Tartufo, un bando per fare filiera in Umbria

Tartufo nero estivo o scorzone (tuber aestivum)
L’assessorato guidato da Roberto Morroni indice un bando aperto a partenariati tra imprese agricole e agroalimentari per creare filiere corte del tartufo. Un prodotto prezioso non adeguatamente valorizzato nella Regione cuore verde d’Italia che può fare da volano ad iniziative agrituristiche di pregio. Previsti 5,4 milioni di euro di fondi per impiantare almeno 400 ettari di piante micorizzate. Scadenza fine marzo 2022

La parola d'ordine per l'agricoltura umbra è "fare filiera".

Dopo quello riservato all'olio, la Regione ha infatti appena pubblicato un nuovo bando, a valere sul Piano di Sviluppo Rurale, per la creazione e lo sviluppo di filiere corte nel settore della tartuficoltura.

Un prodotto, il tartufo, del quale il "cuore verde d'Italia" è ricco, tanto da assicurare alla regione una posizione di rilievo nel panorama nazionale ed estero di produzione e trasformazione, con la presenza di aziende leader a livello globale, come la Urbani Tartufi, le cui origini risalgono al 1852.

5,4 milioni per fare rete

Roberto Morroni, assessore all'agricoltura della Regione Umbria

Cambia la filiera ma non la strategia dell'assessorato guidato da Roberto Morroni, ovvero il sostegno e l'incentivo dell'aggregazione tra imprese affinché facciano rete e, nel nome della qualità, si rafforzino sui mercati.

Per raggiungere questo obiettivo vengono messi a disposizione delle imprese agricole e agroindustriali 5,4 milioni di euro, di cui 4,4 destinati alle prime e il restante milione riservato alle aziende che operano nella trasformazione e commercializzazione.

Si stima che con le risorse stanziate possano essere impiantati 400 ettari di tartufaie da coltivare adottando moderni protocolli agronomici durante tutto il ciclo biologico e ben definiti processi di tracciabilità e certificazione delle produzioni, così da ottenere tartufi dalla genetica e qualità garantita e dalle caratteristiche merceologiche di eccellenza.
«La tartuficoltura - sostengono all'assessorato all'agricoltura - è relativamente poco diffusa in Umbria, nonostante rappresenti un'attività agricola economicamente rilevante soprattutto nelle zone collinari e montane. La sua diffusione favorirebbe il rilancio socio-economico delle aree interne svantaggiate e garantirebbe di diversificare le produzioni delle aziende».
Altri aspetti, non secondari, sono l'effetto traino che il tartufo esercita sulla promozione turistica dei territori e il ruolo di "sentinella ambientale" che viene riconosciuta al prezioso fungo ipogeo, in grado di dare, attraverso la coltivazione di piante micorizzate, nuova linfa a terreni marginali che diversamente rimarrebbero incolti ed esposti anche a mancata manutenzione. La tartuficoltura, quindi, anche come opportunità per la riqualificazione ambientale delle zone montane e collinari.

L’esigenza di costituire partenariati d’impresa

Al bando, che ha come scadenza quella del 31 marzo 2022, possono aderire partenariati costituiti da imprese agricole, imprese agroalimentari e un unico intermediario. Gli interventi sono realizzabili su tutto il territorio regionale ad eccezione dei centri urbani di Perugia e Terni.

Tartufo estivo

Tra gli investimenti agricoli ammissibili sono ricompresi la realizzazione di nuove tartufaie coltivate e di impianti di irrigazione, l'acquisto di sistemi di monitoraggio e sensoristica e la costruzione di recinzioni. Per le aziende che operano a valle sono invece finanziabili attrezzature per la lavorazione, selezione e trasformazione per il miglioramento della qualità del prodotto, l'acquisizione o sviluppo di programmi per l'e-commerce, investimenti e spese per la certificazione della tracciabilità.

Un mercato che tira

Tartufo nero di Norcia, prelibatezza umbra

Il mercato del tartufo fresco, refrigerato e trasformato, stando ai dati dai quali ha preso le mosse l'iniziativa della Regione Umbria, mostra un trend di crescita che si prevede costante nei prossimi decenni, sia per l'aumentata domanda nelle aree tradizionali, Stati Uniti e Unione europea, sia per l'apertura di nuovi mercati, quali quelli dell'Estremo Oriente.

Da sottolineare, inoltre, come il prodotto nazionale non riesca a coprire il fabbisogno delle aziende di commercializzazione e trasformazione e la richiesta proveniente dal mondo della ristorazione, con il gap di produzione più significativo che si registra proprio nella fascia di tartufo di alta qualità.

Tartufo, un bando per fare filiera in Umbria - Ultima modifica: 2021-11-30T08:36:37+01:00 da Lorenzo Tosi

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