«Il suolo è un sistema complesso, fatto di componenti solidi, liquidi e gassosi che interagiscono creando l’ambiente di crescita dei vegetali, l’habitat per microrganismi, microfauna e mesofauna, e svolge numerose funzioni ecosistemiche che vanno dalla filtrazione di acque, all’immagazzinamento del carbonio, al mantenimento della fertilità e della biodiversità».
Lo ha ricordato Claudio Ciavatta, docente di biochimica agraria e fertilità del suolo dell’Università di Bologna in occasione del Meeting 2023 di Open Green che si è tenuto recentemente a Bologna.
Riserva di carbonio
La sostanza organica del suolo è la più importante riserva di carbonio organico del Pianeta, maggiore di quello immagazzinato nella biosfera e nell’atmosfera. La sostanza organica ha un ruolo chiave nell’ecosistema terrestre, accumulandosi prevalentemente negli orizzonti più superficiali dei suoli, anche in quelli coltivati, favorisce la presenza di organismi viventi e la biodiversità.
Il contenuto di sostanza organica, però, varia da suolo a suolo: nei terreni minerali coltivati sabbiosi e aridi è presente con meno dell’1,5% in peso per salire all’1,5-5% nei suoli coltivati franco-argillosi. Tale differenza è funzione del tipo di roccia madre, della copertura vegetale, del clima, del tempo e degli interventi dell’uomo.
Il suolo e la fertilità
In ogni caso deve essere chiaro un concetto: senza sostanza organica non si può parlare di suolo e maggiore è il suo contenuto, maggiore sarà la fertilità. Inoltre, deve essere tenuto presente che la Fao ritiene che il processo di desertificazione interessi tutti quei suoli con un contenuto in carbonio organico inferiore all’1% in peso, corrispondente a circa l’1,7% di sostanza organica (e in Italia ce ne sono diversi).
Un sistema complesso
La sostanza organica del suolo è costituita da un insieme molto complesso ed eterogeneo di composti organici che si differenziano per le proprietà fisiche, chimiche e funzionali, di natura vegetale, animale e da microrganismi. La decomposizione è operata fondamentalmente dai microrganismi (funghi e soprattutto batteri) e ha effetti diretti e indiretti sulla fertilità del suolo, sulla capacità di stoccare anidride carbonica (CO2), con effetti positivi sul contrasto al cambiamento climatico, la capacità di influenzare la biodiversità.
I residui vegetali, animali e microbici subiscono processi di decomposizione attraverso diverse fasi in cui numerosi organismi coinvolti svolgono un ruolo determinante.
Mineralizzazione
La velocità d’attacco inizia dalle componenti organiche facilmente decomponibili che vengono completamente mineralizzate, con rilascio di CO2, ed elementi nutritivi. La quantità di carbonio utilizzato dipende dalla composizione del residuo vegetale, dalla natura della biomassa microbica e da numerosi parametri ambientali, quali la disponibilità di ossigeno molecolare (O2), l’umidità, la temperatura e il pH. Durante queste fasi si ha una perdita continua di CO2 e un riciclo degli elementi nutritivi azoto, fosforo, potassio, zolfo, calcio, magnesio e micronutrienti, ma anche stabilizzazione e umificazione.
Ne consegue che con l’avanzare della decomposizione il rapporto carbonio/azoto diminuisce diventando, quindi, un importante indice del grado di mineralizzazione della sostanza organica.
Pertanto, essendo il ruolo del carbonio organico del suolo vitale per il funzionamento di questo ecosistema e quindi per la sua fertilità, una sua diminuzione avrebbe conseguenze gravi sulla funzionalità ecosistemica.
Concimare è indispensabile
La pratica della concimazione è indispensabile per sostenere i fabbisogni di elementi nutritivi delle produzioni agricole ed evitare l’impoverimento del suolo e la perdita di fertilità.
Nell’agricoltura “moderna”, gran parte degli elementi assorbiti dalle piante e inglobati nelle sostanze organiche destinate all’alimentazione umana e animale non ritornano al terreno attraverso i sottoprodotti, in quanto i prodotti sono consumati lontano dai suoli (luoghi) di produzione. Le deiezioni (solide e liquide) non sempre ritrovano la corretta via della riutilizzazione in agricoltura, neppure se si tratta, ad esempio, di quelle zootecniche.
Oppure, sul versante dei rifiuti urbani, basti pensare ai fanghi di depurazione delle acque reflue urbane e alle stesse acque di depurazione, che trovano difficile collocazione, nonostante la forte richiesta proveniente dall’Unione Europea, attraverso il pacchetto dell’economia circolare, per un maggiore utilizzo di nutrienti e un impiego più efficiente delle risorse.
Sostenibilità aziendale
La fertilizzazione organica sicuramente può essere uno strumento valido per invertire la rotta del depauperamento dei suoli di sostanza organica, ma deve essere assolutamente inserita nel contesto di una fertilizzazione sostenibile che permetta alle aziende che la praticano di restare competitive sui mercati e che possa garantire produzioni quali-quantitative all’altezza delle sfide dei mercati. Non avrebbe senso puntare sull’aumento di sostanza organica dei suoli se poi le aziende andassero fuori mercato costringendole alla chiusura.
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sulla salute del suolo di Re Soil Foundation