Il buon vino, è risaputo, nasce nel vigneto. Una scrupolosa cura della vite, dunque, è alla base di una produzione di vino di qualità. Il principio vale però anche per la produzione di uva da tavola che deve assicurare caratteristiche organolettiche di elevato livello.
Questi risultati si ottengono attraverso pratiche agronomiche corrette e aggiornate. La concimazione è una delle più importanti perché da questa sicuramente dipende la possibilità di raggiungere gli obiettivi produttivi (clicca qui per scaricare la “Guida alla concimazione della vite per un’uva di qualità”). Essa mira infatti al riequilibro della pianta e al rispetto dei suoi fabbisogni nutritivi nel corso del ciclo annuale.
Fra le alterazioni della vite è assolutamente da evitare il disseccamento del rachide che può essere prevenuto proprio con una concimazione mirata (della quale parleremo fra poco). Il disseccamento del rachide è una fisiopatia non ancora sufficientemente conosciuta dai viticoltori (e quindi anche un po’ sottovalutata), i quali, a causa di sintomi analoghi, talvolta possono confonderla con la peronospora.
Il disseccamento del rachide è un’alterazione fisiologica influenzata da diversi fattori a carico del metabolismo del calcio e del magnesio.
Come si presenta
I primi sintomi del disseccamento del rachide si possono osservare già subito dopo l’invaiatura, con lesioni necrotiche sul rachide o su alcuni pedicelli. Da qui le aree necrotizzate possono allargarsi fino a comprendere una porzione importante del grappolo. Le bacche che si trovano più distali rispetto al rachide necrotizzato risultano bloccate sia nello sviluppo che nel metabolismo e lentamente si disidratano. Analizzando le bacche disidratate, queste evidenziano un’acidità titolabile superiore e una concentrazione zuccherina minore. Alcuni ricercatori hanno esaminato il flusso della linfa elaborata in grappoli sani e attaccati da disseccamento del rachide e hanno notato come, in concomitanza con l’apparizione dei sintomi, i vasi floematici improvvisamente cessassero di trasportare linfa e i tessuti morissero. I fattori che possono influenzare positivamente o negativamente l’entità della fisiopatia sono principalmente il decorso meteorologico dell’annata e l’equilibrio nutrizionale tra calcio-magnesio-potassio.
Un danno ingente
Dunque il disseccamento del rachide si manifesta a inizio invaiatura con delle necrosi depresse che, espandendosi progressivamente, alla fine provocano l’appassimento del grappolo, che rappresenta un danno ingente. Due problemi che si verificano immediatamente sono un sensibile abbassamento del tenore in zuccheri e un’elevatissima crescita dell’acidità. Subito dopo possono comparire delle muffe che vanno a mascherare l’origine del danno.
Cause predisponenti
Si è visto che fra i fattori che maggiormente predispongono il verificarsi del disseccamento del rachide si sono: l’abbassamento della temperatura nel corso della fioritura, le piogge intense nel periodo dell’invaiatura e l’alternanza di condizioni meteorologiche durante la stagione vegetativa.
Anche la scarsa disponibilità di calcio e magnesio, a causa di un eccesso di potassio [elevato K/(Ca+Mg)], può essere negativamente determinante.
L’impiego poi di portinnesti che hanno difficoltà nell’assorbimento del magnesio (SO4) o che conferiscono troppo vigore (Kober 5 BB,125 AA) possono favorire il fenomeno del disseccamento del rachide.
Altre cause predisponenti possono essere: l’elevato vigore e produttività della pianta, la forma di allevamento (la pergola sembra essere quella maggiormente colpita) ed eventuali squilibri ormonali.
Una corretta prevenzione
Uno studio quinquennale condotto da K+S Minerals and Agriculture GmbH in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige (Tn), ha dimostrato quanto sia importante prevenire l'insorgenza della carenza di magnesio nella vite. Infatti, una volta comparsi i sintomi è troppo tardi e il danno produttivo risulta irreversibile. Per prevenire l’insorgenza del disseccamento del rachide, K+S consiglia 2-4 interventi fogliari tra le fasi di 5 foglie distese e l'inizio dell'invaiatura, con 8–20 kg/ha di Epso Top o EPSO Microtop a intervalli di 8-10 giorni (0,5-2% di concentrazione).
È inoltre molto utile monitorare il livello di potassio disponibile ed eventualmente ridurne o sospenderne gli apporti.
Fra i vitigni maggiormente sensibili al disseccamento del rachide ricordiamo, per le uve da vino: Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Lagrein,
Marzemino, Merlot, Nosiola, Refosco dal Peduncolo Rosso, Sauvignon, Schiava, Schioppettino, Teroldego, Tocai Friulano.
Le uve da tavola più a rischio sono invece: Italia, Regina, Vittoria.
I prodotti consigliati
Per la prevenzione del disseccamento del rachide nel breve e medio termine, K+S propone di seguire una strategia a due vie, con l’impiego di Patentkali al terreno prima della ripresa vegetativa, in combinazione con applicazioni fogliari a base di EPSO Top o Epso Microtop nel corso dello sviluppo vegetativo.
Patentkali
È un concime potassico granulare speciale, noto anche con il nome di solfato potassico magnesiaco (30% K2O, 10% MgO, 42,5% SO3). Ha un elevato contenuto di magnesio e zolfo. I nutritivi sono totalmente solubili in acqua e immediatamente disponibili per le piante. Può essere impiegato in ogni condizione pedologica, dato che la sua azione è indipendente dal pH del terreno. La granulometria uniforme ne garantisce una distribuzione omogenea mediante spandiconcime su tutta la larghezza di lavoro.
È consentito in agricoltura biologica (reg. Ce 834/2007, reg. Ce 889/2008). Risulta inoltre iscritto al registro dei fertilizzanti consentiti in agricoltura biologica così come previsto dal dlgs. 75/2010.
Epso Microtop
È un concime idrosolubile per fertirrigazione e applicazioni fogliari, a base di solfato di magnesio con boro e manganese (15% MgO, 31% SO3, 0,9% B, 1% Mn). Ad effetto immediato, gli elementi nutritivi sono completamente solubili in acqua.
Soddisfa le crescenti esigenze in boro e manganese da parte delle piante, prevenendo e alleviando carenze colturali. Rapidamente assorbito dalle foglie, agisce immediatamente.
È consentito in agricoltura biologica ai sensi dei reg. Ce 834/2007 e 889/2008 ed è inoltre iscritto al registro dei fertilizzanti consentiti in agricoltura biologica così come previsto dal D.lgs. 75/2010.
Un prezioso supporto
Per risolvere il problema del corretto riconoscimento delle carenze per prevenirle (o curarle) nel modo più tempestivo ed efficace, K+S ha realizzato una guida dal titolo "Tutte le carenze in una tasca! Guida alle carenze nutrizionali di vite e olivo".
In formato tascabile e con pagine rivestite in plastica per non rovinarsi in caso di contatto con polvere o schizzi di acqua, la guida descrive sinteticamente ma in maniera esaustiva per le due colture in esame il ruolo di azoto, fosforo, potassio, magnesio, zolfo, boro e manganese all’interno delle piante.