Frumento duro, i consigli varietali

    grano duro
    In 31 campi dei principali areali di coltivazione italiani sono stati valutati 38 genotipi, di cui 12 al primo anno di prova

    Permanendo la disincentivante bassa redditività della coltura, la superficie seminata quest’anno a frumento duro in Italia è ulteriormente diminuita, scendendo al di sotto di 1.200.000 ettari. Per tale motivo, la produzione nazionale, pur con un andamento climatico nel complesso favorevole, non dovrebbe aver superato i 4 milioni di tonnellate, in linea con il trend degli anni passati e pertanto insufficiente a soddisfare la forte domanda dei molini e pastifici nazionali che invece potrebbero assorbirne almeno fino a 6 milioni.

    Con l’obiettivo di rispondere a queste premesse, anche nella stagione 2018-19, il Centro di Ricerca Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari - Sede di Roma (ex Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura) afferente al Crea - Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria, ha curato lo svolgimento della 46a Rete nazionale di confronto su frumento duro, in collaborazione con numerose istituzioni pubbliche e private, al fine di fornire tempestivamente informazioni sulle principali caratteristiche quanti-qualitative delle numerose e nuove costituzioni esistenti sul mercato in diversi ambienti di coltivazione.

    Nel 2018 il quantitativo di semente certificata dal Centro di ricerca Difesa e Certificazione del Crea (già Ense) è stato pari a 151.000 tonnellate, in diminuzione per il secondo anno consecutivo (figura 1). Tra le prime 10 varietà, Antalis si conferma come la cultivar con la maggiore quantità di semente certificata, con oltre il 9% del totale e l’unica a mostrare anche un deciso aumento rispetto alla stagione precedente.

    Di seguito si sono collocate Iride (6%, che conferma un andamento decrescente), Marco Aurelio e Odisseo (5,4% e 5,0%, rispettivamente, sugli stessi livelli del 2017) e Saragolla (in calo di oltre 1 punto). Da segnalare l’entrata in graduatoria di Maestà con il 2,8% del seme certificato.

    La Rete nazionale di confronto tra varietà di frumento duro, nella stagione 2018-19, ha visto la realizzazione di 31 campi, dislocati in 14 regioni, aggregate in 6 areali: Sicilia (4 campi), Sardegna (3), Sud peninsulare (7), versante adriatico dell’Italia centrale- Marche (4), versante tirrenico dell’Italia centrale (7) e Nord (6).

    I responsabili delle singole prove e le relative istituzioni di appartenenza sono riportati nella tabella A (in fondo all'articolo).

    Le varietà complessivamente saggiate quest’anno sono state 38, di cui 22 provate in tutti i campi; 8 cultivar erano comuni nei tre areali del Centro-Nord (versante tirrenico e adriatico dell’Italia centrale e Nord), 5 presenti solo nei tre areali del Sud-Isole (Sud peninsulare, Sicilia e Sardegna), 3 solo al Sud e Sicilia (tabella 1). Le varietà in prova per il primo anno sono state 12: Caboto, Idefix, LG Anubis, Nuraghe, RGT Aventadur e SY Atlante erano presenti in tutti i campi; Beltorax e SY Nilo presenti negli areali Sud-Isole; Brigante solo nel Sud e in Sicilia; Heraklion, RGT Anvergur e RGT Rangodur nei tre areali del Centro-Nord.

    Andamento meteorologico

    La caratteristica principale dell’andamento meteorologico della stagione 2018-19, sostanzialmente simile in tutte le regioni, ha riguardato la distribuzione delle precipitazioni. La quantità di pioggia caduta è risultata in linea con i dati poliennali e in qualche caso anche superiore alla norma. Gli abbondanti fenomeni piovosi registrati in autunno hanno favorito la germinazione dei seminati, soprattutto al Nord dove le semine sono state effettuate in epoca normale e in concomitanza di temperature abbastanza miti.

    Qualche difficoltà si è avuta invece in molte altre località, soprattutto nel versante tirrenico, con semine differite anche a gennaio. I mesi di dicembre e gennaio sono stati in genere freddi e siccitosi; le piogge sono riprese dalla fine di gennaio alla metà di febbraio, mese in cui si è assistito ad un forte rialzo termico, con temperature massime che hanno sfiorato i 20 °C. In marzo e aprile le condizioni termiche sono ritornate nella norma per poi subire un brusco abbassamento durante tutto il mese di maggio, anche di 6 °C sotto le medie.

