Denominazioni frenate dall’euroburocrazia

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Nicola Baldrighi.
Nicola Baldrighi, neo presidente di Aicig denuncia i tempi più brevi per le modifiche ai disciplinari: «ci vogliono fino a due - tre anni per ogni piccolo cambiamento»

Disciplinari di produzione impantanati nell’euroburocrazia. Oggi le modifiche richiedono infatti un doppio esame, nazionale e della Commissione europea. E quest’ultima spesso richiede ulteriori dati e informazioni, con conseguente allungamento dei tempi ben oltre quelli previsti dal Reg.1151/2012 (con cui Bruxelles ha riformato e uniformato tutti i regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari). Un iter che non permette di restare al passo di un mercato che cambia velocemente. Aicig e Afidop chiedono un cambio di marcia. L’Associazione italiana consorzi indicazioni geografiche e quella dei formaggi italiani dop hanno messo a confronto, in un convegno, le esperienze acquisite dai consorzi di tutela a partire dall’applicazione della Legge 526/99 e decreti successivi, compreso quello sanzionatorio 297/04, fino alla riforma del 2012 e al recente ulteriore impatto del provvedimento sulla parità di genere. Un lasso di tempo in cui i Consorzi di tutela hanno acquisito competenze crescenti nelle attività di vigilanza, tutela e sorveglianza sul mercato (per le quali Aicig chiede al Mipaaf specifici sostegni economici).

Stop al doppio passaggio

Sotto accusa, dunque, i tempi eccessivamente lunghi e tortuosi per la registrazione delle modifiche ai disciplinari (si arriva, con le integrazioni richieste all’ultimo minuto, anche oltre i 2 o 3 anni). «Questi ritardi – spiega il neo presidente Aicig Nicola Baldrighi, al vertice dal 1998 del Consorzio del Grana Padano – crea ai vari comparti produttivi difficoltà e oggettive perdite di opportunità».

Le modifiche periodiche si rendono infatti necessarie per adeguare la realtà produttiva all’evoluzione della filiera e alle esigenze del mercato. «Più che il doppio passaggio - incalza Baldrighi -, sarebbe meglio responsabilizzare maggiormente i Paesi membri, lasciando alla Commissione il compito di gestire eventuali opposizioni. Anche perché non è più prevista la protezione transitoria».

Altro punto caldo è quello che riguarda la richiesta di deroghe per le sperimentazioni necessarie per testare nuove tecniche e nuove tecnologie e la loro compatibilità per salvaguardare le caratteristiche finali del prodotto Dop e Igp. «I prodotti tipici non sono solo tradizione, la possibilità di innovare è decisiva per il settore».

 

Il programma di Baldrighi

Nicola Baldrighi è il nuovo presidente di Aicig, l’associazione che rappresenta il 93% della produzione Dop e Igp. «Il nostro – afferma il neo presidente – è un sistema che richiede un sempre maggiore coordinamento, tenendo presente che rappresentiamo soggetti che producono volumi e fatturati importanti raggiungendo i mercati di tutto il mondo e altri con prodotti di nicchia. Le esigenze non sono sempre le stesse, ma molti sono i punti condivisi che ci mettono in condizione di raggiungere obiettivi comuni di tutela, valorizzazione e promozione».

Tra gli obiettivi fissati da Baldrighi:

- continuare con le azioni di aggregazione fra associazioni per fare sempre più sistema e con azioni formative per le attività dei Consorzi, per dare più efficacia alle politiche di tutela e difesa legale del prodotto;

- proseguire sul sentiero tracciato nel campo di azioni di partenariato e cooperazione internazionale, di partecipazione ad accordi multilaterali nel contesto dell’Accordo di Lisbona sulla protezione internazionale delle Denominazioni di Origine.

 

Leggi l’articolo su Terra e Vita 19/2017 L’Edicola di Terra e Vita

Denominazioni frenate dall’euroburocrazia - Ultima modifica: 2017-06-07T15:33:43+02:00 da Barbara Gamberini

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