Cresce il sistema italiano di gestione del rischio. Lo rimarca con un certo ottimismo Albano Agabiti, presidente di Asnacodi, l’associazione nazionale dei consorzi di difesa, che conclude il XII convegno nazionale dedicato alla gestione del rischio organizzato ad Assisi (Pg) dal Cesar (Centro per lo sviluppo agricolo e rurale) di Francesco Martella, con parole chiare e dirette: «Il 2019 si è chiuso con il record storico di valori assicurati in agricoltura, oltre 8 miliardi di euro, ed è evidente la crescita dell’intero sistema. Che funziona. Non a caso il dato numerico è in aumento da quattro anni. Certo si deve migliorare e il primo
obiettivo dei prossimi anni deve essere quello dell’allargamento della base, dell’ampliamento degli agricoltori assicurati, tenendo comunque conto che molte imprese si stanno aggregando e ingrandendo».
Chiusa l'emergenza dell'erogazione degli aiuti
«In ogni caso – rimarca Agabiti – con la campagna 2020, di fatto si chiude l’emergenza dell’erogazione dei contributi alle imprese agricole, ed è doveroso sottolineare che il sistema nonostante le enormi difficoltà ha retto grazie al ruolo dei Condifesa che hanno surrogatp i ritardi della pubblica amministrazione. Ora il nostro impegno è rivolto all’innovazione degli strumenti di gestione del rischio, dal miglioramento di quelli già esistenti all’implementazione dei fondi di mutualità, fino all’introduzione delle nuove tecnologie».
Ma il passaggio più forte di Agabiti è destinato proprio agli agricoltori: «I pagamenti funzionano, i contributi pubblici anche. Considerando i cambiamenti climatici e la crescita esponenziale dei rischi un agricoltore che oggi non si assicura è veramente un pazzo. O, probabilmente, non è sufficiente informato dei vantaggi della copertura assicurativa: per questo serve una campagna di comunicazione mirata e ad ampio spettro».
Un passo indietro. Era stato Camillo Zaccarini Bonelli di Ismea a fornire i dati del sistema gestione del rischio. «Nel 2019 per la prima volta si è superata la soglia psicologica degli 8 miliardi di euro di valore assicurato in agricoltura, 8,112 per la precisione, con un incremento del 3,3% rispetto al 2018».
Italia virtuosa in Europa
Del resto l’Italia è lo stato membro dell’Ue che ha destinato la maggior quota di finanziamenti dello sviluppo rurale (1,59 miliardi di euro circa per tutti gli strumenti nel periodo 2015-2018) alla gestione del rischio per le misure assicurazione dei raccolti, fondi di mutuallità e Ist (strumento di stabilizzazione del reddito). Complessivamente sono stati erogati dal 2015 più di un miliardo di contributi con un tasso, quindi di efficienza della spesa pubblica, che è stato apprezzato anche dell’audit della Corte dei Conti Ue svolto in Italia nel giugno 2019.
E ancora. Nel periodo 2015-2018 sono stati pagati oltre un miliardo e mezzo di risarcimenti agli agricoltori che avevano sottoscritto coperture assicurative e, ad esempio, nel 2016 per circa 30 euro pagati dagli agricoltori (al netto del contributo pubblico) sono stati risarciti 149 euro. E 192 euro nel 2017.
‘Solo’ 50mila aziende assicurate
«Ciononostante – riprende Zaccarini Bonelli – al di là di un leggera ripresa registrata nel Sud va registrata la debolezza del numero complessivo di aziende agricole che si assicurano. Che non cresce e si ferma a poco più di 58mila, la grande maggioranza nel Nord Italia». «Inoltre – chiosa Zaccarini Bonelli – va notato che il sistema è trainato da un nucleo forte di imprese agricole strutturate, che in molti casi destinano una figura specifica alla gestione del rischio: il 5% delle aziende agricole fa il 40% del valore assicurato totale, concentrazione davvero forte».
Assicurazioni in perdita
Ma il vero problema emergente appare un altro, quasi un paradosso per il ‘sentire’ comune: le compagnie assicurative in agricoltura sono in forte sofferenza. Il dato fornito da Marco Ermini di Sompo International è di quelli shock. «Negli ultimi dieci anni (2008-2018, ndr) il sistema assicurativo ha perso qualcosa come 400 milioni di euro. Si tratta di un risultato non sostenibile che presumibilmente porterà alla riduzione della capacità assicurativa. Il tasso di remunerazione non è calibrato ai profili di rischio di mercato. Crescerà. E comunque servono programmazione e tassi stabili, tali da assorbire eventi estremi sempre più ricorrenti.
Sulla stessa lunghezza d’onda Pier Ugo Andreini di Ania, l’associazione nazionale dell imprese assicurative: «Dobbiamo registrare il fallimento del sistema delle assicurazioni agricole. Servono nuove formule e, anche se è impopolare, è auspicabile un forte aumento dei premi pagati dagli agricoltori. E, un sensbile incremento, della base assicurata, poiché è un dato di fatto che non usciamo dalla nostra ‘cittadella’ e i numeri degli assicurati sono fermi».
Cabina di regia sulla gestione del rischio
Una sfida anche politica. Non a caso Raffaele Borriello al vertice di Ismea, ma soprattutto da pochi giorni Capo di gabinetto del ministro agricolo Teresa Bellanova, annuncia l’imminente istituzione (e convocazione) della Cabina di regia sulla gestione del rischio. Che dovrà anch’essa incidere sul vero problema di fondo: convincere gli agricoltori ad assicurarsi.