Si continua, per una forma di adattamento mentale, a dire che l'agricoltura di precisione è il prossimo futuro. In realtà, è il presente. Sui 30 ettari dell'azienda Montesissa (Località Buffalona, 91, Frazione Rezzano, Carpaneto Piacentino) per esempio, si fa concimazione a dosaggio variabile già da quattro stagioni e prima di acquistare uno spandiconcime pensato per questo scopo, Luca Montesissa – che in azienda segue il vigneto – aumentava e riduceva la velocità del trattore basandosi sulle mappe di vigore rilevate dal satellite: una sorta di rateo variabile empirico.
«In quattro anni i risultati si vedono – afferma Nicola Montesissa addetto alle pubbliche relazioni e membro assieme a Luca, alla cugina, al padre e allo zio della Francesco Montesissa, società creata dagli eredi del fondatore una decina di anni fa– il divario tra le aree forti e quelle magre, all'interno degli appezzamenti, si è ridotto: ora i nostri vigneti sono più equilibrati».
Lo spandiconcime lavora sulla fila: due vomeri incidono il terreno e depositano il prodotto – di natura organica – a una quindicina di cm di profondità. Seguono due ruote chiudi-solco. «In questo modo il fertilizzante è collocato a una trentina di centimetri dalla pianta, senza sprechi e dispersioni – spiega ancora Nicola – siamo prodotti a lenta cessione, con l'obiettivo, soprattutto, di migliorare la struttura del terreno».
Con il dosaggio variabile, i Montesissa risparmiano concime e riducono la dispersione di nitrati nel terreno. La loro attenzione per l'ambiente va però oltre: praticano da anni la lotta integrata e stanno sperimentando attrezzature per dimezzare la quantità di fitofarmaco e il numero di passaggi nel vigneto, riducendo il compattamento del terreno e l'inquinamento dovuto sia al principio attivo sia ai fumi del trattore. Anni di prove fanno dire loro che è possibile contrastare le malattie anche con metà prodotto, a condizione di mantenere le piante arieggiate, libere da erba e ben gestite. In attesa, naturalmente, degli atomizzatori di precisione.