Rombano le mietitrebbie, è tempo di raccogliere anche il frumento tenero al Nord. Ma sui campi delle 500 aziende inserite nel progetto di sostenibilità della Carta del Mulino di Barilla avanzano con molta più cautela. Occorre infatti dribblare le fasce fiorite, temporanee o permanenti, che mirano a favorire la biodiversità dell’agro-ecosistema.
I numeri
- 500 i produttori coinvolti
- 80mila tonnellate il raccolto di frumento tenero previsto
- 65mila tonnellate, la farina prevista
- 240mila tonnellate, l'obiettivo per il 2022.
È l’aspetto più visibile ed eclatante di questa nuova filiera sostenibile certificata, realizzata da Barilla in collaborazione con Wwf, Open fields, l’Università della Tuscia e quella di Bologna, l’ente certificatore Rina e Iscc, l’International sustainability and carbon certification.
Fasce fiorite, nessuno sconto
L’impegno tracciato da Barilla assieme al partner tecnico Open fields non ammette sconti (per conoscere il resto del decalogo clicca qui e qui): la superficie dedicata alle essenze che garantiscono continuità nelle fioriture (per favorire i pronubi) deve essere almeno il 3% di quella destinata al grano sostenibile della filiera “Buongrano”. Le Efa (aree di interesse ecologico della Pac) non contano perchè queste possono essere seminate anche in aree marginali mentre quelle Barilla devono essere contigue -o quasi -alle produzioni (l’occhio dell’ ecologista vuole la sua parte).
Successo al primo colpo
Si temeva che questo vincolo potesse rendere più difficile l’ingaggio dei cerealicoltori invece già al primo anno ufficiale (quella del 2018, con soli 73 adesioni, era poco più che una sperimentazione) hanno superato le attese. «Le oltre 80 mila tonnellate – afferma Giuseppe Mora, il responsabile del progetto – di frumento tenero che stiamo raccogliendo, nonostante i problemi climatici di maggio e giugno, costituiscono già il 27% degli utilizzi di Barilla in Italia mentre l’obiettivo era il 20%. Siamo partiti bene ma non ci possiamo fermare: l’obiettivo è arrivare a 240mila tonnellate entro il 2022».
Un successo che spinge Barilla ad allargare la gamma: già dal prossimo autunno le farine da filiera sostenibile non saranno esclusiva dei biscotti integrali “Buongrano” ma caratterizzeranno altre linee da forno del colosso emiliano.
Rotazioni e seme certificato
«Siamo orgogliosi di avere lanciato la Carta del Mulino:le fasce fiorite sono la marcia in più che ci differenzia da altri progetti creando spazi dove i pronubi possono alimentarsi e gli altri artropodi riprodursi . Poi ci sono altri impegni: la certificazione di sostenibilità, le rotazioni, i limiti agli utilizzi degli antiparassitari, varietà specifiche con elevate caratteristiche qualitative e il vincolo di utilizzare solo semente certificata.
Insomma sostenibilità che si vede, si ascolta... e si mangia.
«La riconoscibilità – commenta Mora – è uno degli obiettivi a cui abbiamo più tenuto nella realizzazione della Carta del Mulino. Le esperienze per allargare anche a Mulino Bianco e sul frumento tenero il messaggio di sostenibilità di Barilla (riassunto nel claim: Buono per te, buono per il pianeta) sono partite nel 2016. I prodotti sostenibili non sono come quelli biologici, che possono contare su precise definizioni normative, dovevano essere inquadrati con maggiore precisione».
