Ciliegi acidi più sensibili alla cilindrosporiosi

Le piogge di maggio fanno da innesco per le infezioni di cilindrosporiosi (Blumeriella japii). I sintomi e le contromisure

Le condizioni climatiche particolarmente umide e piovose nei mesi di maggio e giugno portano alla segnalazione di numerosi casi di cilindrosporiosi su ciliegio.

La malattia è comune in tutte le aree dove il ciliegio venga coltivato. I ciliegi acidi (Prunus cerasus) sono in genere maggiormente suscettibili alla malattia rispetto a quelli dolci (Prunus avium).

Riconoscere i sintomi

Il fungo attacca principalmente le foglie ma è in grado di causare lesioni anche su piccioli e frutti. In primavera, già due-tre settimane dopo la caduta dei petali, la malattia può comparire sottoforma di piccole macchie rossastre sulla pagina superiore delle foglie, che col tempo tendono a imbrunire.

Quando presenti in gran numero le lesioni possono convergere per formare ampie aree irregolari e necrotiche. Dopo sei-otto settimane le lesioni cessano di allargarsi e si distaccano dal tessuto fogliare circostante sano e cadono facendo assumere alle foglie colpite un tipico aspetto bucherellato. Spesso attorno alle macchie necrotiche il tessuto fogliare rimane di colore verde conferendo alle foglie tipiche screziature di colore.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

Abbonati e accedi all’edicola digitale

In condizioni climatiche particolarmente umide e piovose sulla pagina inferiore al centro della lesione compare un feltro miceliare biancastro portante le spore del fungo. Alle fine del processo infettivo le foglie colpite tendono a ingiallire precocemente e a cadere a terra. Il danno maggiore, specialmente su ciliegio acido è l’ingiallimento e la caduta precoce delle foglie a partire dalla metà dell’estate. Ciò porterà a un generale indebolimento della pianta e a una maggiore suscettibilità ai freddi invernali.

Attacchi precoci della malattia possono portare i frutti a non raggiungere la piena maturazione. Infine, se le defogliazioni precoci si ripetono negli anni possono portare alla formazione di frutti di pezzatura inferiore, all’indebolimento e morte delle gemme a frutto e a una crescita stentata delle piante.

Come si comporta il fungo

L’agente causale, il fungo ascosmicete Blumeriella japii trascorre la stagione avversa all’interno delle foglie colpite cadute a terra. In primavera, queste, maturano al loro interno i corpi fruttiferi svernanti (apoteci).

In corrispondenza della fioritura o subito dopo, il processo di maturazione viene completato con la formazione delle ascospore (temperatura ottimale tra 6 e 18 °C). Queste vengono rilasciate dall’azione battente della pioggia (temperatura ottimale fra 8 e 30 °C) e depositate dalle correnti d’aria e dagli schizzi di pioggia, sulla vegetazione nuova suscettibile.

Le spore penetrano attraverso le aperure stomatiche delle foglie. La fase di infezione primaria ascosporica mediamente dura dalla fioritura fino a 4-6 settimane dopo la caduta dei petali. Le prime infezioni in genere sono di portata limitata per diverse ragioni: il basso numero di ascospore ancora maturate e rilasciate, gli stomi non ancora pienamente funzionali delle giovani foglioline sviluppate e, soprattutto, per via delle temperature ancora limitanti. I sintomi compaiono una volta trascorso un periodo di incubazione la cui lunghezza varia in funzione della temperatura (da 5 fino a 10-14 giorni dalla avvenuta infezione).

Un range termico di 16-20 °C è considerato ottimale per lo sviluppo epidemico della malattia. In corrispondenza delle lesioni ascosporiche si producono gli acervuli del fungo portanti conidi racchiusi in masserelle gelatinose biancastre che daranno avvio a più cicli infettivi secondari per tutta l’estate e l’autunno.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

Abbonati e accedi all’edicola digitale

La strategia di gestione

La difesa chimica può iniziare circa tre settimane dopo la fine della fioritura e continuare, se le condizioni climatiche decorrono particolarmente umide e piovose, con una cadenza di 7-10 giorni. In casi di gravi infezioni sarebbe raccomandabile eseguire anche due trattamenti dopo la raccolta. I principi attivi fungicidi dotati di una maggiore efficacia sono quelli appartenenti alle strobilurine (tryfloxistrobin, pyraclostrobin+boscalid) e ai triazoli (tebuconazolo) impiegabili soprattutto per la difesa nei confronti di monilia e oidio, così come anche i Sali di rame e, soprattutto, la dodina.

Ciliegi acidi più sensibili alla cilindrosporiosi - Ultima modifica: 2023-05-30T08:41:20+02:00 da K4

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome