CEREALI

Interventi a basso impatto per la coltivazione del riso

Misure agroambientali al centro dell’ultima edizione della Fiera in Campo di Vercelli

Per rendere l’agricoltura più rispettosa dell’ambiente, adottando tecniche di coltivazione meno impattanti e in grado di influire positivamente sulle caratteristiche fisiche del terreno e sulla fertilità dei suoli, la Politica agricola comunitaria ha previsto già nella precedente programmazione del Psr, il sostegno alle pratiche di Agricoltura Blu, o agricoltura conservativa.

Questa tipologia di agricoltura, così denominata per l’importanza che riveste nella salvaguardia e conservazione della qualità di acqua, aria, suolo e biodiversità, prevede l’adozione di pratiche agronomiche sostenibili, volte a preservare l’agroecosistema dalla progressiva degradazione causata dall’evoluzione dei cambiamenti climatici e dalla pressione antropica.

Gli obiettivi principali dell’Agricoltura Blu possono perciò essere rappresentanti dalla messa a punto di valide ed opportune soluzioni per ottenere la produzione vegetale, impiegando più efficacemente le risorse naturali e gli input energetici.

Nella risaia

Sebbene siano ancora poche le Regioni che prevedono finanziamenti per l’Agricoltura Blu, hanno infatti attivato misure di Psr esclusivamente Lombardia e Veneto, mentre sono in studio misure Psr in Piemonte, Emilia-Romagna, Marche, Lazio e Puglia. Queste pratiche di coltivazione stanno trovando adozione in tutti gli ambiti agricoli, anche in una coltura come il riso, caratterizzata da elevati input energetici.

Il crollo dei prezzi del risone, legato alla forte concorrenza dei paesi esteri e di quelli importatori a dazio zero (i paesi Eba-Everything But Arms) quali Bangladesh, Cambogia, Laos e Myanmar, la riduzione del contributo Pac, il crescente costo dei fattori produttivi stanno spingendo i risicoltori a valutare e sperimentare tecniche di coltivazione alternative a quelle tradizionali.

Al workshop “Agricoltura conservativa: nuove opportunità per le misure agroambientali 2014-2020”, programmato all’interno della 36a edizione della Fiera in Campo di Vercelli, la principale fiera dedicata alla risicoltura, è stata data voce anche ai produttori di macchine agricole.

Paolo Cera di Kuhn, ricordando come la politica agricola comunitaria indirizzerà i propri sforzi nella riduzione degli effetti del cambiamento climatico, ha ribadito che è ancora il mercato a dettare le regole e non la Pac, come sembrerebbe di primo acchito. In questo contesto, l’adozione e l’impiego delle macchine agricole devono essere ragionati in termini di innovazione, sostenibilità e competitività. Infatti, nonostante il crollo delle immatricolazioni delle trattrici (-30% in Italia) e dei macchinari agricoli, le seminatrici sono in controtendenza, con segno positivo. Ciò starebbe proprio ad indicare la maggiore attenzione degli agricoltori verso quei macchinari in grado di seminare in diverse condizioni, anche in terreni laddove il letto di semina non è perfettamente preparato. Pertanto, l’utilizzo di macchinari opportuni potrebbe essere una delle soluzioni a disposizione degli agricoltori per andare nella stessa direzione, seguendo i dettami della Pac e ottenere reddito.

Casi di attuazione delle pratiche di Agricoltura Blu in risaia non sono rari.

Semina sostenibile

Un esempio è rappresentato dall’azienda risicola di Paolo Mosca, di Crescentino (Vc), convertita all'agricoltura conservativa. Da due anni, dopo aver preso consapevolezza dell'impossibilità di realizzare una produzione economicamente remunerativa in previsione dei tagli ai contributi Pac, l’Azienda Mosca ha avviato un processo tutt'ora in evoluzione, cercando di mettere a punto un modello di semina su sodo sostenibile.

