Via a sessanta impianti per una capacità produttiva pari a 30mila metri cubi orari standard (Smc/h) di biogas.
Il Gse ha pubblicato infatti la graduatoria degli impianti che hanno partecipato alla prima procedura competitiva prevista dalla misura del Pnrr “Sviluppo del biometano, secondo criteri per la promozione dell'economia circolare".
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I numeri
Per gli impianti, nuovi o riconvertiti, ammessi in posizione utile è possibile avviare i lavori di realizzazione come disposto dal Ministero della Transizione ecologica (oggi ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica) con il DM 15 settembre 2022. Il bando ha assegnato circa il 50% della disponibilità.
La prima procedura, che metteva a gara un contingente incentivato pari a 67.000 Smc/h, ha infatti ammesso 60 progetti di impianti di produzione di biometano, nuovi e riconvertiti e per la maggior parte agricoli, per una capacità produttiva totale pari quasi a 30.000 Smc/h, di cui quasi la metà realizzata al Sud.
La capacità rimasta libera verrà riassegnata al successivo bando, in apertura già il prossimo 14 luglio 2023.
«Adeguare i sostegni all’inflazione»
Per il CIB - Consorzio Italiano Biogas l’esito del bando conferma l’interesse e la capacità di investimento del settore visto il poco tempo che le aziende hanno avuto a disposizione per l’adesione.
«Occorre un ulteriore sforzo - dichiara Piero Gattoni, Presidente del CIB - sia da parte delle imprese che delle Istituzioni per non rischiare di compromettere gli obiettivi fissati dal Pnrr rallentando lo sviluppo del biometano, una risorsa indispensabile per rafforzare la sicurezza energetica del Paese, senza derogare al percorso di transizione energetica verso le fonti rinnovabili».
«Per questo, va completato il quadro normativo con l’approvazione del decreto sulle Garanzie di Origine, elemento essenziale per la definizione dei futuri progetti imprenditoriali».
«Nell’attuale bozza elaborata dal Ministero dell’Ambiente permangono elementi che mettono a rischio le iniziative produttive in esercizio e destano forte preoccupazione per quelle che si stanno programmando per il futuro».
«Inoltre, lo scenario dei costi di mercato, completamente mutato in questi ultimi anni, rende necessario adeguare il valore del supporto previsto dalla norma PNRR alla crescita dell’inflazione registrata negli ultimi due anni».