Il tripide della cipolla (Thrips tabaci-Thysanoptera: Thripidae) è uno degli insetti più nocivi per la coltura in tutto il mondo. Gli adulti e le larve si nutrono delle foglie causando declorofillizzazioni che, in genere, portano a bulbi di dimensioni più piccole. Le lesioni di alimentazione del tessuto fogliare creano ingressi per patogeni batterici e fungini (es. Stemphylium), che possono anche essere diffusi tra le piante dagli adulti. I tripidi della cipolla possono anche trasportare e inoculare virus come il virus della maculatura gialla dell’Iris (IYSV), il virus dell’avvizzimento maculato del pomodoro (TSWV) e il virus della maculatura necrotica dell’Impatiens (INSV).
Come si comporta il tripide della cipolla
L’insetto sverna, generalmente, nei campi di leguminose e di cereali, su piante infestanti e nei bulbi di cipolla non rimossi dai campi. Gli adulti si riproducono partenogenicamente durante la stagione, raramente sessualmente, con il risultato che la maggior parte degli individui sul campo sono femmine. La vita media dell’adulto è di circa 32 giorni e i periodi di pre-ovideposizione, ovideposizione e post-ovideposizione sono rispettivamente di 6,1, 22,5 e 3,9 giorni. Il numero medio di uova deposte da una femmina non accoppiata è di 37,4 (da 20 a 200). Possono svolgere da cinque a otto generazioni all’anno e le infestazioni sono più probabili in estate e in periodi caldi e asciutti. Il clima fresco rallenta il loro sviluppo e le forti piogge o l’irrigazione soprachioma possono ridurre significativamente le popolazioni in una coltivazione di cipolle.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
Abbonati o accedi all’edicola digitale
Diversa sensibilità varietale
Le cultivar che producono foglie vicino agli steli sono più suscettibili ai danni dei tripidi rispetto alle cultivar con una crescita più aperta. Thrips tabaci ha mostrato affinità verso alcuni genotipi di cipolla. Quelli con foglie blu-grigie “cerose” tendono a essere più attraenti, supportano densità più elevate dell’insetto e hanno più danni da alimentazione rispetto a quelli che hanno foglie verde più chiaro (“lucide” o “semi-lucide”).
Le cipolle rosse sono particolarmente suscettibili ai danni dei tripidi, mentre le “cipolle spagnole” tendono ad essere un po’ più tolleranti. Le infestazioni che si sviluppano durante le prime fasi di formazione del bulbo hanno il maggiore impatto sulle dimensioni e sulla qualità del prodotto finale. Le infestazioni più tardive nella stagione sono meno problematiche, poiché le cipolle sono più tolleranti quando sono più vicine alla raccolta.
Gestione integrata
Le corrette pratiche colturali aiutano a ridurre i danni causati dai tripidi. Queste includono la distruzione dei residui vegetali, l’eliminazione delle piante di cipolla spontanea, di non piantare cipolle vicino ai campi di cereali che possono fungere da fonte di tripidi. Man mano che le colture di cereali maturano e disseccano i tripidi adulti migrano e ricercano le piante verdi vicine, comprese le cipolle.
I predatori naturali possono aiutare a ridurre le popolazioni di tripidi a stagione avanzata, quando cioè i tripidi sono più esposti. All’inizio della stagione le larve dell’insetto sono in qualche modo protette dai predatori sotto le foglie piegate e nell’area ristretta in cui le foglie emergono dal collo del bulbo; inoltre, i predatori vengono spesso eliminati dalle applicazioni di insetticidi non selettivi.
La difesa inizia dal monitoraggio in campo. Le soglie possono variare in base alle zone di coltivazione, cultivar e tipologia di coltura. Generalmente può essere applicato un valore di 1-2 tripidi per foglia, con il valore maggiore per le cultivar meno sensibili o in periodi di minor pericolosità per la coltura.
Al fine di prevenire lo sviluppo di resistenze è bene alternare sostanze attive appartenenti a famiglie chimiche diverse. La miscela di due molecole è sconsigliata poiché si potrebbe avere la selezione contemporanea di resistenze a entrambe. Alcuni lavori sperimentali hanno dimostrato l’ottima efficacia di oli vegetali abbinati con opportuni coadiuvanti (es. mais, girasole, cotone ecc.). Il loro utilizzo può essere previsto come valida strategia integrata antiresistenza o in programmi di gestione biologica della coltura.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
Abbonati o accedi all’edicola digitale
Quando trattare
I trattamenti effettuati al mattino, con rugiada, possono migliorare la copertura ma i tripidi, generalmente, risultano ben riparati a causa delle basse temperature. Durante la giornata gli insetti restano abitualmente nascosti per il sole e i trattamenti asciugherebbero velocemente. Nelle ore serali i tripidi tendono a uscire dai ripari, per cui è più facile colpirli direttamente con i trattamenti. L’inconveniente dei trattamenti serali potrebbe essere la mancata asciugatura notturna che faciliterebbe le infezioni fungine sulle piante.