    Dalla metà di aprile sono ritornate le piogge che, soprattutto a maggio, sono risultate prolungate e di forte intensità, esponendo le colture a potenziali danni durante la delicata fase della spigatura.

    Da questo andamento si è discostata la Sicilia: la maggior parte delle precipitazioni si è avuta infatti nel periodo invernale per poi riprendere solo a maggio ma con valori sensibilmente inferiori alla norma, almeno per alcune località.

    La fine del ciclo vegetativo si è svolta ovunque con temperature elevate e in pressoché totale assenza di precipitazioni.

    Risultati

    Nella figura 2 vengono riportati i valori medi di produzione, tenore proteico, peso ettolitrico e peso 1.000 cariossidi ottenuti quest’anno nei 6 areali a confronto con le medie del quinquennio 2014-2018.

    Nel Centro tirrenico è stato registrato un deciso incremento delle rese (5,48 t/ha, +24% rispetto al poliennio di riferimento); aumenti delle produzioni medie si sono avuti anche in Sicilia e in Sardegna (+7,7% e +1,4%, rispettivamente). Negli altri areali invece le diminuzioni sono rimaste comprese tra l’1 e il 3% anche se le rese medie più elevate dell’annata sono state rilevate nelle Marche (6,27 t/ha) e al Nord (6,52 t/ha).

    Negli stessi areali è stato registrato un aumento del tenore proteico della granella rispetto al poliennio, sensibilmente maggiore nelle Marche (14,7% contro 13,3% del poliennio) e al Nord (14,9% contro 13,4%), molto più contenuto al Sud (13,6% contro 13,2%). Di contro nel Centro tirrenico, in Sicilia e soprattutto in Sardegna si è assistito ad una diminuzione del contenuto proteico compreso tra 0,3 e 1,6 punti di proteina, con valori medi per le due Isole di poco superiori al 12%.

    Un andamento inverso ha mostrato il peso ettolitrico con aumenti di oltre 4 punti in Sardegna (media 85,0 kg/hl), di circa 2 in Sicilia (media 80,7 kg/hl) e di 1 nel Centro tirrenico (media 79,8 kg/hl, di poco inferiore alla I classe UNI). Nelle Marche il peso ettolitrico (80,3 kg/hl) è rimasto simile al valore di lungo periodo; al Sud la contrazione è risultata modesta (-0,5 kg/hl con una media di 79,7), più marcata al Nord (oltre 2 kg/hl in meno e media di 76,8).

    Il peso delle 1.000 cariossidi è diminuito in tutti gli areali peninsulari con valori compresi tra 0,2 g del Sud e 5,8 g del Nord e medie tra 42,6 e 44,8 g.

    Gli incrementi per questo carattere sono stati registrati nelle due Isole: in Sicilia la media si è attestata a 43,3 g (+2,9 g), in Sardegna a 53,1 g, con un aumento rispetto alla norma di oltre 11 g.

    Ciclo alla spigatura

    Il particolare andamento climatico, con il ritardo nelle semine e il mese di maggio particolarmente freddo, ha portato ad un differimento della data di spigatura in tutti gli areali, contenuto nel Centro-Nord e in Sicilia (3-5 giorni), più accentuato in Sardegna e al Sud (11 giorni). Le colture sono spigate più precocemente in Sardegna e in Sicilia (14 e 18 aprile), tra il 1° e il 6 maggio nel resto della Penisola. Svevo, Saragolla e Iride si sono confermate le varietà più precoci nei due macroareali; quelle più tardive sono state, nel Centro-Nord, le tre specifiche Daurur, Obelix e Casteldoux insieme alle novità Heraklion e RGT Anvergur, mentre nel Sud-Isole la nuova costituzione Idefix e Ramirez.

    Produzione, caratteri merceologici e qualitativi

    Risultati del Sud-Isole. La tabella 2 riporta i principali risultati di tutte le varietà provate nei tre areali del Sud-Isole: 27 comuni a tutti i campi e 3 saggiate solo nel Sud peninsulare e in Sicilia.

