«Dallo scattare dell'emergenza sanitaria da Coronavirus sono stati migliaia gli ordini disdetti. Sono milioni i fiori che stanno andando al macero. Lasciare aperti gli angoli verdi dei supermercati e impedire a noi florovivaisti di vendere i prodotti è una contraddizione e una follia. Così ci costringeranno a chiudere».
Così Claudio Previatello, titolare dell'azienda Al Capiteo (Grignano Polesine) e responsabile nazionale del settore florovivaismo di Anga- Giovani di Confagricoltura e presidente Anga Rovigo, commenta l'ultima ordinanza del governatore del Veneto Luca Zaia entrata in vigore il 3 aprile con validità fino alla mezzanotte del 13 aprile. Nell'ordinanza della Regione tra le misure di contrasto alla pandemia da Coronavirus c’è il divieto di commercio di prodotti florovivaistici in punti vendita autonomi. Restano aperti i cosiddetti “angoli verdi” nei supermercati. L’attività florovivaistica rimane in funzione esclusivamente per la consegna a domicilio. Leggi l'ordinanza.
La situazione veneta è simile a quella lombarda, altra Regione che ha imposto misure più restrittive attraverso l'ordinanza regionale del 21 marzo, che ammette di fatto solo la vendita a domicilio di piante e fiori.
Previatello: «Ulteriore stretta in contrasto col via libera di Bellanova»
«Ritengo questa nuova ulteriore stretta ingiustificata – sottolinea Previatello – poiché in pieno contrasto con quanto specificato pochi giorni fa dalla ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova, che invece consentiva l’apertura dei punti vendita delle aziende florovivaistiche. È una disposizione a danno di un comparto che era già di per sé in affanno, schiacciato da una sleale concorrenza sui mercati ad opera dell’Olanda, e che ora, con le piante pronte da vendere e i punti vendita chiusi e nessuna forma di supporto, vedrà parte delle aziende rischiare di abbassare definitivamente le serrande».
«Lasciare aperti gli "angoli verdi" dei supermercati è rischioso»
Secondo Previatello, inoltre, «Lasciare aperti gli “angoli verdi” dei supermercati può favorire assembramenti o il prolungamento delle tempistiche dedicate alla spesa settimanale. Meglio sarebbe stato consentire di aprire a garden e vivai, che lavorano in grandi spazi aperti e con meno clientela. Si tenga poi conto che la grande distribuzione, e quindi i supermercati, non acquistano piante dalle nostre aziende italiane, ma spesso e volentieri si rivolgono all'estero, causando non pochi danni alla nostra attività».
Coronavirus, disdette di piante e fiori fino all'autunno
«Noi vivaisti lavoriamo in gran parte con garden e grossisti, che però ora, a causa dell’ordinanza - incalza Previatello - ci stanno dando disdetta di migliaia di ordini già firmati. Mi stanno chiamando i giovani colleghi da tutto il Veneto, da Padova a Verona e Venezia. C’è chi ha ricevuto disdetta perfino degli ordini dei crisantemi, tanto è il timore del settore di non ripartire neppure in autunno».
Le aziende florovivaiste del Veneto stanno perdendo l'80% dei guadagni
La situazione è estremamente critica per le circa 1.500 aziende florovivaistiche del Veneto che traggono il 70-80% dei propri guadagni nei mesi primaverili. «Per non parlare dei tanti giovani che stanno subentrando ai padri nella conduzione dell’azienda e che hanno investito sul loro futuro con risparmi e sacrifici. Tanto più che ai florovivaisti non è stata concessa alcuna forma di indennizzo per il danno che stanno subendo - incalza Previatello - ma solo promesse di sgravi o tassi agevolati per prestiti di denaro, oltre a un modulo poco utile da compilare per auto-certificare le partite di piante distrutte, oppure le solite forme del Psr poco adeguate alle nostre esigenze».
Coronavirus, come resistere all'emergenza?
«Per fronteggiare questa crisi durissima, molte aziende, come la mia, stanno eliminando la parte dedicata al florovivaismo, tentando di reinventarsi. Io ho una parte di azienda dedicata alla produzione di fragole fuori suolo che ci permette di diversificare. Ma è ovvio che l'indotto economico che ti può generare la vendita della fragola non sarà mai lo stesso di quello del fiore. Oggi stiamo puntando di più sul nostro comparto agroalimentare cercando di pareggiare le spese. Ma col pareggio delle spese non si fa certo profitto a fine anno. E io non ho dipendenti. Chi li ha, come fa a pagare gli stipendi?».
Previatello lancia un appello a Zaia
«Mi permetto di chiedere al governatore Zaia: a cosa serviranno gli sgravi fiscali se tra un po’ non avremo più soldi per pagare le tasse? A che cosa dovrebbe servire richiedere prestiti o misure del Psr se tra poco le nostre aziende chiuderanno i battenti? Zaia ci ripensi, e cambi la misura nei nostri confronti».