Questa particolare tipologia di agricoltura, in cui la gestione dei residui colturali è un punto cruciale, l'individuazione del cantiere di raccolta più opportuno è di fondamentale importanza, così come l’individuazione della seminatrice da sodo ottimale per la propria realtà. L'esperienza di campo della famiglia Mosca ha portato quindi all'adozione della testata stripper per la raccolta del riso, in quanto non si ha accumulo di paglie sottoforma di andana, bensì vengono distribuite uniformemente in campo. In questa azienda la semina su sodo viene fatta sia in acqua che interrata in condizioni di asciutta, talvolta dopo la coltivazione in inverno di una cover crop di orzo. Per evitare il compattamento del terreno è utile impiegare attrezzature trainate anziché portate dal trattore, come spandiconcimi e diserbatrici, così come risulta di fondamentale importanza l’uso di pneumatici a sezione larga a bassa pressione e la riduzione al minimo indispensabile dei passaggi con ruotine in ferro. Non secondario il controllo delle infestanti, che deve essere svolto in modo tempestivo e accurato.

Sommersione invernale

Dalla vicina Lombradia, vi sono testimonianze di realtà ancor più consolidate.

L'Azienda Agricola Braggio, nel comune di Zeme (Pv), da quasi dieci anni è solita praticare la sommersione invernale delle risaie (foto 1), pratica introdotta su idea del professor Francesco Corbetta, per attirare e indurre gli uccelli a stazionare in risaia anche nei mesi invernali. Al termine delle operazioni di trebbiatura, l’ormai affinata tecnica adottata in azienda, prevede un passaggio con erpice a dischi combinato a dei rulli per facilitare l'incorporazione della paglia nel terreno affinché rimanga sotto il pelo dell'acqua, dopodiché le risaie vengono nuovamente allagate. La permanenza delle condizioni di sommersione da fine ottobre a metà marzo, contribuisce alla degradazione delle paglie di riso, sottoprodotto notoriamente molto stabile, consentendo all’Azienda Braggio di soppiantare l’aratura, pratica normalmente necessaria per interrarle. Adottando tecniche di minima lavorazione sia per la sfibratura dei residui colturali in autunno, sia per la preparazione del letto di semina in primavera, il ricorso ad aratura e livellamento col laser è diventato superfluo, traducendosi in una forte riduzione dei costi.

Gestione della paglia

A pochi chilometri di distanza, l’Azienda Agricola Carnevale pratica dal 2005 una lavorazione analoga a quella adottata da Braggio per la gestione delle paglie, ovvero un passaggio leggero con erpice a dischi in autunno (che non si approfondisce oltre i 5 cm), che viene ripetuto in primavera quando le condizioni climatiche sono favorevoli.

Dopo aver effettuato la falsa semina con un trattamento erbicida per il controllo del riso crodo e delle altre infestanti emerse, si procede alla semina con un macchinario che consente di realizzare contemporaneamente la lavorazione del terreno la semina. Questa macchina è dotata di ancore con delle alette che permettono di realizzare una minima lavorazione del terreno e, in corrispondenza dell’organo lavorante, la deposizione del seme. L’effetto finale è quindi differente dalla semina su sodo, in quanto il terreno non viene inciso per deporvi il seme, ma semplicemente smosso in superficie. Talvolta, per far meglio aderire il terreno al seme, dopo la semina viene effettuato un passaggio con rullo costipatore.

Questa tecnica, introdotta dapprima su riso (foto 2) è stata ormai adottata per la preparazione dell’intera superficie aziendale, anche su soia (foto 3). Proprio quest’ultima coltura, che negli ultimi anni è stata posta in rotazione al riso in misura crescente sia per ragioni economiche che agronomiche, viene seminata con la stessa macchina impiegata per il riso. Ricordando i positivi effetti legati all’introduzione di questa tecnica colturale, Domenico Carnevale, che con il fratello Giuseppe conduce l’azienda, fa notare come in soli 5 anni il contenuto di sostanza organica in alcuni terreni sia passato da 1,5% a poco meno del 2%.

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Interventi a basso impatto per la coltivazione del riso - Ultima modifica: 2014-10-06T00:00:00+02:00 da Redazione Terra e Vita
Interventi a basso impatto per la coltivazione del riso - Ultima modifica: 2014-10-06T12:27:54+02:00 da Redazione Terra e Vita

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