisce) che la biodinamica sia “scienza”. I concimi minerali e “chimici”, invece, da qualche secolo sfamano la popolazione in modo certo e misurabile. E riproducibile, soprattutto!
I sostenitori dell’agricoltura biodinamica non hanno portato né indicato alcun elemento di carattere scientifico che avvalori questa tecnica per il solo fatto che non ne esistono. Ma il problema non è tanto questo: c’è libertà di inventare e illustrare le proprie produzioni al fine di ricavarne il massimo profitto commerciale, ma non si può dare credito ad una illustrazione ascientifica inserendola in una legge dello stato. Questo il succo del pensiero della Senatrice Cattaneo, non nuova a contrastare ogni pratica sostenuta da credenze e non supportata da elementi oggettivi , tipo la proibizione in Italia delle coltivazioni OGM e l’utilizzo della medicina omeopatica che definì “un placebo molto caro”.
Nel delirio di articoli e commenti che si leggono in questi giorni nessuno che dica che la dimostrazione scientifica di tutto quello che Steiner ha detto esiste ed è pubblicata. Diverse personalità hanno dedicato la intera loro vita a provare e dimostrare che i preparati proposti in biodinamica funzionano. In un mio ordine di importanza: Alex Podolisky, Erhenfried Pfeiffer, Lili Kolisko, Maria Thun. Se un argomento non si conosce io sinceramente mi asterrei!
L’agricoltura biodinamica è chiaramente riconosciuta dalla regolamentazione europea che disciplina il regime biologico: oggi è il Reg. (UE) 848/2018 che consente l’utilizzo di preparati biodinamici ma già trent’anni fa il Reg. (CEE) 2092/1991 ne prevedeva espressamente l’utilizzo per l’attivazione del compost e per mantenere ed aumentare la fertilità e l’attività biologica del suolo.
Senza contare che la condizione necessaria (ma non sufficiente) per raggiungere il traguardo di impresa biodinamica è l’assoggettamento al regime biologico, requisito utile per ricevere finanziamenti e contributi.
Come indicato da Lorenzo Tosi, l’equiparazione c’è già e la legge prende atto di quanto previsto e riconosciuto a livello europeo.
Un dato di fatto è che esiste un rapporto diretto quantitativo tra chimica e produzione. La pratica biologica, sicuramente fa i conti con minori produzioni, e penso che la biodinamica sbilancia ulteriormente questo rapporto. Se i biodinamici riescono a produrre poco e buono, sono felice di consumare i loro prodotti, anche perché senza nulla togliere alle buone pratiche biologiche, posso mettere in dubbio l’uso di alcuni preparati consentiti. Personalmente, non mi opporrei mai alla volontà di un consumatore che volesse mangiare “porcherie”, comportatevi in ugual modo con me che scelgo di consumare un prodotto biodinamica. Penso di avere espresso il mio pensiero, però se qualcuno mi indica significativi quantitativi di residui, magari con metodi scientifici, me lo faccia sapere, ciò mi farà cambiare sicuramente parere. In altre parole, per fare biodinamica bisogna avere preparazione e coraggioper investire in questa pratica. Da profano Vi saluto.
A mio avviso l’articolo è confusionario e poco chiaro.
La invito inoltre a non fare dichiarazioni insensate:
FAO
The right to adequate food is realized when every man, woman and child, alone or in community with others, has the physicall and economic access at all times to adequate food or means for its procurement.
– General Comment 12 (Committee on Economic, Social and Cultural Rights, CESCR, 1999).
Sig. Cocco Pino Franco, Le faccio notare che, in proporzione alla quantità prodotta, è più facile trovare residui di prodotti fitosanitari in prodotti biologici/biodinamici che nei prodotti da agricoltura integrata, stando ai rapporti ufficiali. Così come l’uso di prodotti fitosanitari per unità di superficie è pari se non superiore nel biologico/biodinamico che nell’integrato, per non toccare il capitolo micotossine/contaminazioni (si ricorda i germogli di soia alla salmonella, perché non si possono usare le lampade UV per i trattamenti germicidi, o il grano allemmicotossine perché non adeguatamente protetto dal solo zolfo e rame?). Ognuno è libero di avvelenarsi come vuole, ma poi non si lamenti!
Ricordo inoltre che sono prodotti fitosanitari di sintesi anche le trappole a ferormoni o i prodotti per la confusione sessuale, ampiamente utilizzati soprattutto in frutticoltura biologica (e biodinamica) così come è ammesso l’uso di piretroidi di sintesi sia in biologico che in biodinamico. Dove sarebbe tutta questa “superiorità”?
Voto al centoxcento il commento di Alberto del 30 maggio 2021 alle 17,32.
Signori agronomi e non, prendete nota che ci sono altri libri su cui studiare, siete i primi a dire che le informazioni non si fermano ma se non cambiate sussidiario non uscirete mai dai vostri solchi conditi di pesticidi e di terreni poveri di vita da portare al pronto soccorso ogni volta prima di iniziere una nuova coltivazione.
Andate a leggervi i lavori di Lucietta Betti e Paolo Bàrberi , per fare un paio di esempi, e poi vedrete se vale la pena o no di investire qualche euro in ulteriore ricerca, per ottenere alla fine prodotti sicuri per la salute.