    In Sicilia la produzione media è stata di 4,62 t/ha, superiore a quella del poliennio 2014-2018 (4,29 t/ha). La varietà più produttiva è stata Marco Aurelio (5,30 t/ha e indice di resa di 115 e superiore a 100 nei 4 campi di prova), che ha preceduto Antalis (con indice di 114, che conferma i buoni risultati del 2018) e una serie di varietà con indici tra 113 e 107 e media campo superata in 3-4 prove: le nuove costituzioni Idefix, SY Atlante, Beltorax, RGT Aventadur e le più collaudate Monastir, Tito Flavio, Platone e Ramirez.

    Con una media di 12,3 %, il tenore proteico della granella è risultato basso rispetto al valore poliennale di 13,9%. Anche quest’anno Aureo ha fatto registrare il contenuto in proteine più elevato (13,9%), seguito dalla novità Caboto (13,2%), da Marco Aurelio (cultivar più produttiva), Simeto, Svevo, Antalis (indice 114) e dalle nuove costituzioni LG Anubis (indice 102) e Nuraghe, tutte con proteine comprese tra 12,9 e 12,6%. Per tenore proteico attorno alla media di areale e indici di resa superiori a 100 vanno segnalate le novità Idefix (113), SY Atlante (111), Beltorax (110), RGT Aventadur (108), oltre a Platone (109) ed Egeo (101).

    Il valore medio del peso ettolitrico è stato di 80,7 kg/hl, decisamente superiore alla media di lungo periodo (78,8 kg/hl), con il dato più elevato (84,5 kg/hl) registrato per Furio Camillo; molto buoni anche i risultati di Egeo e Antalis (che confermano le performance degli anni precedenti), di Platone, Claudio e della novità SY Atlante, con medie comprese tra 83,7 e 82,8 kg/hl, associate a indici di resa superiori a 100.

    Anche il peso delle 1.000 cariossidi è risultato superiore rispetto alla norma (43,3 contro 40,4 g); Alemanno ha mostrato le maggiori dimensioni della granella (51,3 g per 1.000 semi), confermando questa sua caratteristica insieme ad Antalis e Simeto (49,9 e 47,9 g, rispettivamente); valori compresi tra 47 e 48 g sono stati mostrati anche da Marco Aurelio e dalle novità Beltorax, RGT Aventadur e Caboto.

    In Sardegna la resa media (5,84 t/ha) è risultata in linea con il dato pluriennale; le rese più elevate sono state ottenute dalle nuove costituzioni SY Atlante (6,87 t/ha e indice di 118) e LG Anubis (6,59 t/ha e indice di 113), entrambe con media campo superata in tutte e 3 le prove. Indici tra 109 e 107 e superiori a 100 in 2-3 campi sono stati mostrati da Monastir ed Egeo (che confermano il buon adattamento nell’isola), Iride, Furio Camillo e dalle novità Beltorax e Idefix.

    Il contenuto proteico medio (12,1%) è risultato inferiore di un punto percentuale rispetto a quello del quinquennio di riferimento. Aureo si conferma la varietà con il tenore proteico medio più elevato (13,4%); buoni anche i risultati di Simeto, Svevo e delle varietà al primo anno Caboto e Nuraghe, tutte caratterizzate però da rese inferiori alla media; tra le cultivar più produttive vanno segnalate Antalis (12,2%) e, soprattutto, Furio Camillo (12,6%).

    Un deciso aumento è stato registrato per il peso ettolitrico (85,0 contro 80,6 kg/hl del lungo periodo e 76,5 kg/hl del 2018); Furio Camillo ha mostrato il valore medio più alto (87,3 kg/hl) e ha preceduto Platone ed Ettore (che confermano i buoni risultati degli anni precedenti), Antalis, Egeo e le varietà al primo anno SY Atlante e Nuraghe. Tutte le varietà hanno fatto registrare valori superiori a 82 kg/hl.

    Anche il peso delle 1.000 cariossidi è risultato in forte aumento, con una media di areale di 53,1 g rispetto ai 41,8 del quinquennio precedente e ai 37,8 g del 2018. Si confermano per le grandi dimensioni della granella Simeto (62,5 g), Antalis (59,7 g), Alemanno, Core e Monastir, cui vanno aggiunte le novità RGT Aventadur, Beltorax, SY Nilo e Caboto, tutte con valori superiori a 54 g.

