L'azienda di Giovanni e Paolo Avanzini a Pessina
Cremonese (Cr) conta 300 scrofe a ciclo chiuso e 2.500 “grassi” destinati al
circuito del prosciutto di Parma e uno dei punti di forza di questa realtà
produttiva, decisamente all'avanguardia, è la produzione in proprio della
granella di mais che viene macinata in azienda e poi stoccata in apposite
trincee.
«La granella viene conservata
- dice Giovanni Avanzini - come se
fosse un insilato di mais in due trincee, con una copertura fatta da un triplo
telo. Noi stocchiamo circa 10mila quintali di farina umida che insieme alla
soia e all'orzo costituisce il componente principale della razione. Seminiamo
ogni anno circa 90 ettari di mais ed è molto importante portare in mangiatoia
un alimento prodotto in azienda quindi di alta qualità. Una piccola superficie
aziendale viene destinata ai mais di ciclo precoce, 300 e 400, per avere
granella disponibile già a fine agosto senza la necessità di dover acquistare
sul mercato. La maggior parte della superficie viene occupata da mais di classe
600 e 700 per metà di tipo farinoso e per metà di tipo semivitreo dal momento
che la nostra azienda punta sulla qualità e anche sull'alta produttività».
Quali sono le
rese medie aziendali e i principali
aspetti di agrotecnica? «A parte lo scorso anno che è stato eccezionale, la
media aziendale si attesta su 110-115 q/ha con irrigazioni a scorrimento e per
aspersione - interviene Paolo Avanzini -.
Da anni abbiamo abbandonato l'aratro per puntare sulla minima lavorazione. Operiamo
con un attrezzo combinato costituito da dischi e ancore che agisce a media
profondità muovendo la terra senza rivoltare la fetta. Poi effettuiamo uno o
due passaggi di rifinitura del letto di semina con l'erpice rotante. Sui
terreni molto compattati, prima di tutte le altre lavorazioni effettuiamo un
passaggio con il ripuntatore. Quest'anno abbiamo iniziato a seminare il 10
marzo e su tutta la superficie abbiamo utilizzato il nuovo diserbante di Bayer
CropScience Adengo, con interventi in pre-emergenza e in post-precoce. L'andamento
del mese di marzo ha avuto un decorso molto siccitoso e quindi abbiamo
effettuato un'irrigazione subito dopo la semina. La nostra azienda ogni anno
punta a effettuare semine anticipate perché così facendo la pianta di mais
sviluppa un apparato radicale più ampio e si approfondisce maggiormente nel
terreno e inoltre si risparmia almeno un'irrigazione nell'anno.”
Nell'azienda lavora anche Chiara, la figlia di Giovanni, che si è
laureata in veterinaria e che ha già introdotto alcune importanti innovazioni. «Di
recente abbiamo realizzato una nuova recinzione di tutto l'allevamento, una
sorta di cordone sanitario che costituisce una barriera molto efficace per
tenere lontano dall'allevamento batteri e virus. Tutti gli automezzi devono
rimanere all'esterno della recinzione e chi entra in allevamento deve passare dall'area
docce, indossare calzari e tuta. Si tratta di norme sulla biosicurezza che
stanno diventando obbligatorie e che tutti gli allevamenti dovrebbero adottare
considerando che servono anche per tenere lontani volpi e faine. La situazione
sanitaria dell'allevamento è già molto buona e con questi nuovi accorgimenti si
impedisce l'ingresso di nuovi ceppi».
significativa - risponde Chiara - è la chirurgia sulle ernie inguinali e
addominali, una patologia che se non viene trattata può portare allo
strozzamento dell'intestino e a lesioni della cute del sacco erniario. Per il
benessere dei suini si effettua l'operazione quando l'animale è attorno ai
10-15 kg per asportare le ernie inguinali e attorno ai 25-30 kg per quelle
addominali. Si tratta di operazioni non comuni, con l'animale sotto anestesia,
che permettono di recuperare tutti quei soggetti che erano destinati a
soccombere. Un altra novità è stata la gestione informatica dell'allevamento
con la registrazione dei dati relativi a ciascun animale per avere in ogni momento
sotto controllo parti, fecondazioni e stato sanitario».