La Vitis vinifera sativa è nota per la sua polimorfia. Anche la colorazione dei tralci può evidenziare modificazioni legate alla cultivar, all’ambiente pedoclimatico, ad alcune pratiche colturali, ad avversità di natura biotica e/o abiotica ecc. A fine raccolta è bene valutare la colorazione e lo stato delle foglie e dei tralci per ricavarne utili indicazioni su possibili patologie in atto o pregresse e per valutare lo stato di equilibrio vegeto-riproduttivo della pianta. Anche i tempi e le modalità di caduta delle foglie possono dare utili indicazioni al viticolore e al tecnico sullo stato di salute della vite.
L’agostamento è fondamentale
L’agostamento corrisponde alla lignificazione del germoglio ed è caratterizzato dal completamento della struttura secondaria, da una diminuzione di acqua, che tende a raggiungere il 50%, e dall’accumulo di sostanze di riserva. È favorito dalla luce, dalla temperatura relativamente alta (quella ottima per la crescita è di 18 °C, quella più favorevole per la lignificazione di 22-23 °C), dalla stagione asciutta, ma non siccitosa, dalla produzione non eccessiva, dalla presenza di foglie sane e in numero sufficiente, dalla buona presenza del terreno di potassio e fosforo ecc.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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La parola d’ordine è equilibrio
Tutte le condizioni ambientali e colturali possono interferire con la maturazione dei tralci e il deposito delle riserve. La concimazione ha un ruolo fondamentale sull’agostamento; se si eccede con l’azoto la pianta continuerà a vegetare, a scapito delle sostanze che dovrebbero essere, invece, accumulate negli organi annuali e perenni. Alcuni prodotti fitosanitari, concimi fogliari e biostimolanti, in particolare quelli ricchi in zinco, possono favorire la sintesi delle auxine, promotrici dello sviluppo vegetativo. Il rame, al contrario, diminuisce il vigore e migliora l’agostamento. Irrigazione, portinnesti vigorosi ed eccessi di produzione possono interferire negativamente con l’accumulo di sostanze di riserva.
Interpretare i sintomi
Generalmente i tralci, nel loro stadio finale di sviluppo, hanno una colorazione tendente al rossiccio. L’osservazione del colore raggiunto alla fine del periodo di agostamento può essere un parametro di valutazione del grado di maturazione conseguito dal legno, ma anche un indicazione di eventuali attacchi di patogeni e/o fitotossicità.
I trattamenti fitosanitari possono influire sulla colorazione dei tralci: mancozeb e, in particolare, folpet lasciano il legno chiaro, mentre è più scuro con il rame. Internodi corti, nodi doppi, deformazioni a zig-zag, biforcazioni anomale, fasciazioni, viticci spostati possono essere segno di degenerazione infettiva e/o carenza di boro.
Alcune fitoplasmosi possono provocare maturazione incompleta e parziale su tutta la lunghezza del tralcio, ripiegamento con spaccature alla base, pustole brune. Necrosi nero-violacee, spaccature longitudinali ed estese sui meritalli basali, scolorazione biancastre della corteccia agostata con presenza di tacche nerastre indicano la presenza di escoriosi. Sintomi simili, senza escoriazioni, ma con placche biancastre o grigiastre e con numerosi picnidi bruno-nerastri, sono provocati da Botryosphaeriaceae. Infine, oidio e botrite possono lasciare, anch’essi, segni della loro presenza sui tralci. La botrite provoca imbianchimenti, senza escoriazioni, ma con piccoli sclerozi neri, mentre l’oidio lascia tacche isolate e/o confluenti lungo il tralcio, di forma irregolare e con bordi sfumati (macchie dendritiche).
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Profilassi e riflessioni
La presenza di “segni” lasciati da malattie e/o insetti non deve creare allarmismi ma semplicemente mettere il viticoltore e il tecnico di fronte a riflessioni. Tutte le anomalie rilevate nel vigneto dovrebbero insegnarci a lavorare meglio e a convincerci che non sempre le soluzioni si trovano all’esterno del vigneto (R. Mazzilli). In presenza del complesso dell’esca è necessario migliorare gli interventi di potatura; oidio e peronospora richiedono, oltre ai trattamenti chimici, anche una gestione oculata della potatura verde e della concimazione. Botrite ed escoriosi presuppongono maggior attenzione all’equilibrio vegetativo. Prevenire significa anche riconoscere i sintomi in anticipo e ridurre, con gli interventi di buona prassi agronomica (potature, concimazioni autunnali, lavorazioni ecc.), eventuali fonti di inoculo.
di frequente si nota nei tralci rimasti attaccati al colletto striscianti sul terreno una muffa biancastra sopratutto
nelle zone umide e con molto fogliame sopra il tralcio
Domanda può essere un fungo saprofita?
In attesa di una cortese risposta si porgono distinti saluti