Difendere le drupacee prima del risveglio vegetativo

drupacee
Colonia “a manicotto” di cocciniglia bianca
I prodotti e le strategie agronomiche utilizzabili contro bolla, corineo, cancri rameali, afidone corticicolo, afide verde e cocciniglie

Dopo la potatura invernale delle principali specie di drupacee è ancora frequente la prassi di eseguire un trattamento anticrittogamico “al bruno”, in particolare su pesco, per abbattere i propaguli di bolla (Taphrina deformans), corineo (Coryneum beijerinckii) e di altri eventuali agenti patogeni fungini e batterici. I prodotti utilizzabili si sono ridotti nel tempo per effetto della “scure” della normativa europea che ha comportato il ritiro dal mercato di diverse sostanze attive ad azione fungicida.

Contro i patogeni sopra citati sono attualmente utilizzabili in via preventiva prodotti fitosanitari contenenti ziram, captano, difenoconazolo, tebuconazolo più zolfo, rame (quest’ultimo da usare con maggiore cautela per i possibili effetti fitotossici, soprattutto sui rametti di albicocco non ben lignificati).

Nella razionale gestione fitoiatrica, il trattamento “al bruno” si rende necessario solo in quei frutteti in cui, per motivi diversi (piogge ricorrenti, indisponibilità del mezzo o dell’operatore che esegue i trattamenti ecc.), non si è riusciti a intervenuti tempestivamente nella fase di caduta foglie.

Se il trattamento a caduta foglie è stato eseguito correttamente, nei modi e nei tempi, la difesa contro bolla e corineo potrà essere rinviata direttamente alla fase fenologica di gemma gonfia, quando il trattamento preventivo è indispensabile.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Durante la potatura

Negli impianti in cui si sono insediati funghi agenti di cancri rameali (Leucocytospora leucostoma, Fusicoccum amygdali, Eutypa armeniacae, Botryosphaeria dothidea ecc.) la mancanza di sostanze attive efficaci e sistemiche (come era il tiofanato-metile, non più commercializzato) impone una maggiore attenzione alla buona copertura del trattamento invernale che però, senza adeguate misure fitosanitarie, risulta poco efficace. Tra queste, la più utile è l’asportazione con la potatura delle parti legnose infette e la loro bruciatura, evitando di trinciarle.

Colonia svernante di afidone delle drupacee

Durante le operazioni invernali è facile individuare eventuali colonie di afidone corticicolo (Pterochloroides persicae). Le femmine partenogenetiche affrontano l’inverno in colonie di individui strettamente riuniti sulla parte inferiore di branche o rami. Alla base delle piante, pertanto, i residui fogliari in corrispondenza delle colonie appaiono anneriti dalla fumaggine che si sviluppa sulla melata prodotta dagli afidi. Raramente l’afidone è presente diffusamente negli impianti; più spesso la sua presenza è limitata su poche piante e non giustifica interventi generalizzati.

Per evitare che l’infestazione possa interessare i germogli alla ripresa vegetativa, si potrà intervenire con un trattamento localizzato, in considerazione della possibilità di individuare facilmente le colonie durante le operazioni di potatura (un nastro segnaletico legato al tronco aiuterà a localizzare le piante da trattare).

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Più tardi afide verde e cocciniglie

Per gli altri afidi che infestano le drupacee, il trattamento fondamentale resta quello nella fase di “bottone rosa”.

Contro l’uovo durevole dell’afide verde (Mizus persicae) si interviene con prodotti registrati per l’uso in questa delicata fase fenologica per tutelare gli insetti pronubi facilmente esposti in fase di fioritura.

Negli impianti con attacchi diffusi di cocciniglia bianca (Pseudaulacaspis pentagona), che sverna come femmina adulta, e soprattutto di cocciniglia di S. José (Comstockaspis perniciosa), la quale sverna come neanide di I e II età, è ancora possibile eseguire un trattamento con oli minerali o oli vegetali con l’aggiunta di zolfo. Il trattamento anticoccidico, comunque, potrebbe anche essere posticipato alla fase di “gemma gonfia” quando gli insetti aumentano la loro attività e sono di conseguenza più esposti agli insetticidi.

Nel caso di attacchi di cocciniglia bianca limitati a pochi alberi, buoni risultati si ottengono ricorrendo anche alla “spazzolatura” delle colonie che distruggono meccanicamente alcuni individui della colonia ed espongono gli altri all’azione degli antagonisti e degli agenti atmosferici.

Difendere le drupacee prima del risveglio vegetativo - Ultima modifica: 2023-01-16T10:19:21+01:00 da K4

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