Pomodoro da industria, per i consumatori è sinonimo di caporalato

caporalato
Durante l'assemblea annuale dell'Anicav presentato uno studio sulla reputazione dei trasformati di pomodoro. L'82% dei consumatori li associa al caporalato

Si è discusso di reputazione e di valorizzazione del pomodoro nel corso dell’assemblea pubblica di Anicav che si è tenuta a Napoli e che ha rappresentato un momento di confronto tra le varie anime della filiera del pomodoro da industria.

Al centro della giornata la presentazione dello studio La reputazione del pomodoro e della sua industria nella percezione degli italiani commissionato proprio da Anicav a Reputation Institute. Uno studio da cui è emerso che la reputazione delle conserve di pomodoro è molto forte sia per sicurezza che per affidabilità e genuinità del prodotto a cui viene riconosciuto un forte legame col territorio. Insomma, un simbolo del made in Italy che, tuttavia, ancora viene in larga parte associato al caporalato. Ben l’82% del campione intervistato, infatti, associa il pomodoro al caporalato. Uno stigma che pregiudica sensibilmente a competitività del comparto a livello internazionale.

Reputazione, un aspetto fondamentale

«La reputazione come asset strategico per il comparto è il tema scelto come filo conduttore della giornata - ha dichiarato Antonio Ferraioli, presidente di Anicav e Ad di La Doria Spa - si tratta di un argomento di grande importanza da cui partire per puntare al recupero di immagine del comparto».

«I risultati di questa ricerca - ha aggiunto Giovanni De Angelis, direttore generale di Anicav - potranno servire a supportare i processi decisionali e le strategie comunicative delle aziende e dell’associazione».

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La ministra Bellanova parla al convegno Anicav

Bellanova: guerra a caporalato e aste a doppio ribasso

Netta la posizione del ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova. «La filiera del pomodoro non è una filiera sporca. Per noi non esistono filiere sporche, ma aziende che commettono reati, e come tali vanno punite. Se vogliamo accrescere la reputazione del comparto dobbiamo far capire al consumatore che la trasparenza è un valore ed un diritto - ha detto la ministra - pratiche sleali di mercato e caporalato devono essere combattute».

«Le aste al doppio ribasso, ad esempio, sono caporalato in giacca e cravatta - ha continuato Bellanova - e per questo appoggio la legge che le vieta che è stata approvata alla Camera in prima lettura e, spero, che il testo possa diventare definitivo al Senato a breve. Il caporalato, poi, va combattuto con iniziative concrete. Credo molto nel progetto, che vede coinvolta anche l’Anicav, realizzato insieme alla Borsa merci telematica per costruire una piattaforma di intermediazione legale della manodopera a partire dalla filiera del pomodoro a Foggia - ha concluso - che partirà con la prossima campagna di raccolta».

Pomodoro, i numeri definitivi della campagna 2019

Nel corso della giornata sono stati presentati i dati della campagna 2019. Gli ettari messi a coltura sono stati 64.528 (+6,4% rispetto al 2018) e sono state 4,8 milioni di tonnellate di pomodoro trasformati. Una produzione sostanzialmente in linea con lo scorso anno, ma in diminuzione rispetto a quanto preventivato. Il Bacino Centro Sud ha trasformato 2,43 milioni di tonnellate con un incremento del 10,2% rispetto al 2018, mentre nel bacino del Nord il trasformato finale si è attestato intorno a 2,37 milioni di tonnellate (-3,2% rispetto allo scorso anno). L’Italia, nonostante l’incremento delle produzioni di Paesi europei e internazionali, si conferma il secondo Paese trasformatore dopo gli Stati Uniti e rappresenta il 13% della produzione mondiale e circa la metà del trasformato europeo.

Il punto sulla situazione fitosanitaria

A margine dell’Assemblea di Anicav si è tenuta la tavola rotonda dal tema “Campagna 2019. Il bilancio fitosanitario: patologie emergenti e soluzioni di difesa” nel corso del quale è stato fatto il punto sull’aspetto fitopatologico della produzione di pomodoro da industria. Da quanto emerso, i danni maggiori si sono avuti per le particolari condizioni climatiche che si sono verificate nel corso dell’anno e che hanno evidenziato la presenza particolare di asfissia radicale e di batteriosi come la pseudomonas che ha ritardato lo sviluppo delle piante colpite. Altre criticità evidenziate sono state lo stolbur del pomodoro su campi tardivi, la riemergenza del ragnetto rosso che, tuttavia, è stato tenuto sotto controllo, la peronospora e il tomato black spot. Infine, è emersa la presenza di tuta absoluta che ha colpito prevalentemente regioni come la Sicilia e che è stata segnalata in maniera massiccia anche in Sardegna.

Pomodoro da industria, per i consumatori è sinonimo di caporalato - Ultima modifica: 2019-11-29T15:30:23+01:00 da Marta Cattaneo

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