Gianni e Alberto, sono oltremodo gradite referenze bibliografiche a studi scientifici, i “famosi” 147 articoli pubblicati dagli anni 80 del secolo scorso ad oggi e mai ancora resi noti. Studi raramente condotti con criteri riproducibili come il metodo scientifico richiede, a quanto pare, altrimenti sarebbero già stati ampiamente pubblicizzati.
Noi agricoltori bio / biodinamici non pensiamo nemmeno lontanamente di essere degli stregoni!
Queste affermazioni sono solo provocazioni. Assaggiate i prodotti biodinamici e osservate la loro durabilità.
Andate a vedere le diverse pubblicazioni scientifiche validate. Ad esempio la ricerca Doc dell’istituto svizzero Fibl (www.fibl.ch); le ricerche sulla qualità soprattutto dei cereali portate avanti da oltre vent’anni dalla professoressa Lucietta Betti dell’Università di Bologna mediante analisi cristallografiche con microscopio in campo oscuro.
Ricerche e dati sono tutti pubblicati da prestigiose riviste scientifiche internazionali. I sapori dei prodotti bio sono diversi… ma purtroppo la maggior parte delle persone ha perso il gusto dei sapori veri».
Anche la defunta Giulia Maria Crespi, donna famosa e ricca, fu criticata da Indro Montanelli scrivendo che “seguiva le magie in agricoltura e andava nei campi sotto il plenilunio a piantare i corni…” ma costei dopo essersi ammalata di tumore al seno a 45 anni, non solo cambiò il proprio stile di vita ma rivoluzionò la tenuta della sua famiglia trasformandola in un’azienda agricola biodinamica producendo cereali, carni, formaggi, miele, olio, frutti e ortaggi il tutto senza additivi, diserbanti, pesticidi, fungicidi e compagnia chimica.
Oggi dopo mezzo secolo, l’agricoltura biodinamica è sotto feroce attacco da parte dei massmedia per via della Legge approvata dalla commissione agricoltura dove si equipara la biodinamica al biologico. I gruppi politici hanno votato a favore, eccetto la senatrice Cattaneo che aveva presentato 3 emendamenti, tutti bocciati. Ora, la legge torna alla Camera, e la senatrice Cattaneo e i principali massmedia ed anche bravi virologi ( ma che c’azzeccano con l’agricoltura di qualità? ) stanno facendo inaudite pressioni sull’opinione pubblica e non solo affinchè la legge sul biologico venga ritardata. A pretesto sono partiti col ridicolizzare l’agricoltura biodinamica e, in particolare il corno letame… alla stessa strega del bravo Indro Montanelli.
In agricoltura biodinamica non si usano prodotti chimici di sintesi, il che rappresenta un valore aggiunto per gli alimenti bio che non va sottovalutato se davvero si vuole garantire ai cittadini la sicurezza alimentare. In più la crescente richiesta di prodotti biologici e biodinamici da parte dei mercati internazionali scatena antagonismi e fortissimi attacchi. Malgrado ci siano evidenze scientifiche che confermano la validità di queste produzioni (Sustainability of organic food production. Proceeding of nutrition society 2015) questo costituisce una preoccupazione per le multinazionali che sono potenti compagnie che governano il mondo al di sopra dei poteri politici».
A dire il vero, nutro qualche dubbio sul fatto che in biologico (e per estensione in biodinamico) non si usino prodotti di sintesi … Non sono laureato in chimica, ma quando leggo nella scheda di sicurezza (talvolta anche già in etichetta) di un “innocuo” piretro che tra i coformulanti ci sono per esempio “nafte pesanti”, di certo non sono estratte da vegetali (vivi o essiccati messi a macerare). O meglio, direbbe probabilmente un geologo, sono di origine naturale sì, ma i vegetali e gli animali che hanno reso possibile oggi estrarre il petrolio hanno subito profonde trasformazioni, prima in tempi e modi geologici, poi grazie all’industria petrolchimica! Ricordo inoltre che in biologico (e biodinamico) sono ammessi alcuni insetticidi piretroidi (lambda-cialotrina, per esempio) e sono ampiamente promossi e utilizzati metodi sia di confusione sessuale sia di attract-and-kill basati su ferormoni, che di certo non vengono “munti” dalle femmine delle specie di insetto da attrarre ma, più verosimilmente, sono ottenuti in reattori industriali che producono “chimica fine”.
Aggiungo che dal sito di FIBL non si leggono indicazioni sul biodinamico, ma solo sul biologico (a meno che non mi siano sfuggite …). Apprezzo il fervore dei sostenitori del biologico (e del biodinamico), ma alla luce dei fatti la realtà è un po’ diversa da come viene da molti dipinta. Per verificare le mie affermazioni è sufficiente leggere dai siti dei produttori di prodotti fitosanitari le schede di sicurezza sia dei ferormoni che degli insetticidi ammessi dai rispettivi disciplinari.
Parlando di preparato 500 (cornoletame), al momento sono a conoscenza che le uniche prove sperimentali della sua efficacia sono piuttosto recenti e le dobbiamo al prof. Squartini dell’università di Padova, tuttavia in attesa di conferma da altri studi.