Per ottenere una nuova varietà di melo ci vogliono in media 20 anni. Nella nuova serra appena inaugurata dalla Fondazione Mach, il miglioramento genetico si accorcia di cinque anni. È questa, solo per fare un esempio, l’enorme portata tecnologica della struttura che supporterà la ricerca nella fondazione trentina.
La serra è ubicata a sud del campus che si estende su 14 ettari di superficie ed è dotato di laboratori, aule didattiche e campi coltivati. Il progetto è stato finanziato in parte con i fondi del progetto Swat sostenuto dalla Provincia autonoma di Trento destinato al contrasto delle specie aliene invasive. «È una struttura che arricchisce il patrimonio tecnologico della Fondazione Mach – ha spiegato il direttore generale Mario Del Grosso Destreri – portandola all’avanguardia anche in questo campo. La nuova serra si inserisce nel campus di San Michele nel contesto di altre serre già preesistenti. Abbiamo quindi un polo complessivo di duemila metri quadrati nei quali si concentreranno i nostri sforzi su lotta biologica, miglioramento genetico, studio delle fitopatie, ma anche attività didattiche della nostra scuola».
«Un luogo di ibridazione e contaminazione – lo ha definito Claudio Ioriatti, responsabile dei progetti legati alla sostenibilità degli agroecosistemi – perché da un lato favorisce la condivisione e contaminazione sinergica delle diverse competenze presenti nella Fondazione e dall’altro perché l’ibridazione e la successiva infezione controllata con i patogeni sono fasi essenziali del miglioramento genetico per la resistenza alle fitopatie».
Com’è fatta la nuova serra della Fondazione Mach
La struttura occupa una volumetria di circa 3.400 metri cubi su un sedime di circa mille metri quadrati e si presenta con due corpi principali di superficie rispettivamente di 510 e 260 metri quadri, separati centralmente da una parte comune coperta adibita a ombraio di 240 metri quadri.
La parte collocata a est è suddivisa in tre settori destinati ad attività di ricerca quali il miglioramento genetico del melo del Centro Ricerca e Innovazione, la selezione clonale, l’ambientamento delle colture in vitro, la nematologia (analisi dei suoli), la moltiplicazione dei portinnesti di melo tolleranti agli scopazzi del Centro Trasferimento Tecnologico e la didattica per le attività della scuola, in particolare dell’ortoflorovivaismo.
La parte ovest è destinata al progetto “Lotta biologica alle specie aliene” (attualmente cimice asiatica e Drosophila suzukii) e comprende i settori per le attività di entomologia e studio degli agenti delle malattie e conservazione delle piante in quarantena. Finora, infatti, a San Michele all’Adige la lotta biologica alle specie aliene veniva svolta in ambienti protetti dove non si potevano associare parassiti e piante.
La ricerca verrà portata avanti anche sulla flavescenza dorata e sui patogeni della fragola.
Elevata automazione
La serra coniuga al proprio interno diverse soluzioni impiantistiche per la climatizzazione, l’illuminazione e l’irrigazione delle colture conservate.
In particolare, è dotata di sistemi di ventilazione motorizzati per ogni settore, costituiti da aperture di ampia superficie, sportelli laterali a “ghigliottina” e sportelli in copertura con apertura verso l’alto per permettere un’efficace ventilazione ed evacuazione del calore.
L’impianto di climatizzazione invernale è costituito da un sistema radiante a pavimento a “bassa temperatura” e da un impianto radiante aereo ad “alta temperatura”, a elevata efficienza energetica, combinati con schermi motorizzati interni ed esterni per il controllo della radiazione solare e la coibentazione interna della serra.
È presente, inoltre, un impianto di irrigazione e fertirrigazione centralizzato, per soddisfare il fabbisogno irriguo di ogni settore della serra, dotato di controllo computerizzato per la programmazione e il dosaggio di precisione di fertilizzanti e soluzioni acide o basiche dell’irrigazione, in funzione delle colture presenti in serra.
La serra è dotata, anche, di impianto di raffrescamento di illuminazione artificiale con Led di ultima generazione in grado di modulare l’energia emessa e impostare fotoperiodo, assimilazione solare e periodi di illuminazione per ciascun settore in maniera automatica.
Per l’esecuzione di infezioni controllate e studi epidemiologici, sono presenti due cellette in vetro con impianto di condizionamento e umidificazione, mentre una medesima celletta è presente per l’ambientamento di piante in vitro provenienti da colture di laboratorio. La gestione e il controllo della serra è interamente automatizzata e la struttura del Plc e il programma software sono stati personalizzati e ottimizzati in funzione delle caratteristiche e l’utilizzo della struttura, il tutto finalizzato alla massima flessibilità di utilizzo e al contenimento dei consumi energetici.
Dalla tecnologia alla genetica: pubblicato il report 2019-2022 della Fondazione
È stato pubblicato da poco il report 2019-2022 del Centro di Ricerca e Innovazione della Fondazione Edmund Mach, che raccoglie in 122 pagine i principali risultati della ricerca di questo quadriennio.
Una ricerca che ha visto crescere la sua performance qualitativa superando il numero di 200 articoli all’anno su riviste di alto livello scientifico e vantando collaborazioni internazionali con oltre 570 enti pubblici e privati.
Grazie al contributo di un gruppo di ricercatori altamente qualificati e appassionati, il Centro ha ottenuto risultati significativi in diversi settori chiave quali l’agricoltura sostenibile, l’ecologia, la biodiversità, la genetica, la nutrizione e l’innovazione tecnologica.
Tra i principali risultati riportati nel report spiccano importanti scoperte nel campo dell’agricoltura sostenibile. Il Centro ha sviluppato infatti nuove metodologie e pratiche agricole che favoriscono la conservazione delle risorse naturali, riducono l’impatto ambientale e migliorano la produttività. L’uso di tecniche innovative di coltivazione, come l’agricoltura di precisione e l’impiego di tecnologie avanzate, ha permesso di ottimizzare l’uso dell’acqua e dei fertilizzanti, riducendo al contempo l’emissione di gas serra.
La ricerca genetica ha rappresentato un altro ambito di grande rilevanza nel report. Grazie all’impiego di tecniche all’avanguardia, il Centro ha condotto studi sulla diversità genetica delle piante coltivate e degli animali, favorendo lo sviluppo di varietà più resistenti alle malattie e agli stress ambientali. Ciò ha un impatto diretto sulla sicurezza alimentare e sulla sostenibilità dei sistemi agricoli.
Infine, il report evidenzia anche l’impegno del Centro nell’innovazione tecnologica. La collaborazione con partner industriali e accademici ha permesso lo sviluppo di soluzioni tecnologiche avanzate per l’agricoltura, la gestione dei dati e la creazione di piattaforme digitali innovative per il supporto alle decisioni.