    La produzione media nel Sud peninsulare (4,18 t/ha) è stata lievemente inferiore alla norma con la sola nuova costituzione Beltorax a superare la quota delle 5 t/ha (indice di 126 e media campo superata in tutte le 7 prove); rese comprese tra 4,78 e 4,44 t/ha, con indici tra 114 e 106, superiori a 100 in 5-7 prove, sono state ottenute dalle cultivar già collaudate Egeo, Claudio e Ramirez (che confermano le performance degli scorsi anni), Furio Camillo e Tito Flavio, mentre quelle al primo anno di prova Brigante, Caboto e LG Anubis hanno fatto registrare un indice medio di 105 e media campo superata in 4 prove su 7.

    Il contenuto proteico è risultato leggermente superiore rispetto al valore poliennale (13,6% contro 13,2%). Con una media di 15,3%, Aureo si è collocata prima in questa graduatoria, seguita da Simeto, Svevo, Marco Aurelio e Giulio, con medie comprese tra 15,1 e 14,0%, tutte varietà caratterizzate da basse rese; proteine uguali o superiori alla media di areale associate a buone rese sono state ottenute soprattutto da Egeo (indice 114), oltre che da Antalis, Marakas e dalle nuove costituzioni Caboto e RGT Aventadur.

    Il Sud peninsulare è stato l’unico areale del Sud-Isole in cui il peso ettolitrico medio è risultato di poco inferiore al limite degli 80,0 kg/hl, e anche al valore medio poliennale (79,7 contro 80,2 kg/hl).

    Molte delle varietà con rese superiori alla media hanno associato buoni pesi ettolitrici: si confermano in questo areale Furio Camillo (83,1 kg/hl), Claudio (82,9), Egeo (82,4), Ettore (82,1 ma indice di 91), Antalis (81,0), oltre alle varietà al primo anno SY Atlante, Beltorax e Brigante, caratterizzate da pesi ettolitrici compresi tra 81,7 e 81,0 kg/hl.

    Il peso delle 1.000 cariossidi (44,7 g) è risultato in linea col dato medio quinquennale. La novità Beltorax (la cultivar più produttiva) e Simeto hanno mostrato i valori più elevati (51,0 e 50,7 g), mentre Ramirez e le nuove costituzioni Brigante e SY Atlante quelli più bassi, compresi tra 39,1 e 37,9 g per 1.000 semi.

    Risultati del Centro-Nord. Nella tabella 3 sono riportati i principali risultati delle 30 varietà provate nei tre areali del Centro-Nord.

    Nel versante tirrenico dell’Italia centrale la produzione media, pari a 5,48 t/ha, è risultata superiore di oltre 1 t a quelle del poliennio di riferimento. La lungamente collaudata Claudio ha mostrato la resa maggiore (6,33 t/ha, indice di 116 e media superata in 6 prove su 7), e ha preceduto le novità LG Anubis (6,30 t/ha, indice di 115) e Heraklion (6,10 t/ha e indice di 111) le uniche due cultivar però ad aver superato la media in tutti i 7 campi dell’areale. Indici medi compresi tra 110 e 105 e superiori a 100 in 4-6 prove sono stati ottenuti da Casteldoux, Marakas e Antalis (che con Claudio confermano le potenzialità dello scorso anno), dalle già ampiamente testate Iride e Daurur e dalla cultivar al primo anno Idefix.

    Il contenuto proteico della granella (13,4%) è risultato leggermente inferiore a quello di lungo periodo (13,7%). I valori più elevati (tra 14,5 e 13,8%) sono stati ottenuti da varietà con rese modeste quali Simeto, Svevo, Marco Aurelio, Caboto (al primo anno) e Ettore; tenori proteici e rese superiori alla media sono stati mostrati da Marakas e Claudio, oltre che da RGT Rangodur e Nuraghe, entrambe al primo anno di sperimentazione.

    Superiore di 1 punto alla media quinquennale è risultato il peso ettolitrico medio dell’annata (79,8 kg/hl); la parte alta della graduatoria è occupata da varietà che hanno ottenuto anche indici di resa uguali o superiori a 100: Claudio (83,1 kg/hl), Furio Camillo (82,7), Ettore (82,6, unica con produzioni modeste), le novità SY Atlante e Nuraghe, oltre ad Antalis, Platone e Iride.

