Qualità, affidabilità e resilienza:
in vigneto tutto parte dalle radici grazie ai portinnesti della “serie M”.
Quattro paia di “scarpe” nuove per sostenere la marcia del vigneto italiano. Cresce infatti la disponibilità di barbatelle innestate su M1, M2, M3 e M4, un’innovazione decisiva per fare fronte al mutamento delle condizioni pedoclimatiche di molte zone viticole italiane.
Una novità ben sperimentata e collaudata
Edagricole organizza insieme ai Vivai Cooperativi Rauscedo un webinar per fare luce sui vantaggi agronomici e anche enologici assicurati da questa evoluzione tecnica, frutto di un’attività di ricerca portata avanti dall’Università di Milano sin dai primi anni ’80 e che riannoda i fili di un’attività di miglioramento genetico non più frequentata con assiduità da fine ’800.
LA PARTECIPAZIONE AL WEBINAR È GRATUITA
Per partecipare ai webinar iscriviti su:
https://bit.ly/3dhyY4t
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La necessità di una maggiore biodiversità genetica
È infatti ormai da più di un secolo che la vite calza sempre gli stessi “modelli”: è arrivato il momento di rimodernare il guardaroba perché la gamma dei portinnesti storici non è più adeguata alle esigenze della viticoltura moderna.
«I portinnesti ancor oggi dominanti – spiega Lucio Brancadoro dell’Università di Milano – selezionati con gli obiettivi principali della resistenza alla fillossera (ancora ben presente in Italia) e della tolleranza alla clorosi ferrica, sono stati ottenuti da incroci tra Vitis riparia e V.berlandieri o tra V.berlandieri e V. rupestris effettuati con un numero esiguo di genitori, il che riduce notevolmente la loro variabilità genetica».
Oggi però il global warming ha rimescolato le carte in tavola, mettendo in crisi storici abbinamenti tra varietà e portinnesto rendendo necessaria la ricerca di nuovi materiali genetici caratterizzati da adeguate doti di rusticità, resistenza a calcare, siccità, salinità ma anche maggior efficienza nell’assorbimento delle sostanze nutritive, facilità all’innesto e vigore contenuto.
I primi quattro portinnesti della serie M, iscritti al registro nazionale nel 2014, rispondono a queste esigenze e i primi cinque anni di utilizzo ne hanno messo in luce numerosi vantaggi che saranno svelati nel corso del webinar.
Partecipa al sondaggio
Le tue risposte sono preziose. Nel corso del webinar i partecipanti potranno inviare le loro domande ai relatori, ma avranno anche la possibilità di mettere alla prova le loro conoscenze sui portinnesti rispondendo a una serie di quesiti a risposta multipla predisposti dai relatori e della redazione. Un gioco a cui puoi partecipare sin dall'iscrizione rispondendo alla seguente domanda:
Cosa ti aspetti dalle barbatelle innestate sui portinnesti della serie M?
- resistenza a stress biotici (malattie, parassiti)
- resistenza a stress abiotici (siccità, salinità, calcare)
- vantaggi agronomici
- vantaggi enologici
Il ruolo di VCR
La moltiplicazione e commercializzazione dei nuovi portinnesti, selezionati e caratterizzati a Milano è stata affidata in esclusiva mondiale a Vivai Cooperativi Rauscedo. In questo modo i portinnesti serie M si sono degnamente inseriti all’interno di un’offerta articolata in oltre 700 diverse combinazioni varietà/portinnesto.
Un materiale di sicura e accertata origine, controllato dal punto di vista fitosanitario, ottenuto dagli oltre mille ettari di piante madri di portinnesti che afferiscono alla cooperativa. I nuovi genotipi della serie M stanno dando un prezioso contributo, ampliando notevolmente la possibilità di superare gli stress abiotici legati alle diverse condizioni pedoclimatiche dei diversi areali di produzione.
Il progetto dell’Università di Milano, partito negli anni ’80 con l’incrocio ricorrente di Vitis berlandieri su alcuni portinnesti commerciali, puntava infatti a migliorare la tolleranza alla siccità e alla modulazione del vigore vegetativo. Obiettivi in linea con l’esigenza di realizzare una viticoltura più sostenibile, con ridotti input in irrigazione e concimazione e con meno necessità di interventi di gestione della chioma.
Winegraft: una mano dalla filiera
Accordo di filiera per il trasferimento tecnologico: una formula inusuale per il miglioramento genetico. Decisamente inedita per quello dei portinnesti. Il primo caso assoluto è quello che riguarda i nuovi portinnesti della serie M messi a punto dopo un lungo lavoro di selezione condotto dall’Università di Milano.
