Sorgo, una coltura a elevato adattamento

sorgo rv venturoli
Giovanni Toffano, direttore commerciale di Rv Venturoli
La proposta RV Venturoli per combattere il cambiamento climatico

Tutto lascia supporre che il 2020 sarà un anno particolarmente siccitoso. La prospettiva è realistica visti gli andamenti climatici dei primi mesi dell’anno.

Le rilevazioni idrometriche sui laghi e sui fiumi italiani riportano una situazione critica, il Po è in secca come in un normale agosto e alcuni dei principali laghi italiani hanno bassi livelli di riempimento.

Temperature in aumento

Altro problema per l’agricoltura sono le temperature, soprattutto le massime, che in Italia sono risultate più alte di 1,4 °C rispetto alla media del trentennio 1988-2018. In alcune regioni la situazione sta diventando preoccupante per la scarsità di piogge, i terreni sono secchi e in alcuni casi si pensa già a piani straordinari per l’irrigazione. In un Paese naturalmente piovoso come l’Italia, ma in cui per carenze infrastrutturali si trattiene solo l’11% dell’acqua piovana, occorre un cambio di passo anche scegliendo colture meno idroesigenti.

Il problema del cuneo salino

Questo vale in particolare nelle tradizionali aree maidicole del Nord Italia, come il Delta del Po, dove alle strutturali carenze idriche si associa il fenomeno del cuneo salino, cioè della risalita dell’acqua marina lungo il corso del Po e nelle falde.

Le risorse idriche vanno ottimizzate

Le problematiche legate al clima sono ben note alle imprese agricole italiane, per la loro caratteristica di industrie a cielo aperto.

«Difficile immaginarsi un 2020 senza colture irrigue – dice Vittorio Venturoli, amministratore delegato di Rv Venturoli, società sementiera di Pianoro (Bologna) leader nel sorgo e nei cereali a paglia –. Piuttosto è auspicabile e prevedibile un aumento delle superfici di quelle coltivazioni che hanno capacità di ottimizzare le risorse idriche in particolare in alcune zone del territorio italiano».

Il sorgo, una coltura che resiste a condizioni estremi

E fra le coltivazioni in grado di resistere e adattarsi a condizioni estreme spicca il sorgo, le cui superfici sono date in aumento nelle prossime semine primaverili nelle aree a tradizionale vocazione dell’Emilia-Romagna, delle Marche e del basso Piemonte. «questa pianta rustica, versatile e dalle profonde radici – spiega Giovanni Toffano, direttore commerciale di Rv Venturoli – è maestra nell’ottimizzare le risorse idriche da lei trovate nel suolo. E infatti sono molti gli agricoltori che per questi motivi stanno manifestando la volontà di seminare il sorgo in alternativa al mais proprio come soluzione per gestire adeguatamente le semine primaverili 2020».

Eventi climatici sempre più estremi

Gli eventi climatici estremi cui stiamo assistendo da qualche anno a questa parte in Pianura padana, che vedono vere e proprie bombe d’acqua alternate a periodi di forte siccità «dimostrano la grande adattabilità del sorgo a fronteggiare condizioni che non è esagerato ritenere estreme, una adattabilità ben superiore a quella del mais – aggiunge Toffano –. Una serie di considerazioni sia economiche che ambientali rendono il sorgo un’alternativa molto interessante, sia per i risparmi sui costi colturali (energia, concimi, ecc.) sia per una complessiva maggior sostenibilità legata al fabbisogno idrico contenuto».

Anche i cereali a paglia soffrono questo avvio di 2020 particolarmente siccitoso.

Eloise Bersani, responsabile Rv Venturoli per ricerca e sviluppo, fa il punto: «Il problema a questo punto è sperare nelle piogge prima possibile. E sperare che non ci siano gelate tardive che metterebbero a dura prova le colture, soprattutto quelle seminate presto che sono in uno stadio fenologico più avanzato».

Sorgo, una coltura a elevato adattamento - Ultima modifica: 2020-05-04T14:41:21+02:00 da Redazione Terra e Vita

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