«Il sorgo è il cereale con le caratteristiche più simili a quelle del mais. Per questo la granella di sorgo può essere inclusa nelle razioni delle bovine da latte anche in completa sostituzione del mais apportando solo modeste modifiche al razionamento. Anche il silomais può essere sostituito da silosorgo, in particolare della varietà BMR, integrando adeguatamente l’amido nelle razioni».
Andrea Formigoni, del Dipartimento di Scienze mediche veterinarie dell’Università di Bologna, non ha dubbi sul futuro del sorgo e lo ha detto chiaramente in occasione del convegno “Il sorgo, la risposta a un’agricoltura che guarda al futuro” che si è tenuto a Bologna il 21 novembre scorso a Ozzano Emilia (Bo).
In Italia 46mila ettari
Il sorgo oggi è il quinto cereale più coltivato nel mondo con oltre 40 milioni di ettari (in Italia sono circa 46mila e in Francia 53mila) ed è in espansione.
La coltura è presente in tutti i continenti specie nelle zone tropicali temperate di Africa e in Asia. Se consideriamo la granella il 60% viene utilizzato per l’alimentazione animale, il 20% nell’agroalimentare e il rimanente 20% per la produzione di etanolo.
I dati dell’Organizzazione interprofessionale europea Sorghum ID sono stati illustrati da Charles-Antoine Curtois, responsabile del progetto.
Ridotto fabbisogno idrico
«Oggi il sorgo può rappresentare un alimento molto importante nelle razioni animali per il ridottissimo rischio di contaminazione da micotossine e perché le varietà europee oggi in commercio hanno un basso contenuto in tannino (0,3%) che in Francia è addirittura sotto lo 0,14% - ha detto Fréderic Guwdj, responsabile tecnico di Euralis (società sementiera francese) -. Inoltre il ridotto fabbisogno idrico del sorgo, che nelle tipologie da granella e insilato è rispettivamente inferiore del 50 e del 30% rispetto al mais, permette la sua coltivazione anche in aree non irrigate».
Concimazioni contenute
Secondo Sorghum ID la coltura non richiede neppure eccessive concimazioni. Sono sufficienti infatti 100-150 kg di azoto e 60 di fosforo e potassio (ovviamente variabili in funzione dell’obiettivo produttivo) per ottenere il massimo rendimento.
Senza considerare che buona parte degli elementi nutritivi rimangono nel terreno (il 40% dell’azoto, l’80-85% del potassio e il 20-30% del fosforo).
Produzione biometano
Il sorgo può essere utilizzato anche attraverso la digestione anaerobica, per la produzione di biogas ma «la resa in termini di sostanza secca per ettaro è cruciale per la scelta della varietà» ha ricordato Marco Garuti del Centro ricerche produzioni animali (Crpa) di Reggio Emilia.
«È importante tenere in considerazione il fatto che il carico del digestore e la miscelabilità vengono penalizzati della presenza di una maggiore quantità di fibra e, a parità di produzione di gas, pertanto è fondamentale l’impiego di pretrattamenti meccanici ed enzimi».
«Il sorgo - ha concluso Garuti - può essere convenientemente coltivato a uso energetico come secondo raccolto tenendo presente che i costi di produzione e i cicli colturali, possono essere diversi da azienda ad azienda».
Servono una ricerca forte e agricoltori preparati
Il sorgo dunque è una coltura che fino ad oggi è stata sottovalutata per le sue potenzialità (ad esempio il suo valore energetico pari se non superiore quello del mais). «Serve però una ricerca forte e mirata, in funzione dell’utilizzo del sorgo, e una buona formazione da parte dell’agricoltore, due aspetti che Sorghum ID intende sostenere - ha detto Guedj -. Senza dimenticare che è necessario costituire una filiera organizzata che potrà funzionare bene, però, solo se ci sarà una forte motivazione da parte dell’industria».