C’è tempo ancora tre mesi, 90 giorni a partire da oggi, per spendere le risorse pubbliche comunitarie stanziate nel 2015 per finanziare i vari Programmi di sviluppo rurale (20 regionali e 2 nazionali). Al 30 giugno 2018 risulta infatti impiegato solo il 18,35% della dotazione finanziaria a valere per i Piani di sviluppo rurale 2014-2020 e la spesa pubblica cumulata ammonta a 3,837 miliardi di euro, a fronte di uno stanziamento complessivo di oltre 20,9 miliardi.
Terra e Vita ha lanciato l’allarme e sta monitorando la situazione (accedi qui all’edicola digitale per leggere gli articoli di Angelo Frascarelli su TV 25 e 27 e le interviste agli assessori su TV 28. Leggi qui l'articolo digitale uscito in agosto su queste pagine).
La regola N+3
A lanciare l’allarme è Giorgio Mercuri, Presidente Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, che esprime «forti preoccupazioni sul rischio incombente di disimpegno». Da quest’anno infatti è scattato il primo disimpegno automatico con la regola “N +3”, vale a dire che la Commissione Europea procederà al disimpegno degli stanziamenti di bilancio del 2015 che non siano stati utilizzati entro il 31 dicembre 2018. Mentre regioni come Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Sicilia, Veneto, Toscana, hanno già raggiunto il loro obiettivo di spesa, ci sono altre regioni che risultano purtroppo ancora indietro e che potrebbero vedere tutte le loro risorse ritornare tra tre mesi esatti nelle casse di Bruxelles.
Ultima finestra temporale
«Si tratta di stanziamenti molto importanti per la competitività del comparto agroalimentare che non possiamo correre il rischio di perdere - afferma Mercuri-. Faccio pertanto appello alle Regioni ad utilizzare l’ultima finestra temporale utile per non disperdere risorse comunitarie fondamentali per l’innovazione e lo sviluppo del settore. Il rischio è che, come spesso succede, ancora una volta a pagare saranno gli agricoltori, che non potranno beneficiare degli aiuti comunitari stanziati nella programmazione del 2014».
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