La maculatura bruna su pero preoccupa, ma (forse) non tutto è perduto. Se si lavorerà integrando la difesa chimica con le buone pratiche agronomiche e alcuni interventi mirati, quali la sanitazione del terreno (con l'impiego di Trichoderma). Al World Pear Forum di ieri a Ferrara, nell’ambito di Futurpera, ricercatori e tecnici hanno fatto il punto sul patogeno che negli ultimi due anni ha danneggiato in modo crescente (e pesante, fino all'80%) le produzioni. In apertura, lo stato dell’arte di Marina Collina (Dipartimento di scienze e tecnologie agroalimentari, dell’Università di Bologna) ha riepilogato passato, presente e futuro della ricerca su Stemphylium vesicarium, comparso già negli anni ‘70 in Emilia Romagna.
Proprio sul futuro si dovrà concentrare la ricerca, possibilmente con progetti pubblici e privati proposti per il finanziamento. Tra le azioni da sviluppare nel futuro: prove di sanitizzazione del cotico erboso (con Trichoderma), prove di difesa in ambiente controllato e pieno campo; monitoraggio della sensibilità dello Stemphylium ai fungicidi, prove sulla produzione di tossine e prove epidemiologiche su Alternaria spp (che, è stato ricordato, non è un patogeno primario). «Ma – ha spiegato Collina - abbiamo a disposizione mezzi diretti e indiretti, quindi il potenziale di inoculo si riduce integrando la parte chimica con quella agronomica. La priorità è impedire lo sviluppo del patogeno sulla pianta e, di conseguenza, serve una protezione preventiva con fungicidi».
Premesso che il cambiamento climatico interferisce in maniera grave sullo sviluppo del patogeno, Loredana Antonacci del Servizio fitosanitario della Regione Emilia-Romagna ha dato le prime indicazioni sulle modalità di difesa da Maculatura per le prossime annate. Indicazioni che scaturiscono dalla valutazione delle criticità del 2018, dall’approfondimento delle cause attraverso analisi di laboratorio in accordo con l’Università di Bologna e la valutazione dei dati sperimentali. Le slide con le indicazioni del Servizio fitosanitario - dai mazzetti affioranti al pre raccolta – saranno disponibili sul sito di Cso Italy.
Nella seconda tavola rotonda i rappresentanti dei centri di saggio hanno descritto le prove sull’utilizzo dei prodotti fitosanitari più efficaci per affrontare il problema. Evidente a tutti che non si potrà fare a meno della chimica, ma la sanitazione del terreno, anche in un’ottica di sostenibilità, può aiutare ad affrontare meglio la malattia fungina e sostenere gli interventi di difesa.
Nell’ultima parte del convegno, sono state valutate le esperienze di difesa messe in atto da vivaisti, organizzazioni di produttori e consorzi negli ultimi due anni. Tutti d’accordo che Ferrara è la provincia più colpita e che il rischio è che nel 2020 l’inoculo sia ancora più elevato, e diffuso in tutte le aziende. Modena è invece più "abituata" alla ticchiolatura che alla maculatura, mentre nel Ravennate si registra un andamento anomalo della malattia.
E l’assessore all’agricoltura della Regione Emilia-Romagna, Simona Caselli, nelle sue conclusioni, ha tagliato corto: «Serve un passo in avanti fondamentale, e cioè la discussione nelle sedi più opportune tra enti di ricerca, aziende, gdo e mondo politico». Intanto, la prossima settimana esce il bando di ricerca da 1 milione di euro per la difesa da cimice e maculatura.