Meglio del previsto.
In genere ci vogliono anni per vedere gli effetti dei cambiamenti della gestione del suolo su resa e qualità delle produzioni. Il 2022 è stato però un anno particolare, caratterizzato da siccità e record termici.
Un problema per i produttori che si è rivelato un vantaggio per il progetto di ricerca “Black to the Future” (v. Dossier Carbon Farming su TV 28) sostenuto da Eit Food e coordinato da Caviro. Il 10 novembre sono illustrati i risultati finali in un convegno moderato da Terra e Vita alla Fiera Ecomondo/Key Energy di Rimini e l’impatto positivo ha superato decisamente le aspettative.
Articolo pubblicato su Terra e Vita 35/2022
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Nero di Troia di qualità
«Sulle uve di Nero di Troia – descrive Giovanni Nigro di Ri-Nova – raccolte in Puglia a Stornarella (Fg) l’applicazione di biochar e di CBmix (il nuovo ammendante ideato da Caviro a base di compost e biochar) ha determinato valori di solidi solubili (in gradi brix) superiori in entrambi gli anni della prova».
«E anche in Emilia-Romagna (Tebano – Ra) i valori di pH, polifenoli e antociani hanno premiato l’applicazione di questi innovativi ammendanti con valori più performanti ed adatti ad una trasformazione enologica di qualità». Un effetto determinato dalla maggiore disponibilità idrica assicurata alle piante dai suoli dove questi prodotti sono stati distribuiti.
Il 30 novembre a Faenza presso la Sala Auditorium del Museo Internazionale delle Ceramiche va in scena la presentazione finale del progetto Black to the Future.
Suoli più fertili
«L’applicazione di biochar, compost e CBmix – concorda Miguel Angel Sanchez-Monedero del Consiglio superiore di ricerca scientifica spagnolo – ha consentito di raddoppiare il contenuto in sostanza organica dei suoli coltivati a oliveto».
«Il biochar da solo – continua – mostra però un limitato impatto sulla fertilità del suolo e sullo stato nutrizionale della coltura, mentre il CBmix esprime l’effetto sinergico delle sue componenti aumentando la disponibilità di azoto per le piante, grazie ad un incremento dell’attività microbica, senza un parallelo aumento dell’emissione di ossido di azoto in atmosfera».
Risultati confermati anche nelle applicazioni in vertical farming compiute da Maarten Vandecruys di Urban Crops Solutions in Belgio e in nei primi approcci di Michalakis Christoforou della University of Technology di Cipro su melograno.
La chiave contro il climate change
«La conferma di questi risultati – commenta Rosa Prati, che dirige il settore Ricerca & Sviluppo del Gruppo Caviro – mostra come l’utilizzo di ammendanti organici di qualità possa diventare la soluzione ottimale per combattere il cambiamento climatico e i suoi effetti negativi sul settore agricolo».
Black to the future ha messo insieme i ricercatori di 4 paesi europei proprio per dimostrare la possibilità di coniugare tecniche carbon negative, reddito e qualità delle produzioni.
Boom del compost, biochar da ottimizzare
«La crisi del gas naturale - testimonia Giovanni Ferrucci di Enomondo, divisione del Gruppo Caviro - aggravata dalla crisi ucraina ha reso la dipendenza energetica dell’Europa dolorosamente evidente e critica per industrie come quella dei fertilizzanti minerali».
I prezzi di prodotti come l’urea sono andati alle stelle spingendo molti produttori a spostarsi verso gli organici. È aumentato in particolare il ricorso al compost, le cui caratteristiche dipendono dal tipo di biomassa utilizzata per la produzione.
«I produttori hanno imparato a riconoscere il compost di qualità e i risultati ottenuti non li fanno tornare indietro».
Caviro ha adottato un modello di economia circolare che affianca alla produzione enologica anche quella di bioenergia e di prodotti come l’ammendante compostato verde e quello misto.
Gli investimenti nella produzione di Acfa (ammendante compostato da filiera alimentare) permettono ora di chiudere il cerchio, riportando in campo ciò che viene tolto nel processo di produzione. L’opportunità di abbinare il biochar al compost è oggi favorita dalla sua recente regolamentazione come fertilizzante e dalla prossima possibilità di accedere al regime dei crediti di carbonio.
Il processo di pirolisi necessario per produrlo può però far sballare i conti sia sul fronte della sostenibilità che su quello economico. Il modello studiato da Caviro punta al riutilizzo degli sfalci delle potature dei vigneti e dei frutteti e all’adozione di tecnologie affidabili e convenienti grazie allo sviluppo di economie di scala.
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