    Nonostante un lieve aumento rispetto al 2018, anche in quest’annata il peso delle 1.000 cariossidi è rimasto inferiore a quello poliennale (44,1 contro 45,7 g). Pesi decisamente superiori alla media di areale sono stati ottenuti da Simeto (49,7 g), Antalis (48,1g), Monastir (47,5 g) e dalle novità RGT Aventadur e Caboto (46,9 e 46,1 g, rispettivamente).

    Nelle Marche (la regione che rappresenta da sola il versante adriatico dell’Italia centrale) la produzione è risultata in linea con il valore poliennale (6,20 t/ha). Le varietà più produttive, che hanno anche superato la media campo nelle 4 prove realizzate, sono state Casteldoux (7,31 t/ha e indice di 118), le nuove costituzioni RGT Anvergur e LG Anubis (indici di 115 e 113), Augusto (109, che insieme alla prima ha confermato le performance del 2018), la novità Caboto (109) e Platone (108).

    Il contenuto proteico, nonostante le buone rese, è aumentato rispetto alla norma (14,7% contro 13,3%). Anche in questo areale i valori più elevati sono stati ottenuti dalle varietà meno produttive Svevo, Simeto, Marco Aurelio, la novità RGT Rangodur, Marakas (indice di resa 100), Furio Camillo e Iride, con tenori in proteine compresi tra 16,3 e 15,0%. Le varietà che hanno associato produzioni e proteine superiori alla media della regione sono state quelle al primo anno Idefix e Caboto (indice 109), insieme a Daurur, Giulio e Claudio.

    Simile al dato di lungo periodo è risultato anche il peso ettolitrico (80,3 kg/hl), comunque sensibilmente maggiore rispetto a quanto registrato nel 2018 (77,7 kg/hl). Pesi compresi tra 83,9 e 82,0 kg/hl sono stati ottenuti da Claudio, Ettore, Platone, Augusto, Furio Camillo, Antalis e dalle varietà al primo anno Caboto, Nuraghe e SY Atlante, la maggior parte delle quali hanno associato anche rese superiori alla media.

    Inferiore a quanto rilevato nel 2018 (43,7 g) è risultato quest’anno il peso delle 1.000 cariossidi (42,6 g), anche rispetto al dato poliennale (46,1 g). La nuova costituzione Caboto (49,0 g) è stata seguita in classifica da Monastir, Antalis e Claudio (46,6-46,4 g), varietà caratterizzate anche da indici di resa uguali o superiori a 100.

    Nell’areale Nord la resa media (6,32 t/ha) è stata lievemente inferiore al valore poliennale (6,52 t/ha). Casteldoux e Platone, entrambe al secondo anno, confermano il loro adattamento in questo areale avendo ottenuto una produzione media di 7,39 e 7,22 t/ha, con indici di 117 e 114, rispettivamente; di seguito si è classificata la novità RGT Anvergur (7,20 t/ha, indice di 114) che, come le precedenti, ha superato la media campo in tutte le 6 prove. Buone anche le performance di Antalis, Odisseo, Augusto, Core e delle nuove costituzioni Heraklion e Nuraghe, con indici tra 109 e 105 e media superata in 4-5 prove.

    Decisamente superiore a quello registrato nel poliennio è stato il contenuto proteico della granella (14,9 % rispetto a 13,4%). Il tenore proteico più elevato è stato mostrato da Svevo (16,2% e indice di 104), che ha preceduto varietà caratterizzate invece da rese molto più basse quali Simeto, Marco Aurelio, Marakas, la novità RGT Rangodur, Ettore e Claudio, con valori tra 16,0 e 15,4%. Caboto e RGT Aventadur (entrambe al primo anno) insieme a Furio Camillo e Monastir hanno invece associato indici di resa uguali o superiori a 100 e contenuto proteico maggiore rispetto alla media.