Biodiversità e tracciabilità
Negli incontri con stakeholder e fornitori emergevano diverse proposte riguardo agli obiettivi che dovevano valorizzare questa esperienza (km zero, origine nazionale). Barilla ha puntato soprattutto sulla biodiversità (la sua perdita è una delle maggiori emergenze del secolo), sulla certificazione e su un modello non rigido, ma continuamente migliorabile. «Il disciplinare per le prossime semine si è già evoluto rispetto a quello di quest’anno: spostiamo l’asticella sempre più in alto»
Un altro aspetto cardine è la tracciabilità. Basta infatti accedere al sito della carta del Mulino per individuare la provenienza di tutti i fornitori: molini, stoccatori e le 500 aziende, per ora localizzate soprattutto nella pianura padana e in Francia (no, non è un progetto solo made in Italy), ma già dalle prossime semine cresceranno le adesioni in Germania, Ungheria e Balcani.
Premio economico
E il prezzo? «Il premio economico remunera ampiamente i maggiori costi e le superfici sottratte alla produzione. Entrare a far parte di filiere evolute consente ai cerealicoltori di sfuggire alla volatilità dei mercati e di valorizzare i propri sforzi». Barilla, a differenza di altre esperienze di filiera, si rivolge solo indirettamente ai produttori perchè non deve innescare la crescita di nuove coltivazioni. Il frumento tenero è già la coltura leader nel nostro Paese, occorre solo individuare chi sa produrlo bene e in quantità sufficiente. Per questo il rapporto contrattuale è rivolto prioritariamente alle strutture di lavorazione e di stoccaggio, assicurando ampie remunerazioni in cambio di sicurezza della fornitura. Tocca poi a queste strutture individuare i migliori conferitori e trasferire loro il vantaggio della filiera.
Le conferme del produttore
«Confermo la redditività e i vantaggi – commenta Paolo Pizzocheri, produttore di frumento tenero a Busseto (Pr) –».
«Siamo entrati nel progetto già nel 2018 e l’esperienza positiva ci ha spinto ad aumentare la superficie dedicata a questa filiera, arrivata a 9 ettari (+20%). Si tratta anche di stimolante sfida agronomica per utilizzare al meglio le fasce fiorite, con vantaggi anche in termini di difesa e di tutela del suolo».
La certificazione come vantaggio anche per chi produce
Audit dell’ente di certificazione Rina. Verifica sull’osservanza del decalogo della Carta del Mulino. Tracciabilità documentale. Controlli per la certificazione ISCC PLUS (International Sustainability and Carbon Certification), ma solo per le strutture di trasformazione e conservazione.
«Può sembrare – sostiene Orlando Visciano, agronomo Barilla- che ci sia un aumento del carico burocratico. In realtà la certificazione e la tracciabilità possono essere un vantaggio per un tipo di produzione completamente nuovo e che comporta un forte adeguamento delle tecniche aziendali. Barilla fornisce tutta l’assistenza tecnica e documentale per superare eventuali empasse».
Impegno condiviso
«Il climate change – sostiene Simone Agostinelli di Barilla – e le altre emergenze ambientali mostrano la necessità di cambiare paradigma sia nella produzione che nel consumo. Barilla ne tiene conto e si è data la missione di rispettare le esigenze dell’ambiente (Buono per te, buon per il pianeta). Il lancio della filiera della Carta del Mulino è il modo con cui vogliamo condividere questo impegno con gli agricoltori».
I partner del progetto
- Il WWF è partner del progetto e insieme a Mulino Bianco ha definito le 10 Regole della Carta del Mulino.
- RINA è l'ente di certificazione che controlla sia il rispetto dei requisiti dello schema ISCC PLUS, che il rispetto delle regole della Carta del Mulino presso gli attori della filiera (Stabilimenti, Mulini, Stoccatori e Agricoltori).
- Il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna e il Dipartimento per l'Innovazione nei sistemi Biologici, Agroalimentari e Forestali - Università degli Studi della Tuscia hanno rispettivamente validato gli effettivi vantaggi apportati dalla Carta del Mulino in termini di Sostenibilità e Biodiversità e monitorato i benefici per gli attori della filiera.
- OpenFields è partner tecnico del progetto, ha contribuito alla definizione delle 10 regole della Carta del Mulino e ha sviluppato un software proprietario che mette in comunicazione gli attori della filiera.