Potrebbero essere le infiorescenze a rappresentare l’occasione dello sviluppo della coltivazione della canapa in Italia.
Fino a 20mila euro ad ettaro
Pensata sempre come coltura industriale legata al tessile, forse oggi gli agricoltori che scrutano le possibilità economiche, agronomiche e commerciali di questa “nuova” coltura, hanno un nuovo asso nella manica. Da circa un anno, infatti, le infiorescenze essiccate (100 kg/ha) vantano una quotazione di mercato che supera i 150-200 euro/kg. Un livello destinato a scendere, dicono gli esperti ma, intanto, si sono aperti nuovi mercati legati agli utilizzi “tecnici” o “ludici” della pianta: fumo, tisane, infusi, aromatizzanti, deodoranti. Ovviamente, della canapa si utilizzano anche gli steli e i semi che, al pari dei fiori, scontano però la situazione di una filiera poco aggregata, con produzioni diffuse in tutta la Penisola e che, attualmente, coinvolgono “solo” 3.000 ettari.
Il convegno organizzato da Ersa e Università di Udine
Delle problematiche e prospettive della canapa industriale in Friuli VG, si è parlato in un recente convegno molto partecipato, tenutosi a Pozzuolo del Friuli (Udine) e organizzato da Ersa e Università di Udine (in fondo all’articolo le relazioni presentate al convegno disponibili per i lettori di Terraevita grazie alla disponibilità degli organizzatori Mario Baldini dell’Università di Udine e Costantino Cattivello di Ersa).
Gli esperti convocati al tavolo hanno confermato le potenzialità e le difficoltà della coltura che, in altri Paesi europei, gode di ben migliori fortune. Se le parti sementiera e agronomica, sono state messe a punto in maniera soddisfacente (salvo la necessità di lavorare su genetica italiana, più adatta e adattabile ai nostri ambienti e terreni), diversamente le problematiche legate alla meccanizzazione di alcune fasi produttive e di trasformazione, non hanno trovato ancora una soluzione adeguata. Si sconta la mancanza di centri di trasformazione delle bacchette (con un solo sito, in provincia di Taranto), di impianti di stigliatura diffusi e anche di centri di raccolta e trasformazione. Insomma, una situazione abbastanza bloccata che vede tutti gli attori della potenziale filiera schierarsi in un atteggiamento attendista per l’auspicata crescita di numeri e volumi. Un’occasione produttiva che ritarda a creare frutti per gli agricoltori i quali potrebbero ottenere da questa coltura, ricavi netti, a ettaro, anche superiori ai 9.000 euro.
Le relazioni (cliccare per scaricare)
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Beppe Croce, Presidente Federcanapa: Situazione e prospettive della canapa industriale in Italia.
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Cesare Tofani, Amministratore Delegato Naturfibre : Lo stato della meccanizzazione in campo e della prima trasformazione in Italia
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Enrico Cirelli, Amministratore Delegato Vero Energia: Impiantistica per la spremitura del seme di canapa: problematiche e possibili soluzioni
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Fabio Gentilini, neolaureato Università di Udine: La coltivazione della canapa industriale in Friuli Venezia Giulia, risultati del primo anno di prova
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Marco Vuerich, neolaureato Università di Udine: La prima trasformazione delle cime per l’ottenimento di olii essenziali e fitocannabinoidi.