Con droni e tecnologia Nir il monitoraggio delle cover crop è di precisione

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I sensori ottici permetteranno di creare mappe di prescrizione per una concimazione a rateo-variabile delle colture da reddito in successione, valorizzando al massimo il potere fertilizzante delle cover crop

L’adozione congiunta delle tecniche di agricoltura conservativa e di quelle di agricoltura di precisione rappresenta una scelta strategica per migliorare la sostenibilità economica e ambientale dei sistemi colturali intensivi. Le cover crop sono un pilastro dell’agricoltura conservativa, tuttavia la variabilità entro-campo è una condizione che si riscontra anche in queste colture, dove può essere molto evidente per le tecniche di coltivazione più speditive e per l’assenza di concimazione. Quindi la coltura da reddito in successione beneficerà di una disponibilità di nutrienti differente, che potrà essere opportunamente corretta con la distribuzione di concimi in dosi variabili.

Per considerare l’azoto recuperato o fissato dalle cover crop occorre però un’accurata quantificazione, nella redazione del piano di concimazione, della biomassa prodotta e della concentrazione di azoto. Tali stime possono essere fatte attraverso sensori ottici.

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Immagine aerea del campo sperimentale di cover crop

Le camere digitali montate su drone, a esempio, forniscono in maniera rapida e non distruttiva informazioni distribuite spazialmente: le immagini del campo sono elaborate per restituire un valore numerico (indice vegetazionale) proporzionale al vigore vegetativo (e quindi alla biomassa) dell’area monitorata. La stima del tenore di azoto può poi essere ottenuta a terra mediante analisi rapida con strumentazione portatile per analisi nell’infrarosso vicino (Nir).

Le informazioni così raccolte possono essere usate per la creazione di mappe di prescrizione della concimazione da applicare con tecnologie a rateo-variabile per razionalizzare il più possibile l’uso dei fertilizzanti azotati. Nello studio riportato di seguito si è voluto verificare la validità di tali approcci.

Lo studio sulle cover crop

La calibrazione di modelli per la stima della biomassa aerea e della concentrazione in azoto di cover crop da sensori, portata avanti dal dipartimento di Scienze agrarie e ambientali dell’Università di Milano, è stata fatta nell’ambito del progetto CoCrop – “Gestione agronomica e ambientale delle cover crop con particolare riguardo alle dinamiche dell’azoto”, finanziato dalla misura 16.2.01 del Psr 2014-2020 di Regione Lombardia.

L’esperimento prevede una prova parcellare per studiare l’effetto di tre fattori sperimentali (specie, data di semina e disponibilità di azoto nel suolo) sulla produzione di biomassa e l’asportazione/fissazione di azoto di cover crop e per studiarne l’efficienza apparente dell’azoto veicolato al suolo.

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Un apparato sperimentale per l’acquisizione degli spettri Nir tramite sonda MicroNir con materiale fresco (A) e materiale essiccato e macinato (B) utilizzato per le prove

Sono state coltivate due graminacee (avena strigosa e segale), due leguminose (veccia villosa e trifoglio alessandrino) e una crucifera (senape bianca). La prova si trova presso la cascina Santa Martina, della Fondazione Morando Bolognini, a Sant’Angelo Lodigiano (Lo).
Con i campionamenti previsti per la quantificazione della biomassa aerea e della concentrazione di azoto, sono stati eseguiti sia il volo di monitoraggio del drone sia le acquisizioni degli spettri Nir.

Applicazioni in agricoltura di precisione

Il futuro di tale applicazione consisterà nel monitoraggio aereo della cover crop per mettere in luce l’eterogeneità del campo. Si individueranno così le aree del campo a diversa produzione e si procederà con uno scouting mirato nelle aree attraverso l’utilizzo di sonde Nir in modo da avere una stima della asportazione di azoto da parte di cover crop. Così, potranno essere stimati i diversi apporti azotati per la coltura da reddito in base alla zonazione fatta in autunno, permettendo la redazione di piani di concimazione che valorizzino l’azoto apportato dalle cover crop nell’ottica di una migliore razionalizzazione della fertilizzazione.


Martina Corti1, Dario Paolo2, Pietro Marino Gallina1, Daniele Cavalli1, Nicolò Pricca2, Roberto Fuccella3, Luca Bechini1, Antonio Vigoni4, Luigi Degano2, Fabio Introzzi3, Giovanni Cabassi2

1 Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali, Università degli Studi di Milano
2 Crea - Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria - Za, Lodi
3 Fondazione Morando Bolognini, Sant’Angelo Lodigiano (Lo)
4 Sport Turf Consulting, Rescaldina (Mi)

Con droni e tecnologia Nir il monitoraggio delle cover crop è di precisione - Ultima modifica: 2019-03-11T10:47:43+01:00 da nova Agricoltura

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