    Sensibilmente inferiore al dato di lungo periodo (78,9 kg/hl) e a quello del 2018 (78,0 kg/hl) è risultato il peso ettolitrico medio (76,8 kg/hl). Solo Platone (80,2 kg/hl) ha superato la soglia della I classe di qualità UNI, associando anche un indice di 114 e confermando questa sua caratteristica. Per valori compresi tra 79,3 e 78,1 kg/hl si sono distinte Claudio e Ettore (che si confermano per questo carattere), Antalis (indice 109), Marakas, Furio Camillo (101), la novità Nuraghe (105) e Svevo (104).

    Anche il peso delle 1.000 cariossidi ha subito una forte decremento rispetto alla norma (44,8 g contro 50,6 g). Antalis (50,2 g), la nuova costituzione Caboto (49,7), Simeto (49,1) e Augusto (49,0) sono state le varietà che hanno mostrato le maggiori dimensioni della granella associando, ad esclusione di Simeto, anche indici di resa uguali o superiori a 100.

    Le varietà migliori

    Stagione colturale 2018-19. In tabella 4 vengono descritte le 22 varietà saggiate in tutti i 31 campi di prova, indicando in verde più o meno intenso gli aspetti positivi riscontrati nella stagione.

    La cultivar mediamente più produttiva è risultata LG Anubis, al primo anno, con indice 108 e medie superate in 25 prove su 31 totali (81% dei campi), caratterizzata da peso ettolitrico e tenore proteico leggermente inferiori alle medie (-0,1 e -0,4 punti, rispettivamente).

    Segue Claudio che, con buone rese (indice 106), ottimo peso ettolitrico (82,7 kg/hl) e proteina di poco superiore alla media (13,7%), si conferma anche quest’anno una varietà interessante in molti ambienti, anche se con una stabilità di rese un po’ inferiore (medie superate nel 71% dei campi). Per buon equilibrio produzione/proteine, associato anche a pesi ettolitrici maggiori di 80 kg/hl, vanno inoltre segnalate: Antalis, Furio Camillo, Platone, Marakas e le novità SY Atlante, Nuraghe e Caboto, caratterizzate però da una stabilità di resa variabile, massima per Antalis (medie superate in 21 prove su 31).

    Poliennio 2016-2019. Per una valutazione poliennale delle cultivar in prova nella Rete nazionale da almeno un biennio, nella tabella 5, per i tre areali del Sud-Isole, e nella tabella 6, per quelli del Centro-Nord, vengono riportati gli indici di resa medi delle varietà dal 2016 al 2019.

    Nel macro-areale Sud-Isole (tabella 5), la cultivar mediamente più produttiva nel quadriennio è risultata Antalis (5,11 t/ha, 77% campi con indici maggiori o uguali a 100), unica varietà con indici medi sempre superiori a 100 in tutti gli areali. Seguono Claudio (4,96 t/ha e 77% campi con indici maggiori o uguali a 100), con maggiore stabilità di rese nel Sud peninsulare e in Sardegna, e Monastir (4,93 t/ha e ben 80% campi con indici maggiori o uguali a 100), più stabile nel quadriennio in Sicilia.

    Oltre alla cultivar già segnalate, vanno citate per rese buone e stabili nei singoli areali e nei diversi polienni:

    Quadriennio 2016-2019: Iride e Tito Flavio in Sicilia e nel Sud peninsulare; Furio Camillo in Sardegna e nel Sud peninsulare; Odisseo in Sicilia.

    Triennio 2017-2019: Egeo in Sardegna e nel Sud peninsulare.

    Biennio 2018-2019: Marakas in Sardegna.

    Nel macro-areale Centro-Nord (tabella 6) le cultivar più produttive sono risultate Antalis e Monastir che, con produzioni superiori a 6 t/ha e ottima stabilità produttiva, hanno evidenziato indici medi maggiori o uguali a 100 in tutti gli anni e in tutti e tre gli areali. Segue Claudio (5,93 t/ha e medie superate nel 75% delle prove), con indici medi sempre maggiori di 100 solo nelle Marche.

    Oltre alle cultivar già segnalate, vanno citate per rese buone e stabili nei singoli areali e nei diversi polienni:

    Quadriennio 2016-2019: Furio Camillo nel Centro tirreno e nel Nord; Daurur e Tito Flavio nelle Marche.

    Triennio 2017-2019: Augusto nel Centro tirreno e nel Nord.

    Biennio 2018-2019: Casteldoux e Platone in tutti e tre gli areali del Centro-Nord; Marakas nel Centro tirreno e Giulio nel Centro adriatico.

