Un vademecum per la fertirrigazione

gocciolatore
Un esame completo della tecnologia e delle conoscenze necessarie per realizzare al meglio un impianto efficiente per una concimazione controllata e mirata

Abbinare la fertilizzazione alla normale distribuzione dell’acqua attraverso gli impianti a goccia è indubbiamente una scelta molto interessante, poiché permette di soddisfare meglio i fabbisogni nutritivi delle piante, ma occorre seguire degli accorgimenti. Per esempio i fertilizzanti contenenti fosfati in presenza di calcio formano precipitati difficili da disciogliere, mentre quelli contenenti solfati, sempre in presenza di calcio, formano gesso e solfato di calcio. Si possono avere poi dei casi di precipitazione quando si verificano delle variazioni di temperatura rilevanti.

L’iniezione delle soluzioni nutritive nei condotti può essere realizzato in vari modi: si può utilizzare un serbatoio installato in parallelo con una valvola collocata sulla linea d’irrigazione. L’acqua passa così per il serbatoio, trasportando con sé il fertilizzante, anche se la concentrazione in soluzione di quest’ultimo non sarà uniforme. Questo sistema tuttavia è ben adattabile ai piccoli impianti. Disponendo di pressioni elevate si potrebbe però ricorrere a un iniettore che sfrutti il principio del tubo di Venturi, ma occorre che le variazioni di pressione siano minime, visto che questo sistema è molto sensibile a ciò. Ma è con il ricorso a pompe a iniezione idrauliche ed elettriche che si può avere la completa automatizzazione dell’impianto d’irrigazione, ferma restando la necessità di una sorgente d’energia elettrica.

Per evitare malfunzionamenti, occorre che l’impianto d’irrigazione disponga di un buon sistema filtrante. Le soluzioni adottate sono diverse come il separatore centrifugo, detto anche sistema idrociclone, i filtri a rete, a graniglia, a sabbia o a dischi lamellari, ognuno con i suoi pro e i suoi contro in funzione del contesto in cui vengono impiegati.

Automazione e manutenzione

L’impianto può essere automatizzato grazia a delle centraline, nonché ricorrendo a telecomandi o altri sistemi di controllo esterno. La comparsa di fertirrigatori computerizzati ha permesso poi di fertirrigare a dosi diverse in funzione delle necessità di ogni settore del campo. Quanto alla sensoristica sono già disponibili sistemi per il rilevamento del pH e della salinità della soluzione.

Ma la vita del sistema d’irrigazione non dipende solo dalla tecnologia impiegata, ma anche dalla manutenzione a cui è soggetto. È buona cosa infatti sciacquare le vasche dopo il loro utilizzo, controllare periodicamente i dispositivi d’iniezione, pulire i dispositivi di filtraggio e, qualora le condizioni lo richiedano e consentano, fare degli interventi con acido o agenti ossidanti.

É possibile leggere l'articolo completo sul sito di Colture Protette

Un vademecum per la fertirrigazione - Ultima modifica: 2017-05-05T08:22:20+02:00 da Roberta Ponci

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