Tea, raccolto il primo riso resistente al brusone

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Soddisfatti i ricercatori nonostante quest'anno il fungo non si sia manifestato rendendo più difficile valutare la risposta delle piante

Il 30 settembre 2025 potrebbe essere una data importante per la ricerca italiana in agricoltura. Nei campi di Castello d’Agogna, al Centro Ricerche sul Riso dell’Ente Nazionale Risi, è stato raccolto il frutto della prima sperimentazione italiana in campo di piante migliorate con le Tecniche di evoluzione assistita (Tea). Al taglio del riso erano presenti la Presidente dell’Ente Nazionale Risi, Natalia Bobba, il responsabile del settore miglioramento genetico del Centro Ricerche sul Riso, Filip Haxhari e Vittoria Brambilla, la ricercatrice del dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano, che con Fabio Fornara guida da anni un gruppo di ricerca che studia e sperimenta le Tea.

Come noto l'obiettivo della ricerca è ottenere un riso meno suscettibile al brusone, il fungo che spesso ostacola la crescita del riso fino ad arrivare a compromettere la sua coltivazione. Ma le Tea possono intervenire anche sulle altre caratteristiche bio-morfologiche per rendere la pianta di riso più produttiva e resiliente e nel medesimo tempo più resistente al cambiamento climatico, dimezzando i tempi dell'ottenimento di una pianta di riso migliorata/editata in modo da renderla - come in questo caso - meno bisognosa di fitofarmaci o di acqua o di fertilizzanti.

«Siamo convinti che sia anche attraverso queste evoluzioni che la coltivazione del riso potrà continuare ad essere un’eccellenza – ha commentato Bobba –. Nello stesso tempo renderanno più facile la vita ai risicoltori perché le Tea permetteranno di combattere il brusone contro cui è sempre più difficile adottare contromisure efficaci attraverso il breeding tradizionale. E porteranno benefici alla coltivazione anche sulla possibilità di affrontare in modo adeguato i cambiamenti climatici».

Vittoria Brambilla e Elena Lovati (Cascina Cavallina)

I primi risultati della sperimentazione

«Siamo molto felici di questo risultato dopo tutto il lavoro fatto e anche le difficoltà incontrate – afferma emozionata Brambilla – per il bene dei risicoltori ma meno bene per la nostra ricerca, quest'anno il brusone praticamente non si è visto quindi non siamo in grado di valutare in maniera adeguata la resistenza delle piante al fungo. Così a prima vista possiamo però affermare che le piante di riso geneticamente modificate sono assolutamente uguali a quelle di partenza: dalla forma di radici, foglie, fusto e pannocchia, ai tempi di sviluppo della pianta e di maturazione – precisa la docente di botanica all'Università di Milano – anche questo era uno degli aspetti da valutare con la sperimentazione».

Ora saranno eseguite analisi più approfondite sulle piante, anche in laboratorio, per estrarre dati utili al proseguio della ricerca. «Valuteremo anche un'altra caratteristiche che le piante realizzate con le Tea dovrebbero avere – aggiunge Brambilla – cioè mantenere le rese alte anche in caso di infezione da brusone».

Dopo l'atto vandalico che ha distrutto il primo campo sperimentale nel 2024, quest'anno i test si sono svolti in tre sedi per un totale di 28 m² con parcelle di 1 m² con 25 piantine di riso ciascuna. «Un grazie alla Fondazione Bussolena-Branca e all'Ente risi che hanno finanziato la ricerca – conclude Brambilla – questo risultato sarebbe stato impossibile senza i tecnici dell'ente che hanno curato la parte agronomica e anche sorvegliato le parcelle». Salvo imprevisti la sperimentazione proseguirà anche nel 2026.

Tea, raccolto il primo riso resistente al brusone - Ultima modifica: 2025-09-30T17:08:00+02:00 da Simone Martarello

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