     

    tab. A Autori ed enti di appartenenza che hanno partecipato
    alla sperimentazione della Rete nazionale frumento duro 2018-19
    CREA Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria - Centro di ricerca Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari, sede di Roma coordinamento  F. Quaranta
    CREA Centro di ricerca Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari, sede di Roma analisi qualitative E. Gosparini, R. Mortaro
    Enti Campo AUTORI
    Limagrain Italia, Fidenza (PR) Voghera (PV) M. Zefelippo
    Agenzia veneta per l’innovazione nel settore primario, Legnaro (PD) Ceregnano (RO) R. Converso
    ERSA Friuli Venezia Giulia, Pozzuolo del Friuli (UD) Fiume Veneto (PN) M. Signor, G. Barbiani
    CREA Centro di ricerca Genomica e Bioinformatica,                                              Fiorenzuola D'Arda (PC)  Fiorenzuola D'Arda (PC) A. Gianinetti, M. Baravelli
    Co.Na.Se., Conselice (RA) Conselice (RA) A. De Montis, R. Rosta
    Produttori Sementi (PSB) S.p.A., Bologna Argelato (BO) A. Massi, P. Mantovani
    Ente Terre Regionali Toscane Barbaruta (GR),  Marciano della Chiana (AR) P. Bottazzi, L. Fabbrini
    Apsov Sementi, Voghera (PV) Roccastrada (GR) P. Viola
    Università della Tuscia D.A.F.N.E., Viterbo Viterbo R. Ruggeri, F. Rossini
    Az. sper. ARSIAL- Reg. Lazio in coll. con I.I.S.S. Cardarelli, Tarquinia (VT) Tarquinia (VT) R. Mariotti, O. Basili
    CREA Centro di ricerca Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari,                                                  sede di Roma  Montelibretti (RM), Tarquinia (VT) F. Quaranta,  V. Mazzon, A. Belocchi,  P. Cacciatori, P. Pesarini, A. Sestili, M. Fornara
    Università di Perugia, Centro appenninico del Terminillo C. Jucci Rieti V. Vecchiarelli
    ASSAM regione Marche, Ancona S. Maria Nuova (AN), Jesi (AN) G. Mazzieri, C. Governatori
    CERMIS, Tolentino (MC) Tolentino (MC) A. Petrini, D. Fuselli
    Università Politecnica delle Marche D3A, Ancona Agugliano (AN) R. Santilocchi, M. Bianchelli, G. Piani
    Università di Napoli - Dip. Agraria S.Angelo dei Lombardi (AV) M. Mori, I. Di Mola, L. Ottaiano
    CREA Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali, Foggia Larino (CB), Foggia, Candela (FG) P. Codianni, A. Iannucci, S. Paone, S.A. Colecchia, M. Rinaldi, P. M. Romano, N. Pecchioni
    CREA Centro di ricerca Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari, sede di Roma e ARSARP Regione Molise Matrice (CB) F. Quaranta, M. Colonna, M. Ricci, M. Fornara
    Università di Bari, Di.S.A.A.T Policoro (MT) L. Tedone, G. De Mastro, D. Schiavone
    Università  Mediterranea di Reggio Calabria e ARSAC az reg sviluppo agric. Calabrese S. Marco Argentano (CS) G. Preiti, G. Badagliacca
    Università di Sassari, Dip. Agraria Ottava (SS), S. Lucia (OR) G. Pruneddu, R. Motzo, F. Giunta, V. Balmas
    AGRIS Sardegna, Cagliari Benatzu (CA) G. Carboni, M. Dettori, L. Mameli
    Università di Palermo, Dip. SAF S. Stefano Quisquina (AG) A.S. Frenda, R. Ingraffia, B. Randazzo
    Università di Catania Di3A Catania U. Anastasi, S. Virgillito
    Società Italiana Sementi (SIS), sede di San Lazzaro di Savena (BO) Caltagirone (CT) L. Salafia
    CREA Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali, Acireale (CT) Libertinia (CT) M. Palumbo, N. Virzì, F. Sciacca

     

     

    Frumento duro, i consigli varietali - Ultima modifica: 2019-09-13T05:05:32+02:00 da Redazione Terra e Vita

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