«I fondi europei per lo Sviluppo rurale devono essere utilizzati per il riequilibrio strutturale e per l’ambiente. Non possiamo favorire un modello di ripartizione fondato su basi quantitative che vada a privilegiare solo le regioni più forti. La Campania e il Mezzogiorno non possono essere così pesantemente penalizzate. La nostra Regione è stata virtuosa nella spesa». Così l'assessore all'Agricoltura della Regione Campania Nicola Caputo commenta la proposta di modifica dei criteri di ripartizione dei fondi Psr per il 2021 e 2022 presentata nei giorni scorsi nella Commissione Paritetica dell’Agricoltura all'interno della Conferenza Stato-Regioni.
No a uno scippo basato su performance di spesa datate
«Queste risorse sono indispensabili per l’agricoltura campana e per il mezzogiorno che non può vedersi scippata la possibilità per sviluppare la propria economia per le generazioni future – ha attaccato Caputo – alcune Regioni vogliono discutere della ripartizione storica che favorisce il Mezzogiorno, ma non vogliono confrontarsi sulla quota di finanziamento nazionale squilibrata in favore delle regioni del Nord sulla base di quella che era la capacita di spesa di diversi anni fa – ha spiegato l'esponente della giunta De Luca – e che oggi andrebbe comunque riconsiderata sulla base dell’attualizzazione della performance di spesa che vede la Campania tra le Regioni più performanti».
«A oggi abbiamo impegnato il 98% delle risorse programmate in Campania – ha ribadito Caputo – i beneficiari in questi anni sono stati più di 30.000 e abbiamo erogato un miliardo di euro. Inoltre, il 55% delle risorse a oggi erogate è andato alle misure ambientali, il 37% per misure legate a competitività, innovazione e filiere, mentre il 6% è stato liquidato per l’inclusione e lo sviluppo locale dimostrando che la Campania è sempre molto attenta al green e alla competitività ma non si dimentica dello sviluppo locale».
Rivedere le regole del primo pilastro
«Il carattere particolare dell'attività agricola e le disparità strutturali e naturali tra le diverse regioni, determinano la necessità di operare gradualmente gli opportuni adattamenti, secondo il consolidato principio europeo della path-dependency – ha aggiunto l'assessore – valutando soprattutto il fatto che il Feasr compensa con interventi per lo sviluppo rurale il basso livello di spesa media che alcune regioni hanno sul primo pilastro. Non si comprende perché non si voglia mettere in discussione il modello alla base dell’attribuzione delle risorse che rappresentano il 75% della Pac».
«Siamo disponibili a trovare soluzioni in linea con il dettato europeo di riequilibrio che ispira i fondi – ha concluso Caputo – ma se qualcuno ha deciso di proseguire senza ragionevolezza su criteri che vanno ad ampliare il divario Nord-Sud, se ne prenderà tutte le responsabilità. Tra l'altro, utilizzando il metodo indicato dalle regioni del Nord, l’Italia avrebbe ricevuto mezzo miliardo di risorse in meno e la Polonia non avrebbe ricevuto più risorse della Germania che è tra i Paesi più competitivi».