Ora tali portinnesti sono iscritti al Registro Nazionale delle Varietà di Vite, moltiplicati e commercializzati dai Vivai Cooperativi Rauscedo.
A IpadLab, spin-off dell’Università di Milano detentore dei diritti commerciali il compito di verificare sanità e rispondenza genetica delle barbatelle prodotte, ma non basta. Winegraft è l’associazione di scopo costituita da privati che ha garantito il finanziamento da mezzo milione di euro necessario a fare andare avanti il progetto.
Ne fanno parte – oltre alla veneta Fondazione di Venezia e alla trentina Bioverde – nove produttori vitivinicoli di primaria importanza nel panorama nazionale: Ferrari, Zonin, Bertani Domains, Armani Albino, Nettuno Castellare, Banfi, Cantina Due Palme, Claudio Quarta, Cantine Settesoli.
Serie M, le caratteristiche agronomiche
Le osservazioni condotte sui vigneti sperimentali realizzati in diverse Regioni hanno permesso di stabilire che
▸ i quattro nuovi portinnesti, e in particolare M1 e M3 si sono rilevati particolarmente interessanti per la loro capacità di ridurre il vigore della pianta;
▸ M2 ha la capacità di incrementare congiuntamente Mg e K, mentre M3 si distingue per la capacità di assorbimento del Mn; aspetto particolarmente interessante per l’influenza sull’anticipo di maturazione e di accumulo di antociani e polifenoli associati a buone dotazioni di zucchero
▸ M2, M3, M4 favoriscono maggiori accumuli zuccherini e M3 tende a conservare un pH più basso rispetto ad altri portinnesti,
▸ M1 e M3 hanno indotto una maggior capacità di accumulare polifenoli (antociani e tannini);
▸ M2 e M4 hanno evidenziato notevoli capacità di resistenza allo stress idrico.
L’analisi della stabilità delle prestazioni vegeto-produttive ha messo in evidenza, relativamente all’accumulo degli antociani, la capacità delle nuove selezioni di mantenere risultati superiori alla media nelle condizioni più limitanti e la capacità di reagire positivamente alle condizioni più favorevoli.
«Le performance vegeto- produttive – sostiene Brancadoro – delle diverse combinazioni varietà portinnesto ha consentito di mettere in evidenza l’efficacia di alcuni abbinamenti». Quello tra M2 e Corvina nel veronese ad esempio, oppure tra M4 e varietà Siciliane come Nero d’Avola e Grillo. Ottimo anche l’M2 per lo Chardonnay base spumante, mentre M1 e M3 si comportano bene anche in ambienti più freschi come quelli pedecollinari del Piemonte.
E quelle qualitative
Il tutto ovviamente condito da effetti significati sulle caratteristiche qualitative dei vini ottenuti.
L’effetto più eclatante della scelta dei portinnesti è infatti quello che si ottiene sullo sviluppo vegetativo della pianta, e inparticolare sul vigore. Ciò incide in modo indiretto anche su altri aspetti, come la maturazione fenolica delle uve e, in particolare, il contenuto di antociani e l’accumulo di composti aminoacidici all’interno della bacca (APA), parametri che hanno una notevole influenza sulla qualità dei vini. Un vigore relativamente ridotto associato a una buona produttività delle piante rappresenta un obiettivo fondamentale per realizzare vigneti efficienti dal punto di vista nutrizionale e di elevato potenziale qualitativo. Per tutti questi motivi il vigore ridotto o medio assicurato dai nuovi portinnesti M, associato a una produttività media o superiore alla media incide positivamente sulla maturazione tecnologica e fenolica delle uve e quindi sulla qualità dei vini. .
Tab. 1 Il pedigree dei nuovi portinnesti
Portinnesto | Genitore materno | Genitore paterno | Principali caratteristiche |
M1 | 106/8 (V. riparia X V. Cordofolia X V.rupestris) | Rassenguier n.1 (V. Berlandieri) | Ridotto vigore, elevata resistenza alla clorosi ferrica ed alla salinità |
M2 | Teleki 8B (V. berlandieri x V. riparia) | 333EM (V. Vinifera X V. Berlandieri) | Vigore medio, buona resistenza alla clorosi ferrica e media resistenza alla salinità |
M3 | R27 (V. berlandieri x V. riparia) | Teleki 5C (V. berlandieri x V. riparia) | Ridotto vigore, elevata efficienza nell’assorbimento del potassio e bassa resistenza alla salinità |
M4 | 41B (V. Vinifera X V. Berlandieri) | Rassenguier n.1 (V. Berlandieri) | Vigore medio, ottima resistenza alla siccità ed elevata resistenza alla salinità |